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Divine Knockout: la recensione del platform fighter in terza persona

Prendere Super Smash Bros. e portarlo in terza persona è una scommessa che Divine Knockout ha vinto e nella recensione vi spieghiamo come cambierà i platform fighter.

RECENSIONE di Riccardo Lichene   —   24/12/2022
Divine Knockout: la recensione del platform fighter in terza persona
Divine Knockout (DKO)
Divine Knockout (DKO)
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Se vi dicessimo che esiste un platform fighter in 3D che è uno strano ibrido tra Super Smash Bros e un MOBA, ma in grafica chibi? Solo così è possibile riassumere il protagonista della recensione Divine Knockout (DKO). È uno dei giochi gratis di dicembre per gli utenti di Playstation Plus Essential (il livello più economico dell'abbonamento per giocare online di Sony) e noi, nonostante uno stile grafico assolutamente senz'anima, pensiamo che valga la pena di provarlo grazie a un sistema di combattimento piacevolmente caotico e accessibile.

Sviluppato da Hi-Rez Studios, gli autori di Smite e Paladins, Divine Knockout si presenta, inizialmente, come un frullato di cose già viste ma che, in qualche modo, non è riuscito ad annoiarci.

Il 2022 è stato l'anno dei platform fighter e se Multiversus resta ancora il primo indiziato per detronizzare Smash Bros DKO ha deciso di cavalcare quest'onda a modo suo introducendo un ambiente 3D e creando un gioco che sembra un MOBA a cui è stata sbloccata la telecamera.

In questa recensione di Divine Knockout andremo ad analizzare le divinità provenienti da tutto il mondo che compongono il cast di personaggi giocabili, gli stage e le modalità di gioco di questo fighiting game dall'identità molto debole ma da gameplay decisamente magnetico.

Un’identità sfaccettata

Il primo impatto con Divine Knockout confonde ma l'idea di un platform fighter in terza persona funziona
Il primo impatto con Divine Knockout confonde ma l'idea di un platform fighter in terza persona funziona

Divine Knockout è prima di tutto un platform fighter, un gioco in cui l'obiettivo è lanciare il proprio avversario fuori dalla mappa. Come i molti capostipiti del genere, anche DKO ha tutta una serie di meccaniche proprie di questo modo di immaginare i picchiaduro. Ci sono attacchi leggeri, attacchi pesanti, una schivata (in cooldown) e il doppio salto; ogni personaggio, poi, ha a disposizione 3 abilità a tempo e una ultimate che si carica più in fretta quando si mandano a segno tanti colpi contro gli avversari. Tutte queste meccaniche, però, il grande pubblico le ha sempre incontrate in un universo in due dimensioni, come quello di Super Smash Bros o del più recente Multiversus: è la prima volta che uno sviluppatore decide di imbarcarsi nell'impresa di trasportare un platform fighter in tre dimensioni.

Il primo impatto con la modalità tre contro tre, soprattutto per chi ha giocato tanto a Smash Bros., è puro caos. Le abilità continuano ad accumularsi, le mappe sono piene di trappole che possono lanciarvi fuori dal terreno di gioco e se al software di matchmaking gira male potrebbe farvi iniziare con una modalità strana come quella a base di raccolta di monete. Superato questo primo ostacolo, però, le cose iniziano ad avere molto più senso e il divertimento si fa sentire perché sarete voi ad avere in pugno le redini di quel caos, soprattutto con alcuni personaggi.

Le divinità di DKO

Lanciare avversari a destra e sinistra con la ultimate di Ercole è sempre divertente in Divine Knockout
Lanciare avversari a destra e sinistra con la ultimate di Ercole è sempre divertente in Divine Knockout

Il roster di personaggi disponibili al momento in DKO è limitato a 10 divinità, 8 giocabili fin da subito, 2 bloccate dietro a (relativamente) poco grind o al pagamento di 5 euro ciascuna. Per decidere con quale iniziare, è presente un sistema di stelle che rappresenta la difficoltà di ciascun combattente anche se abbiamo trovato Atena, un'eroina da tre stelle, molto più semplice da usare di Thor, marcato come uno dei personaggi più facili del gioco. DKO incoraggia la sperimentazione anche con un sistema di livelli generali (che sbloccano potenziamenti, cosmetici e una moneta speciale per acquistare le divinità che vi mancano) e specifici del singolo eroe che, come in Multiversus, danno accesso a potenziamenti passivi con cui costruire la propria configurazione.

Per ora i designer sono andati sul sicuro per quanto riguarda la scelta delle divinità da rappresentare nel gioco traendo ispirazione dal pantheon norreno, greco, romano, giapponese e dal ciclo arturiano. Così potrete trovare nella stessa arena Thor, la divinità nordica del sole Sol e il gigante di ghiaccio Ymir, contro la dea nipponica del sole Amaterasu, Izanami (la dea giapponese della morte) e Susanoo, il kami delle tempeste. O ancora vedere Re Artù ed Ercole sfidare Atena e Thanatos (la personificazione della morte nei miti greci) in uno scontro due contro due. Purtroppo, alcuni personaggi sono molto meglio riusciti di altri come Atena o Amaterasu, entrambe molto versatili e con un kit variegato, mentre Sol non ha abilità sufficientemente rilevanti per avere un impatto negli scontri. Ymir è molto simile a un tank, grazie alla sua barriera che può posizionare per impedire di essere buttato fuori o per salvare un alleato, mentre Ercole dà il meglio quando è al centro della mischia con una ultimate che ricorda la Rabbia Primordiale di Winston in Overwatch.

Mappe, modalità e monetizzazione

Al lancio, due eroi di Divine Knockout sono bloccati dietro a un leggero grind o a un paywall di 5 euro l'uno
Al lancio, due eroi di Divine Knockout sono bloccati dietro a un leggero grind o a un paywall di 5 euro l'uno

Anche il numero di mappe e modalità di gioco è abbastanza limitato al lancio. Ogni stage, però, ha una meccanica unica per mettere in difficoltà i combattenti. Ci sono massi che cadono, onde anomale, libri demoniaci e altre trappole che, però, col tempo possono essere usate a proprio vantaggio lanciandoci dentro un avversario. Le modalità disponibili, invece, sono il classico versus, in cui l'obiettivo è eliminare i combattenti avversari, una modalità a zone in cui vince chi resta più a lungo in un obiettivo, oddball (in cui fa più punti chi sopravvive più a lungo con un'oggetto da contendersi) e coin drop, dove per conquistare la vittoria bisogna raccogliere e depositare le monete sparse per la mappa, rubandole anche agli avversari. Ci sono anche due modalità più competitive (2v2 e 1v1) in cui una volta eliminati non c'è respawn e vince il round la squadra con un combattente rimasto in piedi.

Per quanto riguarda la monetizzazione, Divine Knockout usa lo stesso modello di economico di moltissimi giochi con protagonisti degli eroi: nel tempo (non sappiamo ancora con quale frequenza) verranno aggiunte delle nuove divinità che potranno essere sbloccate subito acquistandole con soldi reali oppure guadagnate giocando per guadagnare la valuta dedicata. Ci sono anche tante skin e altri oggetti cosmetici, alcuni ottenibili solo con soldi reali, altri che si possono sbloccare con la valuta interna al gioco. DKO è disponibile per PC, Xbox e Playstation dove è incluso, solo a dicembre, nell'abbonamento Essential.

Grafica senz’anima

Spesso e volentieri la grafica di Divine Knockout delude per mancanza di originalità e ispirazione
Spesso e volentieri la grafica di Divine Knockout delude per mancanza di originalità e ispirazione

Abbiamo lasciato per ultima la criticità maggiore di Divine Knockout: il comparto grafico non ha un'identità e non ha un'anima. Probabilmente lo stile chibi delle divinità di DKO ha già conquistato diversi appassionati ma a noi non ha comunicato nulla. Pochissimo dell'identità, della storia o delle curiosità delle divinità che hanno ispirato i personaggi traspare dalla loro rappresentazione o dal loro doppiaggio. Le mappe, poi, sembrano realizzate con gli asset prefabbricati di Unreal Engine 4 e nella loro grafica cartoonesca risultano vuote e prive di una qualsivoglia caratterizzazione. Lo stile grafico è così blando e dimenticabile che alcune animazioni delle ultimate che dovrebbero trasmettere epicità e potenza non fanno altro che generare una fortissima sensazione di disagio.

A salvare DKO e a farci sostenere tutto quello che abbiamo detto a inizio articolo ci pensa il gameplay che grazie al suo dinamismo, all'introduzione della terza persona e alle tante combinazioni possibili regala del divertimento genuino. Se riuscirete a passare sopra alla poca fantasia e creatività che compongono la veste grafica di Divine Knockout, avrete tra le mani un titolo innovativo e capace di regalare diverse ore di combattimenti piacevolmente sgangherati e adrenalinici.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29,90 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (4)
5.0
Il tuo voto

Divine Knockout non è bello da vedere, ma è proprio divertente da giocare. La sua grafica senz'anima è un ostacolo a goderselo nelle primissime ore ma una volta presa la mano con il proprio personaggio preferito, il flusso di gioco è costante e ingaggiante e questo lo rende un fighting game che merita di essere provato. L'idea di un platform fighter in terza persona funziona e, a seconda della strada che prenderanno gli sviluppatori con le prossime divinità, potremmo trovarci davanti a un titolo che potrebbe persino vedere la nascita di qualche competizione. Vedere Ercole e Re Artù sfidare la dea della morte giapponese e un gigante di ghiaccio nel video pre-partita vi farà sorridere, prendere le redini di questi personaggi e lanciare i vostri avversari fuori dalla mappa, invece, vi farà proprio divertire.

PRO

  • Un platform fighter in 3D mancava e funziona
  • Combattimento frenetico
  • Bilanciamento ben riuscito

CONTRO

  • Stile grafico senz'anima e poco ispirato
  • Personaggi poco caratterizzati anche nel doppiaggio