Incontrando gli Zerg - 2
Infestor
L'unità più spiccatamente votata al supporto altrui, l'Infestor non presenta alcun comando d'attacco ma diventa, in base alla necessità, una trappola letale o il compagno perfetto per qualche raid a sorpresa.
Nascosto sotto il terreno può attendere un gruppo di avversari e quindi riversare su di loro il suo veleno in grado di infettare, eventualmente, anche i prodotti degli edifici ad essi collegati, mentre quando accompagna degli alleati li nasconde dietro un'inquietante cortina di fumo, rendendoli a loro volta inavvicinabili se non a patto di sacrificare gli scudi difensivi.
Swarm Guardian
Ultima grossa introduzione, è il corrispettivo rivisto e corretto dell'originale Guardian di StarCraft e come quest'ultimo deriva direttamente dai Mutalisk. L'attività principale in cui impegnare lo Swarm Guardian è la presa della base nemica, gli scontri più aspri dove dall'alto può attaccare relativamente indisturbato, lasciando nel contempo ai piccoli esseri che si porta appresso l'onere di premere dal basso.
Non un concetto rivoluzionario e pochissimi fronzoli, ma tanta sostanza che può essere impegnata quando latitano strategie più sofisticate o semplicemente è necessario infliggere il colpo di grazia.
Le altre novizie
Minori come peso specifico ma sempre interessanti sono altri nuovi rappresentanti della razza Zerg, che aiutano a comporre un puzzle ancora più articolato e ricco di possibilità.
Gli Overseer rintracciano i nemici posizionati in angoli bui della mappa o nascosti grazie a speciali abilità, mentre i Baneling esplodono al contatto con qualsiasi superficie, perdendo la vita ma causando ingenti danni.
In generale, la nuova visione voluta per questa razza aliena sembra porre maggiormente l'accento sulla loro adattabilità alle situazioni più disparate, rendendoli versatili per quanto ancora non facili da utilizzare: muoversi in fretta e prendere di sorpresa sono conditio sine qua non inappellabili, ostiche da soddisfare per chi gioca le prime partite a Starcraft II.
E non finisce qui...
A margine della presentazione dedicata agli Zerg si è specificato come in realtà la pre- alpha disponibile alla prova su strada sia ancora fortemente soggetta a costanti cambiamenti settimanali, che ne modificano il bilanciamento anche in modo evidente.
L'equilibrio come priorità, quindi, non solo dal punto di vista del gameplay ma anche per fascino e suggestioni che ogni singola fazione può suscitare nei giocatori, così da evitare fenomeni come quello che vede i Terrains essere la primissima scelta dei giocatori più bravi nell'amata Corea.
Le sessioni di gioco preliminari avute nella giornata odierna – e di cui si parlerà nel secondo articolo dedicato alla trasferta – e i filmati mostrati, non fanno che confermare le sensazioni positive già espresse dopo il Blizzcon, con in particolare l'aspetto visivo in grande spolvero: ogni unità è caratterizzata sin nel minimo dettaglio, risultando credibile tanto nelle animazioni quanto nella singola texture, mentre non si registrano rallentamenti anche con lo schermo pieno di modelli in movimento.
Meno di 24 ore e faremo luce in modo approfondito sul gameplay ed in particolare su quanto il multiplayer di StarCraft II offrirà ai milioni di fan in trepidazione.
StarCraft 2 sarà disponibile per PC.
I lettori di Multiplayer.it sanno quanto non siano le esclusive a mancare su questi lidi; ci sono però occasioni che per importanza si fissano nella mente di chi vi partecipa, rappresentando momenti unici. È questo il caso della visita ai nuovi studi Blizzard a Irvine, California, che è stato possibile raggiungere in occasione dell'ultima presentazione di StarCraft II.
Dopo circa otto ore passate al capezzale di una delle software house più ricche e rispettate del panorama videoludico, a giostrarsi tra interviste, sessioni di gioco e incontri assortiti, chi scrive non può non manifestare un certo entusiasmo per la qualità del prodotto e stupore per l'incredibile struttura, divisa in tre edifici, che ospita le centinaia di persone al lavoro sui vari progetti attualmente in corso d'opera.
Il materiale raccolto e quello in arrivo durante il secondo giorno negli Stati Uniti, suggeriscono di spezzare la stesura del reportage in più parti, di cui quindi questa è solo la prima.