Golf Peaks, la recensione

C'è da dire che il golf pare essere uno sport che scatena la fantasia, nonostante possa sembrare, agli occhi di un profano, una gran noia. Un po' come il baseball per certi autori americani, si tratta di uno di quegli elementi che dal popolare di massa tracimano nella visione artistica e diventano a tutti gli effetti cultura, di un qualche tipo. In modo simile, il golf in ambito videoludico è stato trattato in varie maniere, dalla simulazione vera e propria all'arcade, fino a strane ibridazioni con impianti narrativi come quella vista in Golf Story su Nintendo Switch, per esempio, dando un'idea di quanto questo fatto di prendere a mazzate una pallina possa aprire dei mondi inattesi nelle menti degli sviluppatori. Con Golf Peaks ci risiamo, visto che anche in questo caso si tratta di reinterpretare il golf in una maniera assolutamente inaspettata, fondendolo con una specie di gioco di carte.

Il fine è lo stesso, ovvero far andare la pallina in buca, ma il modo con cui questo si attua è completamente differente, o meglio lo è la sua forma perché concettualmente si tratta pur sempre di spostare la pallina in turni consecutivi fino a raggiungere lo scopo prefissato. È una sorta di golf indiretto, dove quello che conta non è l'abilità nel colpire la palla, la capacità di dosare la forza e l'effetto nel modo giusto come succede nella maggior parte dei casi, ma ci si trova a pianificare il percorso in maniera strategica, mettendo nella giusta sequenza le carte in modo da ottenere comunque il risultato che è alla base del golf: fare buca nella minore quantità di mosse possibile. Questo si traduce in un impianto esclusivamente tattico, che esclude il controllo diretto della pallina richiedendo soprattutto un attento studio del terreno e delle mosse già a disposizione. Nonostante le premesse bizzarre, l'idea funziona molto bene.

Eagle

Golf Peaks è a tutti gli effetti un puzzle game basato sull'idea del golf, senza alcuna connessione diretta all'azione sportiva vera e propria. Non ci troviamo dunque ad usare una mazza per colpire la pallina, ma ad impiegare una serie di carte dagli effetti differenti, ognuna delle quali consente di effettuare movimenti predeterminati, per raggiungere la buca stando all'interno di strani percorsi composti da caselle sospese sul vuoto, dunque ogni minimo può causare la caduta della pallina fuori dal bordo. Su ogni carta sono stampati numeri raffigurazione di effetti specifici, che indicano lo spostamento che l'uso di tale carta imprime alla palla, mentre la direzione la impartiamo direttamente ad ogni colpo. Considerando che il mazzo di carte fornito è visibile fin dall'inizio, si tratta di pianificare in maniera strategica il percorso da seguire decidendo la giusta sequenza di carte da utilizzare in modo da raggiungere la buca nel minor numero di mosse possibile e ovviamente senza far cadere la pallina fuori da bordi.

Dopo le prime fasi di allenamento, peraltro, si cominciano a scoprire gli effetti che i vari tipi di conformazione del terreno applicano alla pallina, quando questa passa su caselle particolari, anche in questo caso riprendendo alcuni principi classici del golf e del mini golf: ci sono dislivelli da calcolare, c'è la possibilità di sfruttare i rimbalzi contro elementi di scenario sopraelevati calcolandone la traiettoria e l'inerzia, troviamo ostacoli da evitare come la classica sabbia e l'acqua, tutte caratteristiche che concorrono a complicare l'analisi del percorso da effettuare per arrivare in buca usando le carte a disposizione e possibilmente facendone avanzare alcune. Il tutto viene rappresentato da un'inquadratura isometrica che ricorda un po' il classico Marble Madness, ma con uno stile grafico dal disegno pulito e semplice, particolarmente piacevole e rilassante.