La bella Marian è stata di nuovo rapita da un malintenzionato e i fratelli Billy e Jimmy dovranno fare di tutto per salvarla. Stavolta, però, si troveranno di fronte un avversario formidabile, diverso da quelli a cui sono abituati. Niente malviventi di strada, qui si passa al livello successivo con un bestiario composto da androidi, guerrieri armati di jetpack, enormi boss meccanici e infine un invincibile samurai-scheletro, responsabile di tutto quanto. Gli sviluppatori di WayForward Technologies, specializzati nella realizzazione di action beat'em-up 2D, ci offrono in questo caso la loro migliore produzione, andando a rivisitare il classico di Technos Japan attraverso un'operazione pensata per valorizzarne i contenuti. Vediamo dunque i vari personaggi "modernizzati" rispetto al loro design originale, tanto i "buoni" quanto i "cattivi", e una campagna che si dipana attraverso dieci livelli in cui succede letteralmente di tutto... ma non vogliamo anticiparvi troppe cose. La splendida colonna sonora di Double Dragon, firmata da Kazunaka Yamane, è stata riarrangiata per l'occasione e arricchita con una serie di nuovi brani che riportano alla mente le atmosfere e la musicalità della fine degli anni '80.
Proprio attorno alle musiche è stato costruito il nuovo sistema di potenziamento di Billy e Jimmy, che lungo il percorso possono raccogliere alcune audiocassette che gli consentono di sbloccare e potenziare una rosa di abilità "passive" e di attacchi speciali. Le prime consistono in un boost delle caratteristiche del personaggio, nella capacità di recuperare energia vitale a ogni colpo messo a segno o in diversi "bilanciamenti" che favoriscono l'esecuzione dell'attacco speciale piuttosto che le combo. Per quanto concerne invece gli attacchi speciali, si va dal classico calcio volante a mulinello al potente "colpo del Drago", in grado di scaraventare qualsiasi avversario a distanza, dalla palla di fuoco a una vera e propria "smart bomb" che vede un enorme drago di fuoco comparire sullo schermo e danneggiare tutti i nemici presenti. Le possibilità in tal senso sono molteplici, ma gli sviluppatori non hanno voluto renderci la vita facile, limitando la presenza dei negozi (per potenziare le "magie" spendendo il denaro raccolto) e del "carpentiere" (per aumentare l'efficacia di ogni singola abilità speciale) a tre o quattro stage che ci troveremo, per forza di cose, a dover rigiocare.
Il pugno lento di Hokuto
Se siete nostalgici dei picchiaduro a scorrimento, saprete bene che Double Dragon è stato il vero capostipite del genere dopo l'esperimento fatto con Renegade, tecnicamente molto più semplice e meno sfaccettato. Dopo Technos Japan è stata Capcom a prendere in dote la tradizione dei beat'em-up progressivi con Final Fight, introducendo uno stile decisamente diverso per quanto concerne l'esecuzione dei colpi, rapidissima, e delle prese. È dunque un po' traumatico l'impatto con Double Dragon Neon, che sacrifica la velocità delle manovre in favore della fluidità delle animazioni, presentandoci un sistema di combattimento fortemente basato sulla manovra evasiva (eseguibile premendo il dorsale L2), che attivata al momento giusto ci consente di ottenere un boost delle prestazioni e, dunque, di contrattaccare in modo ancora più efficace.
Il gioco parte con il solo livello di difficoltà normal (gli altri due si sbloccano completandolo), ma già così il grado di sfida si rivela discretamente alto e il game over non sarà un evento raro, anzi. In sala giochi si poteva ovviare a tale problema inserendo un altro gettone e continuando la partita, e lo stesso approccio è stato purtroppo adottato da tutta una serie di conversioni arcade, uccidendone letteralmente la longevità. In questo caso specifico, i ragazzi di WayForward Technologies hanno pensato bene di rendere disponibili i "continua" infiniti, ma di obbligarci in tale situazione a ricominciare il livello daccapo. Il risultato finale è dunque uno story mode piuttosto impegnativo, a tratti immancabilmente frustrante, con la complicata gestione delle mosse speciali a renderci la vita difficile e avversari che non vanno giù al primo pugno, ma che anzi richiedono una corposa sequenza di mosse prima di passare a miglior vita. A proposito di mosse, il repertorio a nostra disposizione non è purtroppo ricchissimo, specie in termini di combo: due cazzotti e un calcio rappresentano lo standard per stordire un nemico, dopodiché si può colpirlo con un ulteriore pugno/calcio oppure afferrarlo (pulsante Cerchio) e lanciarlo addosso ai suoi compagni; oppure ancora, in presenza di due avversari intontiti, farli sbattere l'uno contro l'altro. Ci saremmo aspettati, insomma, qualche colpo in più (manca la gomitata!!! No, dico, la gomitata!!!), specie di quelli capaci di mandare rapidamente al tappeto un nemico per poterci concentrare sugli altri (la gomitata, appunto).
Trofei PlayStation 3
Double Dragon Neon consente di sbloccare tredici Trofei legati a dinamiche di tipo tradizionale, che prevedono la sperimentazione di ogni mossa, arma e livello presenti nel gioco. Si ottiene dunque un Trofeo se si usano almeno una volta tutte le armi, si effettua il primo "mixtape" per le abilità speciali, si eseguono cinquanta schivate al limite o si completa uno stage senza subire alcun danno.
Mostri mostruosi e robot robottosi
Benché il repertorio a disposizione di Billy e Jimmy non sia vastissimo, non si può dire altrettanto dei malintenzionati che affronteremo nel corso degli stage. In molti casi si tratta di rivisitazioni degli sgherri presenti nel Double Dragon originale, inclusi gli energumeni capaci di afferrarci e lanciarci come fossimo un sacchetto di patatine, ma non mancano le new entry, che come detto rispecchiano l'interpretazione fantascientifica che si è voluta dare a questo remake.
Gli scenari vantano una qualità altalenante, offrono talvolta qualche simpatica variazione sul tema (vedi le sezioni "in ombra") e in alcuni casi tentano di spingersi oltre il loro ruolo originario, ovvero quello di fare da semplice sfondo alle scazzottate fra i fratelli Lee e i loro avversari, introducendo baratri, trappole e oggetti che possiamo fracassare per ottenere denaro oppure bonus. Il design di alcuni boss non è splendido (vedi l'elicottero o la "macchina da guerra"), ma anche in questo caso ci sono idee davvero assurde, come la grossa pianta carnivora che da una parte nasconde una testa di squalo (che lancia missili dagli occhi, eh) e dall'altra quella di un tirannosauro. I loro pattern d'attacco sono sufficientemente vari per costituire una buona sfida, e vanno assolutamente memorizzati perché si possa sconfiggerli. Lo stile della grafica ci è piaciuto, ma è chiaro che si tratta di una questione soggettiva. Ciò che invece appare oggettivo è la mediocrità delle animazioni, che per quanto fluide conferiscono ai personaggi movenze decisamente legnose e poco plausibili. Qualche parola infine per le musiche: davvero belle, coinvolgenti e persino divertenti (vedi il brano dei titoli di coda).
Conclusioni
Non era semplice reinterpretare un classico come Double Dragon, ma gli sviluppatori di WayForward Technologies hanno saputo catturare lo spirito del coin-op originale, trasportandolo efficacemente ai giorni nostri. Il risultato è un picchiaduro a scorrimento piuttosto impegnativo, che non concede nulla (neanche una tranquilla gestione dei potenziamenti), in cui i combattimenti si svolgono in un mix di schivate e contrattacchi, senza una grande varietà per le combo ma con una buona sensazione di impatto e, soprattutto, un'alternanza di situazioni che non rende l'azione eccessivamente ripetitiva. Le idee messe in campo, persino quelle più assurde, lavorano tutte nella direzione di un omaggio confezionato con passione, a cui purtroppo manca una modalità co-op online (limite gravissimo, a nostro avviso) ma che rappresenta di certo un acquisto obbligato per i nostalgici dei fratelli Lee.
PRO
- Approccio decisamente hardcore
- Bella reinterpretazione di grafica e sonoro
- Sistema di combattimento inedito, ma di spessore
CONTRO
- Manca una modalità co-op online
- Poche combo a disposizione
- Gestione dei potenziamenti problematica