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Emio – L'uomo che sorride: Famicom Detective Club, la recensione di un'avventura carica di dialoghi, suspense e investigazione

Dopo 35 anni dal precedente episodio originale, un nuovo capitolo di Famicom Detective Club arriva su Nintendo Switch con tutto il suo carico di dialoghi, suspense e investigazione!

RECENSIONE di Marco Perri   —   28/08/2024
Emio – L'uomo che sorride: Famicom Detective Club
Emio - L'uomo che sorride: Famicom Detective Club
Emio - L'uomo che sorride: Famicom Detective Club
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Emio - L'uomo che sorride è l'anello di congiunzione, assolutamente inaspettato, tra il passato e il presente della cara vecchia RD1, la storica divisione di ricerca e sviluppo interna a Nintendo. L'opera di Sakamoto rappresenta il brodo primordiale della rinnovata identità della Nintendo post-Switch, una società talmente in controtendenza non solo da urlare a pieni polmoni quanto sia orgogliosa delle proprie IP - anche le più dimenticate - ma addirittura capace di donare nuova linfa a un franchise tecnicamente nato nel 1988 e concluso appena un anno dopo. Parliamo di sette generazioni di console fa, la preistoria tecnologica, eppure... così straordinariamente attuale.

Ci piacciono tantissimo queste operazioni, ma proprio tanto: sono proprio lo specchio luminoso di quel coraggio che servirebbe a tutti quei (tanti) publisher che da anni sembrano vergognarsi di ciò che li ha resi famosi. Emio rappresenta la scintilla di assoluta dignità che bisognerebbe sempre donare al proprio passato, senza vergogna, senza temere chi si è, da dove si viene e con quali prodotti si è raggiunto il successo. Nintendo, giustamente, vuole sempre più valorizzare le proprie origini e investirci sopra.

Emio - L'uomo che sorride, però, non è solo questo: è anche uno splendido racconto videoludico a tinte fosche. La creatura di Sakamoto è un meraviglioso passo indietro nel tempo, in quel Giappone anni '80 umile, senza troppi fronzoli, basilare e splendidamente minimale.

Thriller di una volta

Quello delle graphic novel giapponesi è un mondo straordinariamente variegato: il fatto che solo negli ultimi anni sia strabordato come un fiume in piena nelle community non deve distoglierci da alcuni dei suoi più curiosi aneddoti.

Ogni personaggio maggiore di Emio ha una sua precisa caratterizzazione, fatta di smorfie, momenti di silenzio, dialoghi non banali e interazioni
Ogni personaggio maggiore di Emio ha una sua precisa caratterizzazione, fatta di smorfie, momenti di silenzio, dialoghi non banali e interazioni

Lo sapevate che Yuji Horii, prima di mettersi a produrre JRPG, adorava scrivere gialli da romanzare tramite rudimentali videogiochi? Altri tempi quelli in cui lui e Nakamura (di Chunsoft) scoprirono quanto fosse divertente scrivere thriller: Horii gettò le basi per la scrittura di Dragon Quest, Nakamura invece partì proprio per una tangente che lo avrebbe portato a basare la carriera su novel di altissimo livello. I due crearono The Portopia Serial Murder Case, titolo che diede l'ispirazione a un giovanissimo Yoshio Sakamoto di iniziare a sua volta a scrivere. Erano i primi anni dentro Nintendo e dopo un po' di titoli piuttosto frenetici, il nostro tenebroso Yoshio voleva cimentarsi in qualcos'altro: beh, questo esperimento gli riuscì dannatamente bene, non a caso i due Famicom Detective Club furono tra le novel più importanti di quegli anni e sicuramente tra le più influenti di sempre.

Lo abbiamo detto, ma lo ripetiamo: Sakamoto sa scrivere, sapeva scrivere già a 25 anni e sapeva intrecciare storie, personaggi e dialoghi con una brillantezza assolutamente unica. Se avete giocato i recenti remake di Famicom Detective Club, avrete notato come la regia, i tratti dei personaggi, gli intrecci così fortemente connotati dai tratti della società giapponese ancora oggi risultano freschi e attuali, godibilissimi, leggermente imperfetti nel loro flusso ludico marcatamente old school, ma narrativamente capaci di afferrare e spingere avanti nell'affresco di parole.

Le ambientazioni sono varie, ma difficilmente tornerete più volte sulle stesse scene, garantendo una solida variazione di ambienti e tanto respiro alla narrativa
Le ambientazioni sono varie, ma difficilmente tornerete più volte sulle stesse scene, garantendo una solida variazione di ambienti e tanto respiro alla narrativa

In Emio - L'uomo che sorride, l'agenzia di detective Utsugi è sempre quella, ma vivere una nuova esperienza "retrò" nel 2024, con crismi narrativi, di fotografia e di regia del racconto più moderni è un toccasana invidiabile, che vi condurrà avanti leggeri, come in assenza di gravità, estasiati dai tratti peculiari di un cast mai sopra le righe, indovinato, ben caratterizzato ma senza eccessi. Chi è Emio? Questa domanda, nella sua semplicità, finirà per ronzarvi continuamente nella testa mentre sarete intenti ad affibbiare di volta in volta la colpevolezza prima a questo, poi a quel personaggio, poi al prossimo ancora, in un entusiasmo investigativo primordiale che non vivevamo da parecchio tempo. Il corpo della novella è denso di intrecci ma il flusso di dialoghi - a volte anche lunghi e solo apparentemente prolissi - disegna un canovaccio realistico, in puro stile giapponese ma mai smaccato o appesantito inutilmente. Sarà un piacere lasciarsi prendere dal testo, grazie a un gameplay che sa pesare decisamente meglio i suggerimenti, le parole, le indicazioni su come proseguire le indagini e gli interrogatori rispetto ai capitoli di fine anni '80.

Facce da interfaccia

Famicom Detective Club non è mai stato famoso, nemmeno nei remake recenti, per la fluidità del proprio gameplay. Parliamo di un gioco con un'interfaccia minimale, in cui confermare domande, argomento e dialoghi, controllare scene e stimolare il proprio ragionamento da detective: capitava, però, che l'avanzamento non fosse immediato, o che alcune risposte fossero così lunghe da non aver apparentemente bisogno di ulteriore sfogo, o che bisognasse ripetere ciclicamente il flusso di opzioni per riaccendere il moto dei dialoghi, incagliato da qualche parte.

I momenti di deduzione sono degli attimi in cui riordinare i pensieri, ricordare alcuni dettagli, interagire con Ayumi e rimettere a posto il nostro flusso di pensieri
I momenti di deduzione sono degli attimi in cui riordinare i pensieri, ricordare alcuni dettagli, interagire con Ayumi e rimettere a posto il nostro flusso di pensieri

Alcune sezioni di ricerca indizi erano senza dubbio abbastanza tediose nonché poco convincenti. Emio - L'uomo che sorride rappresenta un episodio, anche da questo punto di vista, estremamente più corretto e onesto nella gestione sia dei controlli, più reattivi, sia della logica di dialogo e avanzamento. Le frasi di risposta sono spesso concise e innescano in maniera genuina la nostra voglia di saperne di più e quindi di "indovinare" in autonomia l'opzione da approfondire; i dialoghi sono scritti meglio, riescono a disegnare con maggior competenza i personaggi, gli accadimenti, le evoluzioni. Sakimoto giunge a maturazione presentando un prodotto più maturo, intrecciato ma allo stesso tempo più digeribile, meglio identificabile nel suo svolgimento, più coeso e corretto anche a livello testuale e di sottolineatura degli elementi di importanza nei dialoghi. La logica del pensiero e della deduzione funziona bene, il sistema di riassunti aiuta a non perdersi, la trama si dipana con i giusti tempi, senza sovraccaricare le giornate di indagini consegnando, dopo 35 anni, un nuovo episodio di Famicom Detective Club decisamente più raffinato dei precedenti e con un ritmo dosato alla perfezione, a patto di aver svuotare ulteriormente le fasi di investigazione visiva a favore dei dialoghi.

Basta poco anche per notare l'evoluzione artistica a livello tecnico: nulla di trascendentale, ma le animazioni, le espressioni, la pulizia, il design generale sono un passo in avanti rispetto ai remake, fedeli all'originale e non liberi di sperimentare.

Tecnicamente, Emio - L'uomo che sorride propone un'attenzione stilistica moderna, composta da tutto un insieme aggiuntivo di animazioni in più rispetto ai remake dei primi due Famicom Detective Club
Tecnicamente, Emio - L'uomo che sorride propone un'attenzione stilistica moderna, composta da tutto un insieme aggiuntivo di animazioni in più rispetto ai remake dei primi due Famicom Detective Club

In Emio, Nintendo ha applicato tecniche di animazione più evolute, capaci di raccontare meglio le scene, le sequenze e gli svolgimenti e donando un'aura di maggior modernità a un'opera cronologicamente incastonata nel passato, senza mai snaturarla. Le palette di colori sono sature al punto giusto, lo stile anime ha una sua ispirazione precisa, delicata ma convincente, l'interfaccia generale è più pulita, organizzata molto meglio soprattutto nelle schede descrittive dei personaggi. Complice la possibilità di rispondere inserendo testo o scegliendo parti di descrizione sottolineate, l'ingaggio del giocatore è assicurato da una costante fase di deduzione e confronto con Ayumi, la nostra amica e collega dentro l'agenzia detective Utsugi, che aiuta a ricostruire le scoperte, bacchettarci ed eventualmente indirizzarci per migliorare la comprensione della trama.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 49,90 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (32)
7.0
Il tuo voto

Emio - L'uomo che sorride è l'episodio ideale per presentare al pubblico moderno un nuovo investigativo Nintendo. Complice una campagna social virale, la curiosità generale e anche un po' di stupore nel notare che la compagnia di Kyoto aveva in serbo un nuovo capitolo di una saga investigativa per NES mai pubblicata fuori dal Giappone, Emio è un fulmine a ciel sereno nel panorama delle avventure testuali. Sakamoto si riconferma ottimo scrittore di graphic novel accattivanti, ben collegate, studiate a tavolino per scorrere fluidamente tra i pensieri e le idee del giocatore, aggiungendo e togliendo continuamente nuovi dubbi, stimoli, possibilità e condendo alla perfezione un'insalata ricca di ingredienti. Se vi piace il genere, fidatevi del producer Nintendo, sicuramente uno dei più umili e capaci fan di Nakamura.

PRO

  • Scrittura e ritmo dosati alla perfezione
  • Interfaccia più pulita e godibile dei due recenti remake
  • Valori produttivi decisamente elevati

CONTRO

  • Le fasi di investigazione visiva sono ancora più scarne