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Il Regno Unito non inasprirà le leggi sui giochi live service rimossi dai listini

Il governo britannico ha rifiutato di inasprire le leggi a tutela dei consumatori rispetto ai giochi live service che vengono rimossi dai listini e non sono più disponibili.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   04/02/2025
Il Joker in MultiVersus

Il Regno Unito non inasprirà le leggi a tutela dei consumatori rispetto ai giochi live service non più disponibili, che vengono chiusi, disattivati e/o rimossi dai listini, talvolta nonostante siano stati regolarmente acquistati.

La decisione del governo va dunque in contrasto con una petizione che aveva raccolto oltre 10.000 firme e che chiedeva ai legislatori un aggiornamento delle norme per vietare ai publisher di rimuovere i videogiochi che hanno già venduto senza che gli utenti abbiano la possibilità di conservarli in qualche modo.

La posizione espressa dal governo sancisce che "non ci sono piani per modificare la legge britannica sui consumatori in merito alla disabilitazione dei videogiochi", e che "coloro che vendono giochi devono conformarsi ai requisiti esistenti nella legge sui consumatori", con la promessa di vigilare.

"Il governo riconosce le preoccupazioni sollevate dagli utenti di videogiochi in merito all'operatività dei prodotti acquistati", ha dichiarato il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport. "Siamo consapevoli dei problemi relativi alla durata dei contenuti digitali, inclusi i videogiochi, e comprendiamo le preoccupazioni dei giocatori di alcuni titoli che sono stati rimossi."

"Non prevediamo di modificare l'attuale legge sui consumatori relativa all'obsolescenza digitale, ma monitoreremo la situazione e prenderemo in considerazione il lavoro svolto dalla Competition and Market Authority (CMA) sui diritti dei consumatori e sul danno ai consumatori."

Un tema complesso

La recente cancellazione di MultiVersus ha riportato in auge la discussione relativa a tutte le situazioni in cui un videogioco, in questo caso specifico free-to-play ma inevitabilmente dotato di contenuti a pagamento, viene per un motivo o per l'altro rimosso dai listini e gli utenti non possono più accedervi.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
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Cambiare questo approccio comporterebbe tuttavia un impegno non indifferente da parte dei publisher, specie ragionando in merito alle esperienze dalla forte vocazione online, che a server spenti difficilmente potrebbero sopravvivere nei dispositivi degli utenti che le hanno acquistate o che hanno investito denaro nelle microtransazioni.