Ogni anno la tiritera è più o meno la stessa: quasi in concomitanza con l'inizio della nuova stagione calcistica sul mercato arrivano i due videogiochi a tema concorrenti, con dietro tutto un corollario fatto di promesse, offerte e lunghe discussioni sui forum tra i fan dell'uno e dell'altro titolo. Dopo aver quindi recensito Pro Evolution Soccer 2018 è per noi arrivato il momento di occuparci anche del suo "avversario" diretto, cioè a dire quel FIFA che negli ultimi anni ha sottratto proprio alla serie Konami lo scettro di miglior simulazione di calcio sul mercato. Un trofeo che lo sviluppatore, EA Sports, non sembra intenzionato a mollare, a giudicare da questo FIFA 18. Vediamo perché.
Il Viaggio continua!
Come ogni anno FIFA si presenta agli utenti con tantissimi contenuti. Dalle classiche amichevoli da disputare in locale o online, dove abbiamo registrato un buon sistema di matchmaking e una discreta stabilità dei server, alla modalità Stagione, anch'essa disponibile nella doppia versione casalinga e via Rete, fino ad arrivare al Pro Club, ai tornei ufficiali o personalizzabili per club e nazionali, alle competizioni per il calcio femminile, l'offerta è come sempre ricchissima. Fulcro però dell'esperienza restano come ormai avviene da qualche anno le modalità Ultimate Team e Carriera, e dalla scorsa stagione, Il Viaggio. La prima ormai è conosciutissima, ed è una delle preferite dai fan della serie: consiste come sempre nel creare la propria squadra ideale basando gli acquisti e gli scambi di calciatori, rappresentati da una figurina che ne indica il valore globale, su un sistema di aste. La novità più grande di quest'anno è rappresentata dalla presenze delle Icone, carte raffiguranti star del passato come Ronaldo, Maradona e Pelè, che hanno tre diverse versioni a rappresentare ciascuna tre momenti differenti della loro carriera, alcuni ritocchi alla sezione Sfide Creazione Rosa con l'inserimento di variabili in grado di aumentare il livello di sfida, e la modalità Squad Battles che dà l'opportunità di vedersela con altri team creati all'interno di FUT dai giocatori, sfidando però la squadra gestita dall'intelligenza artificiale. Di questa modalità torneremo comunque a parlarne approfonditamente a parte in futuro.
Anche la modalità Carriera è stata migliorata, e anche tanto: oltre a menu più funzionali, in ottica mercato è stato implementato un apposito Hub dove avere sempre tutto sotto controllo e gestire le trattative in prima persona con i club e coi rappresentanti dei calciatori, con tanto di scenette filmate e interattive. Sono poi stati introdotti dei filmati dinamici per le notizie dell'ultima ora nel menu, gli allenamenti pre-impostati e nuove dinamiche come le clausole rescissorie o i bonus trasferimenti che rendono il tutto più avvincente e credibile. Peccato solo che, seppur in maniera minore rispetto al 2017, si assiste ancora a qualche inverosimile operazione di mercato. La terza delle modalità più importanti di FIFA, come scritto prima, è Il Viaggio, che quest'anno continua con Il ritorno di Alex Hunter. La bella modalità storia che lo scorso anno ha saputo appassionare tantissimi videogiocatori raccontando come in una pellicola interattiva le vicende calcistiche e umane di un giovane talento alle prese con il suo tentativo di sfondare nel calcio che conta, ritorna ancora più ricco di contenuti. A cominciare dalla possibilità di cambiare squadra e torneo, o il look del protagonista. Completano il quadro una grafica più bella, un taglio ancora più cinematografico delle vicende, la possibilità di incontrare o interpretare nuovi personaggi e una trama più profonda. Quest'ultima, infatti, scava ancora di più nell'animo di Alex, il quale comincia la sua nuova avventura in Brasile, tra le favelas, quasi cercasse nuovi stimoli prima degli impegni stagionali, negli occhi carichi di speranza e di passione per il calcio di quei ragazzini poveri con cui gioca per strada. Di questo secondo capitolo de Il Viaggio torneremo sicuramente a parlare in maniera più approfondita nei prossimi giorni.
Parola d’ordine, fluidità
Ma il cuore pulsante di una simulazione sportiva resta la giocabilità, e allora una volta scesi in campo è impossibile non accorgersi dei ritocchi e delle rifininiture apportate da EA Sports ai comandi, che adesso sono più reattivi, e alla fluidità generale. Gli atleti, infatti, reagiscono sul campo più velocemente agli imput che ricevono, e possono eseguire con naturalezza una serie innumerevole di movenze. Merito della tecnologia Real Player, che ne ha incrementato le animazioni e le ha rese molto più naturali anche quando si tratta di micro-movimenti. In questo modo l'azione si sviluppa sempre in maniera fluida, e le movenze dei giocatori sono ancora più correlate a quelle che sono le dinamiche legate alla corsa e ai gesti del corpo in fase di accelerazione e decelerazione, ai dribbling o ai cambi di direzione.
In combinazione con quanto appena descritto agiscono poi una gestione della fisica leggermente più rifinita rispetto allo scorso anno, che si fa sentire per esempio a ogni contatto, una migliorata intelligenza artificiale e un pallone più credibile nel modo di "comportarsi", specie nei rimbalzi. Di conseguenza le azioni, anche quelle personali, come le conclusioni a rete e i passaggi risultano più imprevedibili; per quanto concerne invece il gioco di squadra, la ricerca del contatto fisico, la volontà di gestire la sfera senza perderla con giocate astruse, l'impegno profuso fino alla fine sono solo alcuni degli elementi chiave che lo contraddistinguono. Più in generale, ogni formazione tende a rispecchiare nel modo di agire quello delle rispettive controparti reali, o almeno così fanno i club e le nazionali più famose. Il che si traduce in un incremento del livello di difficoltà che va di pari passo con l'aumentato realismo, e in un ritmo di gioco a volte frenetico, altre ragionato, a seconda delle squadre in campo o del risultato, ma sempre verosimile.
Il mio nome è Cristiano Ronaldo
In fase offensiva si nota più varietà nello sviluppo delle azioni e nel grado di partecipazione dei membri delle squadre, tra l'altro meglio posizionati in campo, con sovrapposizioni sensate sugli esterni da parte di ali o terzini, inserimenti centrali a turno dei mediani, e attaccanti che a seconda delle proprie abilità cercano di dialogare con rapidi uno-due, di creare spazi o di evitare di finire in fuorigioco. Allo stesso modo in fase difensiva le squadre sono più attente a non concedere spazi e a cercare di evitare gli uno contro uno, con i terzini pronti a supportare il lavoro dei centrali con delle rapide diagonali. Anche i portieri sono più reattivi, specie nelle uscite, anche se ogni tanto si fanno sorprendere sul primo palo.
Scavalcare le difese con lanci in verticale o scatti improvvisi è difficile, a meno di non trovarsi a ribaltare una situazione magari di calcio d'angolo, così come lo è sbilanciare il marcatore avversario e superare quelli più fisici, cosa che richiede una buona tempistica e una attenta valutazione dell'azione in corso. Questo non vuol dire che la giocata del fuoriclasse non possa sortire alcun effetto o che non sia prevista, anzi: un numero di Cristiano Ronaldo può sempre far saltare il banco. In tal senso per chi difende basta un attimo di distrazione: perdere l'uomo che sta marcando o concedergli quel centimetro in più per permettergli una finta o un dribbling e la frittata è fatta. L'IA della Cpu tiene proprio conto degli errori difensivi del giocatore e spesso li sfrutta a dovere per andare in porta. E non solo: le nuove meccaniche dei dribbling permettono davvero di avere cambi di direzione più stretti e, come visto prima, tocchi più precisi, anche leggeri, che in combinazione con quanto già scritto a proposito della tecnologia Real Player, possono risultare devastanti. Da segnalare una piccola quanto carina novità, quella cioè relativa alle sostituzioni eseguibili anche senza dover uscire dal match.
Come in televisione
Passando ad analizzare la parte tecnologica, non possiamo che sottolineare la bontà del lavoro dei grafici di EA Sports e il buon uso del Frostbite nel confezionare un prodotto visivamente simile a una produzione televisiva. Da questo punto di vista bene si comporta la regia del gioco, che viene esaltata in particolare in quei tornei come La Liga e la Premier League coperti da licenza ufficiale, e che offrono quindi presentazioni e grafiche in sovrimpressione riprese dalle vere trasmissioni TV britanniche e spagnole. FIFA 18 compie poi su PlayStation 4 un ulteriore balzo in avanti anche per quanto riguarda la rappresentazione di giocatori, maglie, ed elementi di contorno, che si confermano di ottima fattura, curati in ogni minimo dettaglio. Riguardo gli atleti, non tutti i volti a dire il vero sono aggiornati, ma non ci si può lamentare, specie considerando come siano stati migliorati le proporzioni dei modelli poligonali e in generale le loro animazioni, come abbiamo scritto prima in questo articolo. Quelle poi dei calciatori più famosi sono personalizzate, e rappresentano quasi lo stato dell'arte per una simulazione sportiva come questa. Ottimi come sempre gli stadi, animati da un pubblico molto dettagliato e decorati da nuovi striscioni e oggetti che variano a seconda della nazione di appartenenza, così come cambia la gestione climatica.
Quattro le novità in tal senso, che sono gli impianti di Huddersfield e Brighton che vanno ad arricchire ulteriormente la già numerosissima colonia di arene della Premier League, il Wanda Metropolitano dell'Atletico Madrid e lo StubHun Center dei Los Angeles FC. Assente di nuovo il Camp Nou, ma era scontato, mentre per l'Italia ci sono solo l'Allianz Stadium della Juventus, San Siro di Milano e lo Stadio Olimpico di Roma. Dal canto suo l'audio risulta come sempre di grande livello, con suoni, cori ed effetti di fondo capaci di catapultare idealmente il videogiocatore all'interno di una arena reale. Anche in questo caso, a seconda degli impianti di gioco e delle regioni del mondo dove avvengono le partite, cambiano anche i rumori, i motivetti, l'intensità e certe caratteristiche del tifo. Un vero e proprio spettacolo che aiuta a immergersi ulteriormente nel contesto di un match o di una competizione. Un po' deludente la telecronaca italiana, come sempre affidata a Pierluigi Pardo e Stefano Nava. E' vero, ci sono tante nuove frasi, ma di base abbiamo un commento altalenante, con Pardo quasi sempre "dinamico" e spontaneo, e un Nava di contro "meccanico e lento" nel dire la sua sulle varie azioni. Pur con tutta la simpatia per l'ex calciatore del Milan, forse è arrivato il momento di cambiare.
Conclusioni
FIFA 18 è un titolo rifinito e maturo, che unisce una manciata di novità ben studiate alla formula e al pacchetto contenutistico che oramai da anni lo rendono un must assoluto per i fan. Le interessanti novità introdotte nelle sue tre modalità più amate, vale a dire Il Viaggio, Carriera e FUT, più le nuove animazioni e le rifiniture in termini di giocabilità sono in questo caso gli elementi più evidenti del buon lavoro svolto dagli sviluppatori partendo dalle solide basi di FIFA 17.
PRO
- Miglioramenti generali alla giocabilità, alle animazioni e all'intelligenza artificiale
- La modalità Il Viaggio è ancora più avvincente
- FIFA Ultimate Team più completo
- Tantissimi contenuti e licenze
CONTRO
- Buono in generale il comportamento dei portieri, ma a volte si lasciano sorprendere sul primo palo
- Nella modalità Carriera si assiste ancora a qualche strano trasferimento
- La telecronaca andrebbe rinnovata in parte con il cambio di Stefano Nava