Il senatore del North Dakota Kevin Cramer ha chiesto a Sony di mostrare i suoi contratti di esclusiva per PlayStation in una lettera inviata direttamente al CEO della compagnia Kenichiro Yoshida. Si tratta solo dell'ennesimo atto scaturito dal tentativo di acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, con una fetta della politica USA che si è schierata apertamente a favore della stessa, agendo a livello diplomatico contro Sony, rea di essersi opposta troppo duramente all'affare.
La lettera di Cramer risale al 13 aprile 2023 ed esprime "preoccupazione per gli sforzi fatti da Sony di difendere i suoi affari dalla concorrenza nel settore delle console da gioco". Il senatore ha quindi chiesto a Sony di fornire delle "copie non censurate" di tutti gli accordi che hanno dato a Sony il diritto di distribuire in esclusiva i giochi sviluppati da editori indipendenti, ossia gli accordi dietro ai giochi esclusivi di PlayStation come Final Fantasy XVI, che non è stato annunciato per Xbox di Microsoft.
Cramer ha anche chiesto di poter vedere gli accordi che vietano agli editori di pubblicare i loro giochi sui servizi in abbonamento o streaming concorrenti, come l'Xbox Game Pass. Il senatore vuole anche vedere i documenti interni di Sony relativi alla sua acquisizione di Bungie, avvenuta nel 2022, più tutta la corrispondenza con le autorità che si occupano della concorrenza nel mondo dei videogiochi.
Si tratta evidentemente di una risposta alle fortissime pressioni di Sony fatte agli organi antitrust mondiali per cercare di bloccare l'acquisizione di Activision Blizzard, adducendo come motivazione la presenza di un rischio per la concorrenza nel caso in cui Call of Duty diventasse un'esclusiva.
La lettera di Cramer fa eco a quella spedita da altri undici membri del congresso USA il mese scorso. Il senatore di suo ha voluto sottolineare l'ipocrisia di Sony nell'opporsi all'acquisizione, accusandola di condotta anti competitiva.
Per giustificare l'invio della lettera, Cramer ha parlato del peso dell'industria dei videogiochi in North Dakota, con un impatto di 20,6 milioni di dollari e 221 posti di lavoro, che potrebbero salire a 6320 nei prossimi dieci anni.