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Il ministro Validitara tira ancora in ballo PlayStation criticando il sistema tradizionale delle sospensioni

Le sospensioni tradizionali fanno un regalo ai bulli facendoli stare a casa a giocare con PlayStation, andrebbero riformate in maniera da valorizzare la solidarietà e i lavori socialmente utili.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   01/02/2025
Il ministro Valditara

Sembra che il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara abbia una sorta di chiodo fisso con i videogiochi, sintetizzati spesso con il termine "PlayStation", avendo tirato in ballo la console in questione anche in un recente commento di critica nei confronti del sistema tradizionale delle sospensioni dalla scuola.

La revisione di questa antica sanzione disciplinare rientra nelle nuove misure che il ministro vuole introdurre per rafforzare il valore della condotta nelle scuole, e in una recente dichiarazione durante un'intervista con "Il giorno de La Verità" l'ha presentata citando ancora una volta PlayStation, una sorta di fissazione per Valditara.

"Non ha senso la sospensione come è intesa oggi, perché se sospendo 15 giorni un ragazzo che ha picchiato un insegnante gli faccio un regalo, perché giocherà alla PlayStation o al cellulare, frequenterà magari cattive compagnie", ha riferito il ministro.

Critica condivisibile, ma che c'entrano i videogiochi?

A dire il vero, la critica al sistema tradizionale delle sospensioni come sanzione disciplinare inadeguata non sembra sbagliata e il concetto è condivisibile.

Il ministro Valditara
Il ministro Valditara

Nell'ottica di una revisione che abbia l'obiettivo di "far comprendere l'importanza dell'altro, della società, delle regole e del rispetto", Valditara propone nuove misure che prevedano, al contrario, più scuola per le sospensioni fino a due giorni e, per periodi più lunghi, attività socialmente utili.

In questo senso, l'intenzione è di mettere il soggetto a contatto con altri in un contesto di solidarietà, con lo scopo di combattere il comportamento antisociale con una sorta di servizio sociale. "Il problema del bullo infatti deriva da un ego ipertrofico che pensa di essere padrone del mondo, ma ci sono dei diritti e dei doveri come il rispetto verso i docenti, il personale e gli altri studenti", ha riferito il ministro.

L'idea è dunque condivisibile, ma la questione curiosa qui è il voler sempre menzionare PlayStation (che in Italia in particolare è praticamente sinonimo di videogiochi) come un elemento carico di negatività, quasi al pari di influenze negative come le celebri "cattive compagnie".

Non è affatto la prima volta che il ministro dell'Istruzione fa dichiarazioni del genere, come quella emersa il mese scorso sui "videogiochi violenti" in cui si "impara ad ammazzare" e purtroppo rappresenta un po' una tradizione per la politica italiana, che nel frattempo continua ampiamente a sottovalutare la portata del videogioco sia dal punto di vista comunicativo e artistico del medium che come industria di importanza sempre maggiore.