Gli avvenimenti
Nel primo capitolo impersoneremo Elspeth "Doc" Hollyday, una scaltra ed astuta detective al servizio della ditta investigativa Spookhouse che….Come dite? E' il nome della stessa agenzia investigativa dello Straniero di Nocturne? In effetti con mio grande stupore nelle scene iniziali del gioco (praticamente un utilissimo tutorial), Doc incontra il protagonista di Nocturne più volte, soprattutto nelle parti inziali e durante un incubo……o presunto tale! Finito l'addestramento riceviamo finalmente le istruzioni per la prossima missione: andremo di volata nella cittadina di Burkitsvile per cercare di risolvere un caso quantomeno paranormale.Pare che Rustin Parr, un eremita che abitava nel cuore della foresta che circonda Burkitsville, fosse colpevole di aver massacrato un gruppo di bambini dopo torture indicibili (dato la stato straziante dei corpi ritrovati) per volontà di una voce femminile che glielo avrebbe ordinato telepaticamente. Una volta compiuta la strage Rustin Parr va dalle autorità per farsi arrestare, compiuta oramai la sua missione, asserendo che non aveva ucciso i bambini perché era lui a volerlo. Inviati sul posto, dovrete cercare quanti più indizi possibili per risolvere questo caso, grazie agli abitanti della cittadina che, in men che non si dica, faranno (volenti o nolenti) la vostra conoscenza: si va dal gestore della pensione dove alloggerete, alla ragazza che gestisce la paninoteca, al libraio (i cui libri antichi vi saranno utilissimi per venire a conoscenza delle leggende del luogo), alla maestra della scuola (con un viso peggiore di quello della figlia di Fantozzi!), fino al tanto avverso sceriffo, quanto all'amichevole assistente. Tutti avranno qualcosa da raccontarvi, dalle dicerie alle testimonianze più o meno vaghe, tra cui la leggenda di Coffin Rock, che dà il nome al secondo volume della saga. Qui vi ritroverete, svariati anni prima degli avvenimenti dell'episodio realizzato da Terminal Reality, nei panni di un uomo conciato malissimo, aiutato e curato dalla nonna della bambina che lo ha salvato, tale Robin Weaver (citata e non solo anche nel primo episodio della saga). La riabilitazione fisica di quest'uomo, poi chiamato dalla sig. Weaver col nome di Lazarus (come l'uomo che tornò in vita dopo la sua morte), non corrisponde però a quella mentale, avendo perduto la memoria e quindi tutti i suoi ricordi cui assisteremo a mano a mano che la storia prosegue: infatti sporadicamente (quando Lazarus perde i sensi, ad esempio) vedremo e giocheremo tappe salienti della vita di quest'uomo che si scoprirà essere un tenente nordista nella guerra di secessione che per il suo valore dovrà scovare, assieme a 3 uomini ben selezionati di cui è il comandante, un gruppo di ribelli.
Contemporaneamente al risveglio di Lazarus, Robin scompare e la povera vecchietta è sicura di una cosa: lei è nel bosco di Burkitsville, visto che è posseduta da qualcosa, forse da quella voce di donna così spaventosa che sentiamo nelle scene iniziali. Anche se dotati del medesimo motore grafico e di tanti elementi narrativi in comune, i 2 titoli dopo un'attenta analisi si differenziano a mio modo di vedere per una spiccata propensione all'investigazione dell'episodio dedicato a Rustin Parr (facendolo sembrare a tratti oltre che ad un film horror, anche ad un thriller) rispetto all'episodio dedicato alla "mistica" Coffin Rock, luogo dove in passato sono successe cose crudeli e malvage, visitabile comunque anche nel gioco di Terminal Reality, essendo molto vicina alla casa di Rustin Parr (o meglio quel che ne rimane, dopo il violentissimo sfogo degli abitanti della cittadina di Burkitsville verso la perfidia inaudita dell'eremita). Da quanto detto finora penso che nel primo titolo sia stata messa in maggiore evidenza, rispetto al secondo capitolo, una caratteristica che ha fortemente segnato la pellicola (in positivo o negativo, fate vobis), ovvero un maggior numero di dialoghi e una minore presenza di eventi e situazioni realmente visibili: per intenderci: stanca dopo una giornata d'indagini Doc riposa sul suo lettino, luci spente, il vento che fa sbattere le porte della stanza ed un assordante temporale che sta per iniziare; sentendo rumori dall'interno del bagno(ehm non quei rumori^_^') la nostra protagonista si alza, entra nel bagno, accende la luce ed uno spettro ci passa letteralmente attraverso per poi andarsene attraverso il muro chissà dove (vedere foto allegata per credere)...chi scrive queste righe non nega di aver saltato dalla sedia "alla Bubka" (anche per merito del sistema audio posizionale esaltato dalla Sound Blaster Live e di un temporale appena iniziato anche in quel momento!).E' con una certa paura, mista a desiderio di inseguire questa creatura (che incontreremo a frotte nell'immensa quanto spaventosa foresta), che, muniti di armi ed attrezzatura adeguata per la caccia, lasciamo la pensione per saperne di più; col fido analizzatore di rumori paranormali, entriamo nella prigione dove la presenza spettrale fa impazzire il nostro apparecchio e troviamo lo sceriffo di spalle che è...impossessato! Non solo, tutti i cittadini prima incontrati (anche la bella Gretchel) lo sono e con un certo dolore al cuore siamo costretti a ucciderli tutti per mezzo di pistola, fucile, etc.
Dopo un po' la porta prima chiusa della Chiesa del luogo si apre da sola…… la fine della sequenza si rivelerà forse non essere stata reale, poichè Doc nel suo letto dopo aver assistito alla sua morte...0 al provvidenziale arrivo dello Straniero? Ai posteri l'ardua sentenza, ma le cose strane non finiranno qua, anzi, siamo solo all'inizio! Dopo non molto morirà anche il giudice che ha processato Rustin Parr e...no, mi fermo qua, ho già detto troppo!
Questa formula narrativa che ci fa partire (inizialmente) dal presupposto che Rustin Parr abbia inventato tutto e che non esista nulla di anormale in quello che sembra soltanto una serie di omicidi compiuti dal solito psicopatico, si scontra con quella adottata da Humanhead per il secondo capitolo di TBWP, proponendo subito immagini, suoni e frasi semplicemente diaboliche, malefiche, e facendo sembrare anche qua la trilogia di Resident Evil come una serie di fiabe per i bimbi: se R.E. vi faceva saltare dalla sedia solo per l'arrivo improvviso di un mostro o per il (classicissimo oramai) rumore degli zombies, in questi 2 giochi ispirati alla pellicola campione d'incassi negli Usa lo scorso anno, desisterete presto dal giocare al buio con il volume a palla,sempre che ci teniate al vostro tranquillo sonno!
Grafica
Il motore grafico approntato da Terminal Reality viene in questi 2 games migliorato o meglio ottimizzato, dando prestazioni discretamente migliori rispetto a Nocturne anche per chi non ha l'ultimo processore uscito sul mercato o la scheda grafica che costa quanto una console di ultima generazione. A fianco di ottimi fondali, renderizzati benissimo (l'erba e i quadri raffiguranti Gesù soprattutto, ma anche la foresta è davvero...paurosa, in tutti i sensi; anche i corsi d'acqua sono realizzati in maniera convincente), abbiamo le persone del luogo realizzate con un numero di poligoni superiore alla media per quanto riguarda i visi e gli indumenti (Lazarus e Doc ovviamente hanno goduto di un trattamento migliore, parlato sincronizzato e vestiario in particolare) anche se non ho apprezzato che i protagonisti, se armati di pistola, se ne vanno in giro col braccio proteso in avanti per tutto il tempo. I mostri hanno avuto cure alterne, visto che zombies e alberi vivi sono discretamente curati mentre i cani zombies sono sinceramente pietosi; nota di merito per la loro discreta intelligenza artificiale che li rende dannatamente caparbi, visto che, tanto per darvi un idea di ciò che vi diciamo, un paio di cani zombies che non abbiamo voluto affrontare causa penuria di proiettili non hanno desistito dall'inseguimento manco dopo una decina scarsa di scene! Parlando di magagne grafiche possiamo segnalare la pessima, sincronizzazione delle labbra di buona parte dei personaggi presenti in "Coffin Rock" ed i pochi poligoni che costituiscono alcune parti del corpo di determinati tizi, soprattutto le mani di buona parte di essi o essi stessi nella loro interezza (il povero Kyle su tutti nel primo episodio o il libraio del secondo) e una buona dose di bad-clipping, ravvisabile soprattutto nelle fasi nelle quali dialogherete con gli npg, dove questi ultimi sono praticamente inquadrati in primo piano.
Sonoro
Beh, qua si potrebbe anche parlare di magnificenza sonora! I silenzi, interrotti da rumori, ansimare, pianti e tutto quello che già gli amanti dei films horror conoscono, contribuiscono a creare un'atmosfera da cardiopalma! Volendo rendervi partecipi di quel che sta passando il sottoscritto vi propongo un esempio per "Rustin Parr" ed uno per "Coffin Rock": nel primo, durante il temporale nella foresta (con la mappa oramai andata e con visibilità inesistente) ogni tanto vi capiterà di saltare per aria quando tra un fulmine e lo scrosciare incessante della pioggia vedrete uno spettro nelle vostre vicinanze. Nonostante sapessi che un fucile non serve assolutamente a nulla, non ho potuto fare a meno di sparare un paio di colpi gridando un "AAAAAAARRRRGHHH" che ha provocato un colpo al cuore a mia nonna. Ancora, quando impersonerete l'anima di Lazarus in giro per la casa dei Weaver, il misto di spettri, pianti di neonato e voce malefica (ma VERAMENTE malefica) vi faranno salvare la posizione (tanto si può salvare in qualsiasi momento) per sentire qualche mp3 o chattare con l'amica del cuore, per ricominciare più tardi calmi e sereni, magari il mattino seguente. Parlando di sonoro non potevo esimermi dall'evidenziare l'ottima recitazione dei doppiatori chiamati in causa: Doc ancor di più guadagna in credibilità con la sua voce sfumata molto da donna sicura di sé, la bambina che parla da sola sull'altalena (sicuro?) rende perfettamente l'idea di quello stereotipo che vede il classico bimbo parlare con un mostro/morto/angelo, invisibile agli occhi dei grandi o la maestra dell'asilo ha una voce distrutta che ben rende il dramma che vivono gli abitanti di Burkitsville così come la nonna di Robin Weaver, preoccupata per la sorte della sua unica nipotina che potrebbe essere la stessa del suo defunto figlio e via dicendo.
Giocabilità e longevità
Purtroppo qui arrivano le magagne: anche se le storylines sono davvero ben fatte, e non credo proprio che desisterete prima di aver risolto tutti i misteri che vi propongono i primi 2 tie-in di TBWP, il sistema di gioco potrebbe annoiare qualcuno. In genere entrambi i giochi si possono riassumere con un "parla con gli abitanti, aspetta un determinato avvenimento o flashback, esci indenne dalle sezioni di combattimento, raggiungi una nuova sezione più calma e ritorna da dove sei venuto", da ripetere ad libitum. Purtroppo il sistema di comando non è dei migliori e se non utilizzerete la mira automatica sarà dura uscire vivi dai combattimenti, il cui livello di difficoltà non è certamente dei più bassi.
Personalmente sono rimasto più affascinato dal primo capitolo più ricco di suspence, dovela propria immaginazione trova uno spazio maggiore rispetto al secondo capitolo che da subito non lascia dubbi sul destino che aspetta l'ignaro videogiocatore. Il basso numero di combattimenti rispetto alla parte esplorativa potrebbe far desistere molti dall'acquistare questi primi 2 capitoli a differenza del terzo che si prospetta come un frenetico gioco d'azione. Detto questo veniamo poi ad un altro difetto del genere videoludico ivi trattato: la lunghezza di queste avventure non è (come oramai è intuibile) tale da stare a giocarle per un mese intero e se ci giocherete continuamente, magari spinti dalla bellezza delle sceneggiature, potreste risolverle entrambe anche nel giro di una settimana! Tra i lati positivi della struttura di gioco di Rustin Parr abbiamo alcuni oggetti che ci serviranno ad analizzare gli indizi trovati come un registratore di effetti sonori, l'utilissima torcia, un taccuino per annotare tutto ciò che ci vien detto, la mappa ed altro ancora, che purtroppo non sono presenti in Coffin Rock, non votato al lato investigativo della faccenda, quanto a quello avventuroso e un pizzico di più combattivo.
Conclusioni
Si potrebbe dedurre che la bellezza di una storyline non valga da sola il prezzo del biglietto ma mi sento di consigliare lo stesso, in virtù della stupenda atmosfera e delle sensazioni che proverete, almeno il primo capitolo della saga anche se il secondo non è certo un gioco malvagio. Certo il titolo di Terminal Reality tiene inchiodati al monitor molto meglio del corrispettivo HumanHead. Chissà, magari quando avrete risolto il primo episodio non riuscirete a fare a meno delle emozioni provate e vorrete acquistare anche il sequel; dopotutto potrebbe quasi essere visto come un'espansione, non stravolgendone completamente la struttura.
Aspettando il terzo capitolo programmato dalla Ritual Entertainment, che è come un turnover della saga, poichè ha una struttura di gioco completamente diversa, vi ricordo che questi tie-in vengono venduti in un elegante cofanetto dvd-style, completamente in lingua italiana ed ad un prezzo pari a circa la metà delle nuove uscite. Un motivo in più per scoprire se esiste o no la strega di Blair!
Dal cinema al pc
L'anno scorso non era raro sentir parlare via radio, tv, giornali ed Internet di un alquanto bizzarro film, dal nome "The Blair Witch Project", reduce da un gran successo gegli USA e pronto ad invadere anche la nostra bella penisola; realizzato con un budget di gran lunga inferiore alle superproduzioni hollywoodiane (che oramai non stupiscono più nessuno o quasi) e basato su testimonianze reali (o presunte tali), questo film, girato mediante videocamere amatoriali, ha letteralmente diviso la nostra nazione tra i superfans sfegatati (quelli che mi dicevano di aver assistito ad un capolavoro o che per svariati giorni non hanno dormito serenamente) e quelli che lo hanno bollato come flop cinematografico dicendo che nel film a parte lamenti, impronte, testimonianze, voci strazianti non c'erano mostri, demoni, scene splatter o chissà che, dato che tutto veniva lasciato all'immaginazione dello spettatore, grazie anche a particolari inquadrature folli dei cameramen.
Proprio dagli Usa arriva la notizia della trasposizione videoludica di TBWP (abbreviazione usata per semplificare), sotto chiave di Survival Horror game, ma a gran sorpresa il gioco non è unico, non sono neanche 2, ma ben 3, ognuno sviluppato da una software house diversa che ha tratto dal motore di Nocturne (unico per i 3 titoli) ciò che non ha potuto usufruire il "predecessore" (termine usato non a caso, per un motivo che spiegheremo dopo, motore grafico a parte).
In attesa che tra la fine dell'anno e gli inizi di quello nuovo esca il terzo capitolo, "Elly Kedward's Story", realizzato dalla Ritual Entertainment (autori di Sin ed Heavy Metal Fakk 2), possiamo ora analizzare " Rustin Parr Investigation" dei Terminal Reality (autori di Nocturne e così come già detto poc'anzi, del motore di gioco usato per questa trilogia di giochi ispirati a TBWP) e "Legend of Coffin Rock" degli Humanhead (autori dell'imminente capolavoro annunciato Rune). Prima di addentrarci nell'analisi completa di questi primi due tie-in è bene che sappiate che se non possedete ALMENO un P2 di fascia medio-alta, 128 mb di ram e scheda video accellerata da 32 mb, le prestazioni saranno appena passabili e che il sottoscritto, non avendo visto il film e non essendo assolutamente soggetto all'hype generatasi o ad influenze di amici che ne dicono di belle e brutte, valuterà i 2 titoli per quello che sono, ovvero 2 arcade-adventure di stampo horror che vanno a sfidare la trilogia (da poco tale anche per pc) di Resident Evil.