Il mondo dei manga è una fucina di proprietà intellettuali straordinarie, i cui mondi e personaggi possiedono un potenziale pressoché illimitato per una forma d'intrattenimento come il videogioco. Privi delle limitazioni "realistiche" del cinema e spesso orientati verso l'azione, i manga Shonen sono poi particolarmente adatti a trasformarsi in un prodotto interattivo, specie se alle spalle hanno legioni di appassionati consolidate ed estese che non vedono l'ora di vestire i panni dei loro eroi più iconici.
E allora perché, con basi del genere, questo sposalizio tra fumetto giapponese e videogiochi la stragrande maggioranza delle volte si riduce a un grumo di mediocrità? Semplice, fretta derivante dalla volontà di fare soldi facili, problematiche di lavorazione legate a licenze spesso incredibilmente restrittive, o la spiacevole tendenza di molti sviluppatori a convertire universi complessi in titoli strutturalmente fin troppo semplici hanno dato forma a una massa informe di manga game al limite dell'accettabile, la cui sopravvivenza è spesso legata solo alla popolarità dei nomi coinvolti.
Negli ultimi anni (e specialmente dopo il periodo "buio" 2015/2016), però, c'è stata un'impennata qualitativa generale nei titoli provenienti dalla Terra del Sol Levante, che ha peraltro portato alla crescita di molti team considerati in passato minori, e allo sviluppo di svariati videogame eccelsi da parte di quelli più robusti; ne è derivato un adeguamento complessivo nel valore delle opere, che ha portato molti produttori di manga game ad abbandonare strutture e generi ormai ripresi fino allo sfinimento per lanciarsi finalmente su progetti molto più ricercati. Ed è proprio da questa "nuova ondata" di titoli che sembra spuntare One Piece Odyssey: JRPG dedicato all'opera magna di Eiichiro Oda, che domina ormai da eoni mercato e immaginario collettivo con le sue avventure. Sulla carta sembra folle che un gioco simile non sia mai stato creato con alle spalle il giusto mix di tempo e investimenti, eppure è da tempo che gli appassionati aspettavano un annuncio di questo tipo, e ora mancano finalmente pochi mesi al suo arrivo nei negozi.
Attenzione però: il fatto che finalmente stia per comparire un gioco di ruolo ambientato in questo universo, non significa necessariamente che Odyssey sia automaticamente un capolavoro di idee e narrativa. Pertanto, quando Bandai Namco ci ha offerto una prova approfondita di One Piece Odyssey ci siamo catapultati a testarlo, così da poter se non altro costruire qualche valida impressione iniziale. Lo abbiamo provato per più di tre ore, e seppur non siano molte quando si parla di questo genere, sono state più che sufficienti ad analizzare le idee messe in campo dal team di sviluppo. Per fortuna, siamo davanti a un gioco più ricco di trovate originali del previsto...
Filleroni di qualità
Partiamo dalla narrativa, perché se da una parte il gioco è ovviamente è un grosso filler che non va in alcun modo a intaccare l'integrità della linea temporale del manga, dall'altra gli sviluppatori hanno trovato un modo piuttosto brillante per far rivivere ai fan alcuni dei suoi momenti salienti.
La storia principale vede Luffy e i suoi compagni scagliati da una corrente innaturale verso l'isola di Waford: un luogo che nasconde innumerevoli segreti, per qualche motivo popolato da potenti automi e ricco di tecnologie avanzatissime. Dopo aver combattuto contro uno di questi grossi golem d'acciaio, la ciurma di Cappello di Paglia incontra un'introversa ragazzina di nome Lim che, considerando i pirati una minaccia, decide di privarli del tutto delle loro capacità in battaglia grazie a uno strano potere. Costretti ad apprendere di nuovo le tecniche sviluppate durante i loro viaggi - ora sparse per l'isola sotto forma di cubi fluttuanti - i nostri si ritrovano coinvolti nei piani dell'energetico Adio, che vive in quel luogo con Lin e ha bisogno della loro forza per svelare il mistero di Waford.
Parliamoci chiaro, dato che è immediatamente intuibile dal riassunto appena fatto: la trama è solo un comodo espediente per giustificare una struttura GDR con progressione dal primo livello per un gruppo di combattenti tecnicamente già fortissimo, e sfrutta la cosa anche per farvi assaggiare alcune delle mosse più potenti a disposizione dei personaggi durante il prologo; il potere di Lin, tuttavia, rappresenta una trovata più furba di quanto possiate credere, perché si ricollega direttamente alla storia del manga grazie a una sorta di dimensione alternativa chiamata "Memoria". In pratica, i cubi più grossi rubati dalla ciurma di Cappello di Paglia non possono venir riassorbiti normalmente dai loro possessori, ma vanno vissuti come fossero ricordi del passato; questo significa a tutti gli effetti che per restituire a Luffy e compagni la loro forza originaria sarete costretti a combattere con alcuni dei nemici storici del manga, in ambientazioni modificate rispetto a quelle originali per sposarsi meglio alla struttura JRPG del gioco.
Di questi livelli noi abbiamo visto solo Alabasta, ma l'idea alla base è tanto semplice quanto utile per dare ai fan sia una nuova storia con personaggi inediti (seppur disegnati da Oda in persona anni fa), sia un po' di sano fanservice fatto a dovere, oltre che per offrire impegnative battaglie contro alcuni avversari indimenticabili. Curiosamente, però, il gioco di ILCA non sorprende tanto per questa apprezzabile idea alla base, quanto per una interessante rielaborazione delle meccaniche proprie di un JRPG classico, pur mantenendo una struttura a turni con elementi noti.
Una ciurma sempre pronta... alle botte
Quando si parla di combattimento, Odyssey parte da basi a dir poco riconoscibili: sistema a turni con ordine delle azioni chiaramente visibile, mosse selezionabili con costi ben definiti, e chiarissime resistenze "sasso-carta-forbice" su cui si basano gran parte delle scelte tattiche. Tutto nella norma, finché non si inizia a valutare il numero di personaggi utilizzabili, dato che il gioco parte con ben sette membri della ciurma disponibili - quattro combattono in campo, tre restano in riserva - lasciando fuori praticamente solo Franky e Brook (il primo impegnato a riparare la nave, e il secondo in forma spettrale a causa del traumatico approdo a Waford). Per giustificare l'utilizzo di ogni compagno di Luffy, dunque, gli sviluppatori hanno diviso i combattimenti in zone, permettendo al giocatore di fare a cambio tra i personaggi attivi e quelli in panchina in qualunque momento. Non si tratta inoltre di una semplice divisione degli scontri per aumentare la massa dei nemici a schermo, perché se da una parte è vero che si può utilizzare chiunque in qualunque momento, dall'altra certi attacchi permettono di spostare i personaggi una volta piazzati (o addirittura i nemici dopo un colpo) e, visto che gli avversari sono molti, conviene raggrupparli per utilizzare utili attacchi ad area e liberarsene rapidamente. Non bastasse, certi attacchi scagliano via gli avversari a mo' di proiettili, provocando danni a chiunque sia nei paraggi.
L'ultimo elemento strategico - al di là delle tipologie dei nemici e dei personaggi divise in forza, velocità e tecnica - è la presenza di debolezze agli status, che possono spingere a utilizzare ad esempio Usopp invece che un altro pirata dello stesso "tipo", per via della sua capacità di dare fuoco ai nemici. Insomma, si tratta di meccaniche leggermente più complesse rispetto alla media di quelle dei JRPG vecchio stile, ma abbastanza intuitive da venir assorbite quasi subito. Dal canto nostro, abbiamo apprezzato la necessità di sostituire compagni e riposizionarsi a dovere anche contro gruppi di nemici base.
Persino l'esplorazione richiede di sfruttare i personaggi in modo atipico e le mappe, per quanto chiuse e lineari, sono più verticalizzate e ricche di bivi del previsto per via delle abilità ambientali dei protagonisti. Luffy, ad esempio, può usare i suoi poteri per raggiungere zone sopraelevate dove per gli altri è impossibile arrivare, Chopper è in grado di passare in stretti cunicoli, Zoro fa a pezzi pareti d'acciaio, e via così: per esplorare a dovere e recuperare ogni oggetto, è necessario passare da un membro della ciurma all'altro, anche se le ambientazioni tendono ad essere disegnate attorno alle capacità di uno o due personaggi al massimo (almeno all'inizio).
L'esplorazione è significativa anche solo per potenziare a dovere ogni membro dell'equipaggio, dato che i cubi più piccoli di cui parlavamo all'inizio sono piazzati a casaccio nelle varie zone, e spesso non sono semplicissimi da raggiungere. Una volta recuperati, potrete equipaggiarli alle abilità ottenute (che si sbloccano avanzando nella campagna) per migliorarne l'efficacia. L'unico altro elemento di sviluppo oltre a questo, al di fuori ovviamente dell'aumento di livello, sembra per ora essere la gestione degli accessori, che vengono equipaggiati in una schermata "a incastro" dall'area ben definita. In base alla dimensione e alle statistiche aumentate è dunque possibile cambiare del tutto la funzione dei vari protagonisti, rendendoli più difensivi o puntando su varie abilità rigenerative. Un sistema nel complesso ben fatto e piuttosto interessante.
Quindi, tirando le somme, il gioco non sembra essere un JRPG raffazzonato, ma un lavoro chiaramente curato da fan della serie, che hanno voluto mettere in campo meccaniche più allettanti della norma e un bel po' di sano fan service. Per carità, vi sono indubbiamente dei punti deboli nel ritmo di gioco, a tratti un po' troppo lento, ma dalle prime battute Odyssey ci è parso un titolo più solido e ricco di quanto i primi video lasciassero intuire. Ora sarà necessario valutare la validità della sua narrativa e il valore effettivo delle meccaniche mostrate sul lungo andare. A gennaio, aspettatevi una recensione molto dettagliata sulle nostre pagine.
One Piece Odyssey ci ha sorpreso positivamente. Certo, non sarà il JRPG più innovativo o eccezionale che abbiamo mai visto, ma è un prodotto chiaramente curato, con meccaniche interessanti, e più strategia nelle battaglie di quanto pensassimo. Gli espedienti narrativi utilizzati, inoltre, assicurano ai fan di poter rivivere alcuni dei momenti più iconici del manga, e potrebbero innalzare notevolmente la qualità del titolo per chi adora la straordinaria opera di Oda. Non resta che attendere l'uscita per vedere se, finalmente, Odyssey riuscirà ad essere il gioco di One Piece che i fan aspettavano.
CERTEZZE
- Gestione delle battaglie più interessante e tattica del previsto
- Alcuni espedienti narrativi permettono di sbizzarrirsi con il fanservice
DUBBI
- Ritmo un po' blando in certe fasi
- Validità della narrativa e contenuti avanzati da valutare