Dopo averne scritto un'anteprima un paio di giorni fa grazie al solito leak anticipatorio, è finalmente giunto il momento di mettere nero su bianco le nostre impressioni di Call of Duty Warzone, che abbiamo provato: il nuovo contenuto free-to-play (e che quindi non necessita Modern Warfare) che aggiunge la tanto amata, o odiata, Battle Royale, all'interno dell'ultima iterazione del franchise Activision. E lo fa seguendo la strada intrapresa proprio in Call of Duty: Modern Warfare, ovvero non adagiandosi su meccaniche consolidate, ma rivedendole e ampliandole. Call of Duty: Warzone non è il solito Battle Royale, non è semplicemente un clone graficamente strepitoso di PUBG, è davvero di più di un semplice more of the same. Cerchiamo di capire insieme perché con il nostro provato.
La modalità Battle Royale
Sappiamo tutto su Call of Duty: Warzone: doppia modalità di gioco, Battle Royale classica e Bottino (quella fino a ieri conosciuta come Plunder) per un massimo di centocinquanta giocatori. Ci sono due grandi differenze tra la prima e la seconda.
In Battle Royale c'è il gas che ci spinge a muoverci verso le zone libere di una mappa gigantesca, inoltre nelle fasi iniziali della partita una volta uccisi si viene portati nelle docce del Gulag (ovvero la mappa multiplayer). Qui si affronta un veloce e tiratissimo uno contro uno, contro un altro giocatore ucciso. Qualcuno ha detto Gunfight? Chi vince torna in partita. Il sistema sembra funzionare a dovere e rende ancor più elettrizzanti e stimolanti le meccaniche survival. Ma non è l'unico modo per rinascere. Giocando accumuliamo denaro, e questo denaro può esser speso in alcune stazioni per comprare placche antiproiettile, UAV, alcune Killstreak (decisamente le meno distruttive) e la possibilità, costosissima, di far tornare in vita un compagno morto.
È facile pensare che una squadra - composta da tre giocatori- ben affiatata possa far ricorso ai soldi per far tornare in campo uno dei membri. La scelta non è così banale visto che, per dire, le maschere antigas sono ovviamente necessarie dato che si rompono in fretta una volta utilizzate, così come le placche da indossare. L'altruismo quindi non sembra pagare molto in Warzone.
Per fortuna non dobbiamo comprare medikit, l'energia si rigenera come in un normale Call of Duty, mettendosi al riparo. Alla stessa maniera il sistema messo in piedi da Infinity Ward per gestire l'equipaggiamento è quanto di più semplice e veloce, come se ci trovassimo in un letale Deathmatch. Niente zaini, due slot per arma, e due granate. Il tutto da gestire senza pressioni di tasti di troppo. Non si perde tempo a Verdansk e questa è cosa buona e giusta. Anche l'equipaggiamento che accumuliamo è di facile utilizzo, poche cose in inventario da utilizzare o buttare senza perdersi in minuziose disamine di oggetti. In quanto a immediatezza Warzone batte PUBG o il rivale di casa Blackout facilmente, il tutto senza intaccare le collaborate dinamiche survival del genere. L'impressione è che tutto sia più veloce e frenetico, ma non meno "ragionato".
Comunicazioni di servizio
Call of Duty: Warzone è un free-to-play, questo significa che non necessita di Modern Warfare per giocare. Su PS4 non richiede l'abbonamento al PlayStation Plus, mentre tutti coloro che lo scaricheranno su Xbox One dovranno sottoscrivere un abbonamento Gold per giocare. Vi ricordiamo poi che Warzone supporta il gioco cross platform e le funzionalità cross save. Inoltre chi possiede il gioco completo trasporterà tutti i suoi progressi, compresi oggetti estetici e armi, in Warzone, continuando poi la crescita dell'esperienza di entrambi i contenuti. Alla stessa maniera chi ha solo scaricato Warzone trasporterà quanto guadagnato giocando in Modern Warfare.
La modalità Bottino
L'altra modalità di Call of Duty: Warzone, Bottino, elimina il gas e la sfida nel Gulag, puntando tutto sull'accumulo sfrenato di soldi. Vince chi arriva prima a un milione di dollari.
Il punto di svolta di questa modalità, e che rende tangibile come la cooperativa classica presente nel pacchetto standard di gioco sia davvero poco riuscita, è che è possibile fare in modo di non perdere il denaro acquisito morendo ( raccogliendolo in giro, saccheggiandolo dai nemici morti completando mini missioni da solo o di squadra) mettendolo "in banca". Ovviamente non si tratta di vere e proprie banche: è possibile comprare una sorta di pallone aerostatico concettualmente simile al Fulton di Metal Gear che mette in sicurezza i nostri risparmi portandoli via o raggiungere degli elicotteri che fungono da veri e propri corrieri. Inutile dire che queste fasi sono tanto necessarie quanto rischiosissime, visto che gli agguati e le imboscate sono all'ordine del giorno. Inoltre il gioco segnala i giocatori più ricco rendendolo di fatto prede braccate da tutti gli altri.
Alla stessa maniera i lanci di casse contenente soldi e bottino di vario tipo sono vere e proprie trappole per giocatori avventati. Così come comprare un loadout personalizzato con tanto di perk, che arriverà con segnalazione sulla mappa visibile a tutti. Un'esca bella grossa insomma! Coordinarsi e giocare di squadra sempre è un consiglio tanto banale quanto fondamentale e sempre troppo poco ascoltato. L'altra grande differenza della modalità Bottino con la modalità Battle Royale è che non c'è l'ansia della morte che ti mette fuori gioco visto che ogni volta che veniamo abbattuti torniamo in vita, anche addirittura con il nostro equipaggiamento personalizzato. Ovviamente anche in Battle Royale possiamo tornare in vita, ma non è detto che i nostri compagni vogliano spendere soldi (da investire magari in placche o Killstreak) o che si riesca a vincere il duello nel Gulag. Bottino toglie un po' quella sensazione di camminare sulla lama del rasoio, esaltando il divertimento "caciarone" ma ma nello stesso tempo non disdegna fasi di grande tensione che funzionano davvero bene.
Parlando di impressioni pad alla mano si avverte subito come il time to kill sia tarato in modo diverso rispetto alla controparte multiplayer classica, d'altronde ci sono le placche di mezzo a frapporsi tra la vita e lo "stato abbattuto". In tal senso non si viene gettati a terra con un paio di colpi, ci vogliono più proiettili a segno per sentire il particolare suono che ci fa capire che la placca è distrutta. Facile capire che chi ha passato molto tempo nel multiplayer di Modern Warfare potrebbe sentirsi un po' spaesato nelle prime partite Warzone. Nulla di anormale e del tutto fisiologico.
Aspetti tecnici
A livello tecnico c'è poco da dire, se non che in Call of Duty: Warzone ci troviamo di fronte al Battle Royale graficamente più bello, e che soprattutto Verdansk non sembra una riproposizione totale delle mappe coop e multiplayer del pacchetto standard. C'è stata molta riscrittura a livello di asset ma soprattutto la geografia della mappa è davvero varia, sia a livello di ambientazioni (urbano, montano, industriale, innevato, ecc.) sia a livello di costruzione orografica del terreno.
In definitiva questa prima prova con Call of Duty: Warzone ci ha lasciato sensazioni davvero positive. Infinity Ward sembra aver messo in piedi qualcosa di più di un semplice Battle Royale andando oltre il bel lavoro fatto lo scorso anno dai cugini di Treyarch. Osare sembra aver davvero pagato. Le nuove dinamiche di gioco danno una bella rinfrescata a meccaniche collaudate, segno che la formula resa popolare da PUBG ha ancora molto da dire.
CERTEZZE
- Duplice modalità di gioco
- Tecnicamente davvero bello
- Veloce e immediato
- Il Gulag per tornare in vita
DUBBI
- Tempi a volte un filo troppo lunghi per entrare in partita
- La monetizzazione