Il Nintendo Museum, dopo un leggero posticipo (per non farsi mancare alcun tratto identitario aziendale), aprirà al pubblico il 2 ottobre 2024. Sorgerà a Uji, a Kyoto: non è una locazione casuale, perché qui, decenni fa, sorgeva la fabbrica Nintendo in cui erano prodotte le carte Hanafuda.
Miyamoto, che ha officiato il Nintendo Direct di presentazione, afferma di "provare una certa nostalgia", perché lui quella fabbrica la ricorda e ora, dove c'erano i camion, sorge un'installazione dedicata a una delle sue creature, Super Mario. Di Miyamoto, e di quanto sia stata involontariamente suggestiva questa presentazione, ne parleremo (forse) un'altra volta. È stato, per sintetizzare ed esagerare il concetto, come se Botticelli, ancora in vita, avesse potuto inaugurare gli Uffizi.
Il Nintendo Museum è una delle iniziative perseguite da Shuntaro Furukawa, il presidente della società, per espandere l'azienda al di fuori dello specifico terreno dei videogiochi, sulla scia del Super Nintendo World (il parco tematico): in questo caso, c'è anche un tentativo di storicizzazione. Eseguito, c'era da aspettarselo, in modo piuttosto anticonformista.
Visitare il Nintendo Museum
Siamo abituati alle scelte Nintendo poco ortodosse: come spesso accaduto in passato, alcune rientrano nella sfera delle sorprese positive, altre risultano invece di difficile comprensione. Accedere al Nintendo Museum, ad esempio, ci sembra piuttosto difficoltoso: soprattutto per un visitatore straniero. E non solo perché è necessario presentarsi col passaporto.
In pratica, non è possibile acquistare direttamente i biglietti per accedere al Museum: bisogna - con mesi di anticipo - partecipare a un'estrazione e, se selezionati, sarà poi possibile comprare gli accessi. Ad esempio, allo stato attuale è possibile partecipare all'estrazione per i biglietti di ottobre e novembre. Non sappiamo se, col passare del tempo, questo tipo di gestione sarà alterata. Al momento, ci sembra difficile per un turista straniero far allineare i pianeti: mettere via i soldi per un viaggio in Giappone, organizzarlo, prenotarlo, vincere la lotteria con le tempistiche giuste per acquistare il biglietto.
Per accedere al Muesum è necessario un Account Nintendo che, come saprete, si può registrare gratuitamente. Solo così è possibile partecipare all'estrazione; inoltre, l'immagine del vostro Mii è utilizzabile sul biglietto. Un biglietto tutt'altro che banale: con esso potrete interagire con alcune aree del Museum, ottenere premi e collezionare ricompense (virtuali), in linea con quanto avviene al Super Nintendo World. Il biglietto avrà un "contamonete" interno, delle monete da spendere proprio per provare le locazioni interattive. Altra scelta piuttosto incomprensibile: le monete di una singola visita non basteranno per provare ogni area.
All'interno del Museum, alla fine del percorso, è presente un negozio: conterrà vario tipo di merchandise, parte del quale - prevedibilmente - esclusivo della nuova struttura. Ci sarà anche un Hatena Burger, per prendere caffè e mangiare (panini vegetariani inclusi, ma non vegani, vi interessasse), che esibisce una bellissima vetrata con un'illustrazione di The Legend of Zelda: The Wind Waker, oltre a delle inquietanti sedie rivolte sistematicamente verso la parete (almeno nell'area con la vetrata). All'uscita, potrete toccare delle statue di Toad, come ha fatto Miyamoto, che emettono delle note con le loro vocine stridule.
Museo e area Hanafuda
Esiste una parte del Meseum che è esattamente come si ci aspettava: quella espositiva. Grandi teche tondeggianti, trasparenti, sulle quali troneggiano controller giganti ad indicare l'epoca di riferimento, contengono vari prodotti Nintendo. NES, Famicom, SNES, Super Famicom, Nintendo 64.
Ci sono anche Wii U e (da un'altra parte) Virtual Boy: anche gli insuccessi fanno parte della storia dell'azienda, anche loro sono stati importanti, hanno donato qualche grande titolo, o anticipato qualcosa di rilevante. Ci sono le console, le loro confezioni, i loro giochi e le rispettive custodie: non tutti, immaginiamo sia stata fatta un'oculata selezione. Degli schermi in alto mostrano i videogiochi in azione, con degli speaker direzionali a veicolarne l'audio. In alcuni corridoi viene mostrata l'evoluzione grafica di Super Mario e The Legend of Zelda, nonché i mutamenti di alcuni oggetti iconici di queste saghe (come il mattone distruttibile di Super Mario).
Le sale espositive non contengono soltanto videogiochi, ma anche prodotti diversi che, prevalentemente, Nintendo realizzava prima di gettarsi nel mondo console. Sono esposti passeggini, giocattoli, giochi da tavolo. Vicino a loro ci sono i primi strumenti di approccio al mondo delle console, una sorta di anello di congiunzione, come le pistole ottiche (prodromiche all'ingresso nel mondo arcade) e il Color TV-Game 6 e 15, le prime piattaforme realizzate da Nintendo per videogiocare sul televisore (non avevano alcuno slot per le cartucce). Come ricorda Miyamoto, risalgono al 1977, l'anno in cui è entrato in Nintendo. Ci sono alcune teche, inoltre, che sono una via di mezzo, a lasciar intendere che certi cammini sono stati proseguiti attraverso i videogiochi: i giochi di movimento, ad esempio. Da Twister (distribuito in Giappone da Nintendo, a fine anni '60) a Wii Fit.
Il prodotto commerciale per cui era principalmente nota Nintendo in passato (lo ricordiamo, è nata nel 1889) sono le carte Hanafuda. A loro sono riservate delle attività speciali all'interno del Museum, non comprese nel prezzo del biglietto (ma prenotabili soltanto attraverso di esso). Una è incentrata sulla spiegazione del gioco, illustrato dal personale della struttura, che prevede la simulazione di alcune partite. Un'altra, più interessata, prevede un workshop per la realizzazione (a mano, dipingendole) di alcune carte: un laboratorio che va prenotato in anticipo e ha degli orari collegati a quello di ingresso.
Anche in questa parte più tradizionale è presente "un'anomalia Nintendo": le didascalie sono pochissime. Scordatevi pannelli con resoconti o spiegazioni: ci sono delle piccole etichette col nome (e la data?) di cosa state vedendo, e basta. Nessun apparato critico. Nintendo vuole che guardiate e giudichiate da soli, ipotizzando e immaginando, discutendo con gli altri visitatori. A quanto ne sappiamo, non è dato spazio alle personalità che hanno caratterizzato l'azienda, che si chiamino Yamauchi, Iwata, Yokoi o Miyamoto.
Aree interattive
Un altro piano, separato da quello dichiaratamente museale, propone delle aree interattive. Nel Direct sono state presentate soltanto tre di queste sezioni, ma nel sito ufficiale del Nintendo Museum - in foto - sono presenti tutte e otto.
In una sala si possono scannerizzare e ascoltare delle poesie Tanka (composizioni tipiche nipponiche, leggermente più lunghe dei più noti Haiku), fluttuanti all'interno del pavimento elettronico. Ci sono due sale dedicate ad altrettanti giocattoli storici Nintendo: Ultra Hand, citata da Ultramano in Tears of the Kingdom, uno strumento per afferrare e trasportare oggetti lontani. Ci sono delle palline da acchiappare e inserire all'interno di tubature, con suoni e conseguenze a sorpresa. Poi sono presenti delle sale, davvero ben fatte, dedicate a Ultra Machine: una periferica che spara delle palline da ping pong, da colpire con una mazza da baseball. Pensata per l'uso all'interno degli appartamenti, propone degli oggetti da colpire (bottiglie, vasi, statuine) che, se centrati, generano una reazione. Soprattutto, Ultra Machine è situata in delle aree che simulano appartamenti giapponesi di varie epoche: davvero una bella idea.
La quarta attrazione è una versione moderna del Love Tester (altro oggetto prodotto da Nintendo), da utilizzare in coppia con un'altra persona, tenendosi per mano: misura - prevedibilmente - l'affinità tra due soggetti. Tutte le altre sale sono più direttamente connesse ai videogiochi. In una bisogna giocare con una versione enorme di Game & Watch (a Ball o Manhole), non con dei pulsanti ma... attraverso la propria ombra. Un'altra propone uno schermo enorme in cui tredici persone in contemporanea, scegliendo tra Zapper e Super Scope (le pistole per NES e SNES), possono sparare a dei nemici tipici di Super Mario. In una sala sono riprodotti dei controller in formato gigante, tanto che due persone devono collaborare per giocare: come visto nel trailer di presentazione, Miyamoto comanda Mario con la croce direzionale, mentre un'assistente preme A e B in base alle necessità.
C'è un'ultima area, non mostrata durante il Direct, ma forse più interessante - e meno originale - di tutte le altre: un'area in cui si possono provare ottanta titoli provenienti dai, come sono stati definiti, "Nintendo Classics": NES, SNES e Nintendo 64. A memoria, è la prima volta che l'azienda inserisce apertamente N64 tra le console classiche, assieme a NES e SNES. Come abbiamo detto in precedenza, per provare ognuna di queste otto sezioni è necessario spendere le "monete" del biglietto, e non sarà possibile esperirle tutte in un'unica visita. Voleste andare al Meseum, vi facciamo i nostri migliori auguri per la lotteria dei biglietti.