Tanti, troppi anni sono passati da quel bellissimo quanto maledetto trailer che annunciò al mondo l'arrivo di questo gioco. La recensione di Dead Island 2 che vi apprestate a leggere mette finalmente un punto a uno sviluppo travagliato e, immaginiamo, estenuante per tutte le parti in causa. Prima di iniziare ad eviscerare questo nuovo gioco, a prescindere da come verrà valutato il prodotto finale, ai Dambuster Studios va il merito non da poco di aver portato la cosiddetta nave in porto. Quindi benvenuto Dead Island 2, è stato comunque un piacere conoscerti.
Mordace e mordente
Dead Island 2 è un gioco da chiacchiera. Sì, davvero: prendi due amici e inizi a giocarci, ma è come stare al telefono. Si parla, che hai fatto stasera e che hai fatto te, e lui ti disturberà il giusto; ma quando il volume aumenta, meglio mettere al bando le ciance e concentrarsi perché vorrà dire che stanno arrivando i problemi, tanti problemi. Dead Island 2, sia chiaro, può essere giocato in solitaria senza nessun tipo di problema, e per una decina di ore ti tiene anche incollato perché alla fine le cose funzionano, la grafica è davvero molto bella e poi, diciamocelo, stendere zombie è sempre una soddisfazione. Solo che senza amici manca qualcosa, la chiacchiera appunto, e la chiacchiera manca perché manca il mordente all'avventura.
In Dead Island 2 si fanno essenzialmente due cose: uccidere gli zombie per il 90% del tempo e cercare nuovi oggetti per uccidere altri zombie nel restante 10%. E fin qui andrebbe anche bene, no? Inoltre il fatto di utilizzare questi piccoli, ma super dettagliati livelli, al posto degli ultimi sbrodolanti open world è un pregio non da poco: fai sempre qualcosa e non perdi mai tempo. Manca però una progressione, una crescita esponenziale, il cambio di carte in tavola che spiazza i giocatori come ha fatto a suo tempo Ravenholm di Half-Life 2, o il più recente grattacielo di The Last of Us Parte II dove gli infetti escono dalle pareti e tu puoi andarci pesante di fucile a pompa. Non è carino mettergli davanti produzioni così importanti, però questa sensibilità nel gestire le emozioni la troviamo anche in tantissimi giochi che per un motivo o per l'altro non hanno fatto la storia. Poche sorprese da queste parti, ed è un peccato.
Colpi e scalpi
Dead Island 2 invece tira dritto dall'inizio alla fine aggiungendo sì elementi inediti, come nuovi poteri e nuove meccaniche di crafting, ma in fondo niente che ti dia l'idea di essere sempre più vicino al pericolo. Anzi, proprio grazie alla capacità di aumentare il nostro potere riciclando pezzi di zombie che verrà sbloccata a circa metà gioco, diventeremo così forti che il pericolo per gli altri saremo proprio noi, già immuni a questa nuova stravagante epidemia zombie. Da un certo punto in poi, Dead Island 2 sprona a prevaricare la minaccia zombie più che a temerla, ed è una scelta fatta forse anche per nascondere i limiti di tutta l'infrastruttura tecnica e ludica. C'è qualche boss di fine livello diverso da tutti gli altri, galvanizzanti momenti nei quali la musica va a cannone e gli zombie escono dappertutto, ma si tratta pur sempre di combattere e non attraverso un sistema complesso o interessante ma uno piuttosto elementare.
Suggerimenti...
Dead Island 2 fa molto con poco, questo è vero e lo è altrettanto il fatto che molti di questi problemi erano già presenti nel primissimo gioco che inoltre sfoggiava una resa tecnica e grafica lontana dagli standard del tempo. Almeno Dead Island 2 da questo punto di vista è decisamente moderno, molto pulito e con una fluidità piacevole e costante, con qualche calo sono nella modalità coop. Come gameplay siamo però fermi al 2006. Per esempio, il poter giocare con gli elementi come elettricità e fuoco è oramai è una costante che non sorprende più se realizzata come in Dead Island 2. Nel gioco Dambuster puoi aprire il rubinetto del tubo per allagare l'area circostante e infine utilizzare un'arma modificata o una sorgente elettrica, come la batteria di una macchina, per abbrustolire i cari estinti velocemente e rimanendo più o meno al sicuro. Barili d'acqua come taniche di benzina possono essere utilizzate per creare pozze trappola, dove attirare gli zombie con l'esca apposita e poi farli esplodere in un sol botto con una bomba tubo costruita per lo scopo. Il limite più grande dell'implementazione di un sistema simile è che non lascia mai davvero spazio a un'improvvisazione creativa. Non senti di farlo perché sei un genio del male; senti di farlo perché il gioco te lo ha suggerito.
Armi e carte
Non sorprendono nemmeno le armi modificate, più o meno uguali a quelle già viste e utilizzate nel primo gioco o nei due Dying Light di Techland. L'idea e lo stile delle armi nasce con Dead Island, quindi è anche giusto ritrovarle qui, ma la ripetizione dopo quelli che da un certo punto di vista sono tre giochi si fa sentire. Le diverse abilità che verranno applicate sul nostro personaggio tramite la scoperta e la selezione di particolari carte, sono l'ennesima dimostrazione che gli sviluppatori hanno trovato una quadra, una precario bilanciamento, e hanno poi avuto paura di danneggiarlo con delle abilità più radicali, in grado di stravolgere in modo più netto un gameplay che rimane, anche per questo motivo, sempre troppo docile e imbrigliato. Meglio un calcio volante doppio o un calcio singolo ma meno potente, oppure meglio un'esplosione che allontana gli zombie mentre usiamo il medikit o l'esplosione mentre ricarichiamo? Sì, le carte abilità permettono di costruirsi una build propria, ma sempre un po' noiosa. Nemmeno il numero di zombie su schermo, circa una dozzina, aiuta in tal senso anche se il gioco utilizzerà diversi espedienti per darci l'idea di venire sopraffatti. Sarò un pazzo io ma se dovessi dirigere un gioco sugli zombie, la prima cosa che farei è garantirmi che ce ne siano a sufficienza da trasmettermi l'idea di orda.
In Dead Island 2 o schivi, o pari
Il combattimento si svolge puntando la parte del corpo degli zombie che vorremmo danneggiare prima, per una scelta dettata anche dal tipo di arma impugnata. Con un'arma da taglio è preferibile puntare agli arti, in modo da praticare amputazioni mirate; con uno strumento contundente invece è solitamente meglio mirare al corpo o alla testa. Modificando le armi sui tavoli da lavoro che troveremo sparpagliati in giro, potremo comunque perfezionarle in modo da adattarle all'uso che ne vorremo fare aumentandone la forza e la velocità per esempio, ai danni di durabilità e velocità.
Dopo diverse ore di gioco, faranno la loro comparsa anche armi da fuoco come pistole e mitra, anche loro con diversi upgrade a disposizione e un buon numero di carte abilità dedicate. Subentreranno poi nuovi poteri, tra questi una modalità furia che ci darà modo di dilaniare i zombie circostanti solo con l'ausilio delle nostre mani. Esistono carte anche per schivare e parare, ma non potranno essere utilizzate contemporaneamente; eseguire una di queste due azioni un attimo prima di essere colpiti, attiva una mossa finale che in base all'arma farà partire un'esecuzione quasi sempre letale.
Strati di dolore
Come tantissimi giochi in prima persona, specialmente quelli che non vogliono troppa complessità nei comandi, il combattimento corpo a corpo non trasmette grandi feeedback. Il braccio e l'arma del nostro personaggio non si fermerà mai contro un corpo di uno zombie, ma continuerà a menare fendenti in base alle caratteristiche dell'arma e completando l'animazione di ogni affondo. Quel che ci farà capire l'intensità dei nostri colpi saranno le animazioni degli zombie, e come questi sono costruiti in Dead Island 2. I nemici di questo gioco sono composti a strati: hanno dei vestiti che si rompono, pelle che si strappa, carni che si lacerano e infine muscoli e ossa che cercheranno di rispondere realisticamente ai colpi che riceveranno. Il sistema funziona ed è senza alcun dubbio uno dei punti forti di questo gioco: vedere un arto rimanere appeso per pochi lembi di pelle, ciondolante mentre lo zombie avanza verso di noi, dopo averlo martoriato con un'accetta, è un sogno per chi ama lo splatter e gli spettacoli da Grand Guignol.
Drinking in Hell-A
Altro punto di forza del gioco è questa Los Angeles infernale ribattezzata Hell-A. Come già detto, graficamente è stato svolto un grandissimo lavoro, ma più che una questione di sporchi poligoni, il segreto di Dead Island 2 è l'aver catturato perfettamente l'atmosfera, il mood, della città californiana. I colori, la luce, i palazzi e le attrazioni simbolo ci sono tutte o quasi, e quando non ci sono c'è perlomeno l'idea e tanto basta. Questo aiuta tantissimo a tornare senza noia su mappe già visitate, cosa che accadrà praticamente sempre se si vorranno affrontare anche le missioni secondarie che il gioco propone lungo il percorso obbligato. Alcune di queste non sono nemmeno così scontate: per esempio c'è una caccia al tesoro legata a un pulitore di piscine di Bel-Air dalla struttura che non ci saremmo davvero aspettati in un gioco simile, e che ci ha spinto a un'esplorazione più metodica, ragionata.
Gli attoroni!
La narrazione è affidata a dei personaggi sì sopra le righe, ma non come per esempio gli ultimi Far Cry di Ubisoft dove oramai trovano spazio anche i coccodrilli in maglietta. Il cast di Dead Island 2 può diventare terribilmente serio e un personaggio leggero fino a pochi momenti prima può spiazzarti con una battuta da gran cinema e pesata alla perfezione un attimo dopo. Il canovaccio narrativo come i dialoghi non brillano per originalità, ma funzionano davvero bene. Tra l'altro il gioco propone ben sei diversi personaggi da impersonare, ognuno con dei particolari ricordi di un luogo o di un momento, un background da cui pescheranno le battute, un modo diverso di reagire agli avvenimenti e questo, converrete, è un gran bel dettaglio. I sei diversi personaggi hanno anche delle caratteristiche fisiche uniche: possono essere più o meno veloci o forti, avere più o meno resistenza, ma queste differenze non si percepiscono poi molto una volta iniziato il gioco. Contano molto di più le diverse carte uniche che questi sei personaggi potranno attivare, e che ne decreteranno più concretamente l'approccio.
Conclusioni
Dead Island 2 è un'avventura che fila via liscia senza lasciare traccia. Se vi siete divertiti col primo, probabilmente vi divertirete anche con questo seguito; se però cercate qualcosa di più emozionante e incisivo dovrete necessariamente guardare altrove. L'esperienza dura circa una ventina di ore e alla fine del viaggio non aspettativi chissà quanti incentivi per ricominciarlo daccapo. Ma è bello da vedere, in un certo senso rilassante in compagnia e, nonostante i difetti, potrebbe essere proprio il gioco che stavate cercando.
PRO
- Gli zombie sono bellissimi!
- Bello splatter, proprio come doveva essere
- La storia e i personaggi fanno il loro dovere
CONTRO
- Non c'è un crescendo soddisfacente
- È sempre uguale a se stesso
- Non avrebbe guastato un sistema di combattimento un po' più profondo