Quando qualche mese fa è stato annunciato ufficialmente il tie-in dedicato a John Wick, ovvero John Wick Hex, ci siamo subito chiesti quale tipologia di produzione ci fosse dietro allo sviluppo di questo titolo oggetto della nostra recensione. Pubblicato dalla stessa Lionsgate, casa di produzione cinematografica, il gioco è però sviluppato su forte volontà di Mike Bithell, conosciuto per essere a tutti gli effetti uno dei padri della rivoluzione indie. A lui infatti si deve quella piccola perla di Thomas Was Alone e il suo sconfinato amore per il franchise in questione lo ha portato a proporre l'idea per un gioco che ripercorresse le gesta del sicario, ma ambientato tutto in un momento precedente al suo ritiro e quindi anche alla figura fondamentale che è la moglie. Dopo un lancio in sordina e una campagna sconti su Epic Store che lo ha piazzato ad un prezzo simile a quello di una qualsiasi birra, il gioco di John Wick ha attirato molto la nostra attenzione, anche e soprattutto per il genere di appartenenza: gli strategici.
Una storia alla John Wick
La campagna del gioco, divisa in sette diverse ambientazioni e un numero di ore sostanzialmente simile, ci mette nei panni di un John Wick ancor più silenzioso, anzi muto. Ligio al dovere ed intenzionato a chiudere un conto del passato, il protagonista si sposta tra le diverse zone che fanno da sfondo alla vicende, passando dall'interno di un magazzino ad una distesa innevata, da Chinatown ad una banca. Dimenticatevi una storia importante e dalle forti motivazioni, come d'altronde la serie non ci ha mai abituati, ma è interessante vedere come anche sotto questo punto di vista la fedeltà al personaggio ed al suo mondo sia quasi maniacale.
Ad un John Wick che non spiccica una parola si contrappongono i personaggi di Winston e Charon, doppiati dagli stessi attori originali della serie. Questo tipo di attenzione si riscontra anche nella struttura del racconto, con semplici e brevi scene a fumetti che introducono i singoli capitoli e che vengono raccontati proprio attraverso le parole dell'antagonista Hex e dei suoi due ostaggi citati poco sopra. John è intenzionato a salvarli e a chiudere i conti con un assassino fuori dagli schemi, stanco delle regole ferree che fanno da sfondo all'universo di appartenenza.
Il gameplay: uno strategico “a tempo”
Ovviamente nessun buon tie in è tale se anche il gameplay non risulta interessante e divertente. Seppure spesso si tenda ad abbonare a questo genere qualche svista di design, noi ci teniamo a giudicare quello che è un esponente di una nicchia particolare ma ricercata. Gli strategici stanno infatti vivendo una seconda età dell'oro. Non tanto per il loro eccessivo successo commerciale, quanto per una serie di titoli interessanti ed innovativi. John Wick Hex parte dalle basi, dall'idea di un mondo circoscritto a mappe piccole e caratterizzate da un ottimo level design, che utilizzano le diverse location per giocare con geometrie ed ostacoli di differente fattura e utilizzo.
La visuale è classica a volo d'uccello, ma la si può avvicinare fino ad arrivare ad un qualcosa di vicino ad un isometrico, mettendo anche in luce una cura estetica non indifferente. Non è possibile muoversi liberamente sulle mappe, con una griglia che gestisce i nostri spostamenti attraverso un numero specifico di passi che è consentito compiere ad ogni "turno".
Già qui è però importante spiegare il concetto più particolare ed originale del gioco. Abbiamo parlato di strategico senza specificare se a turno o in tempo reale, ed è indubbio che la sensazione ed il risultato a schermo sia un ibrido, ma a ben vedere John Wick Hex si svolge in tempo reale, su di una ipotetica timeline sempre visibile in alto nello schermo e che ripropone a livello visivo tutti quelli che sono i movimenti del protagonista e degli avversari in un dato tempo. Ogni azione che compiamo, dal singolo passo all'atterramento di un nemico, passando per il lancio di un'arma, lo sparo o l'accovacciarsi dietro ad un riparo, "costano" uno specifico quantitativo di tempo che va dai decimi di secondi a salire fino ai lunghissimi due secondi necessari a curarsi. Queste azioni vengono ovviamente compiute anche dagli avversari e ben presto ci si accorge di come tutta la gestione del gameplay sia legata a questo dettaglio. Imparare a leggere la velocità dei propri movimenti e quella degli avversari sulla timeline è fondamentale per padroneggiarne le meccaniche. Allo stesso tempo anche la premeditazione, capire quando spendere quel decimo di secondo per concentrarsi e recuperare l'energia per gli attacchi corpo a corpo o semplicemente anticipare un colpo avversario riparandosi dietro ad una colonna, sono tutti elementi che faranno la differenza tra la vita e la morte. Le combinazioni non sono necessariamente tante, ma la fedeltà all'universo, la varietà delle ambientazioni e i diversi approcci in base al numero e alla tipologia di avversari che ci si trova di fronte, rendono John Wick Hex un titolo riuscito e divertente.
Non mancano quei piccoli dettagli che fanno storcere il naso, come la totale mancanza di progressione nel gameplay. Tutto ciò che è possibile fare nelle prime stanze utili al tutorial risulta poi essere la totalità delle meccaniche che utilizzerete per il resto dell'esperienza e questo è un dettaglio che purtroppo tende a farsi sentire col passare del tempo. Le uniche variabili del gioco risulteranno essere le armi e le tipologie di avversari. Si passa infatti dal semplice scagnozzo disarmato agli agenti pronti a colpirci con una 9mm; per passare poi a veri energumeni corazzati e avversari muniti di fucile a pompa, lenti ma letali. Ognuna delle armi che lasceranno cadere sarà utilizzabile a nostro piacimento, fino all'esaurimento del caricatore.
Nessuna missione di John Wick è tale senza una pianificazione dei movimenti. Per questo motivo prima di iniziare un nuovo capitolo, suddiviso in un certo quantitativo di stanze, è possibile spendere le iconiche monete del Continental per acquisire vantaggi o depositare armi e bende sulla mappa. Pagando quindi un buon sarto sarà possibile farsi adattare un vestito che ci darà la possibilità di avere più concentrazione da spendere o più punti vita, così come migliorare la nostra capacità di colpire a distanza o bersagli in movimento. Ognuno di questi upgrade durerà solo per il capitolo in questione e costerà una quantitativo non indifferente di monete, portandovi di volta in volta a scegliere con cautela cosa migliorare, facendo in modo di lasciarvi qualche moneta per depositare elementi in giro. Non sarà possibile però posizionare oggetti ovunque, così come esisteranno stanze dal basso rischio e costo e quelle che invece richiederanno più monete. Una volta iniziata la missione si dovrà poi andare alla ricerca degli oggetti, che saranno stati nascosti da qualche parte dall'infiltrato che abbiamo pagato per il deposito.
Anche questo sistema, per quanto interessante, vive di quelle sensazioni donate da un po' tutto il gioco. John Wick Hex sembra infatti un titolo pieno di amore per l'opera di riferimento, ma anche estremamente abbozzato nella realizzazione. Nessuna delle meccaniche riesce a risultare così profonda da generare assuefazione, portando il giocatore a non voler neanche riprovare con l'obiettivo di raggiungere un punteggio migliore (presente alla fine di ogni location e basato su diversi parametri). Problema di approssimazione che si legge anche e soprattutto nel design dei boss. Ad un primo sguardo questo particolari avversari risultano fortissimi ma, oltre ad essere tutti simili, ci si accorge ben presto che è possibile "romperli" in un attimo semplicemente avvicinandosi quel che basta per atterrarli, limitando per sempre la loro capacità di contrattaccare. Un vero peccato, magari dettato da un budget ed un tempo di sviluppo non eccelso, ma che avrebbe richiesto e si sarebbe meritato un trattamento migliore.
Tecnica
John Wick Hex è tecnicamente piacevole. Caratterizzato da disegni stilizzati e poveri di dettagli visivi, non si risparmia invece nelle animazioni e nella cura della riproduzione dei protagonisti e dei loro movimenti. Chi conosce a fondo il personaggio, riconoscerà in questa sua trasposizione tante delle movenze tipiche. È sotto questo aspetto che il gioco dà il meglio di sé, dimostrando di essere realizzato da chi davvero ha amato il mondo creato al cinema. Ovviamente anche sotto questo aspetto è presente qualche problema, con compenetrazioni e ragdoll del cadaveri a volte quasi esilaranti, ma nulla che possa inficiare davvero l'esperienza.
Questo almeno finché non si incappa in quelle strane situazioni durante le quali il gioco decide di bloccarsi magicamente, senza dare altra soluzione che aprire il menù e tornare alla schermata principale, perdendo i progressi ottenuti nella specifica stanza. Fortunatamente questo problema si è presentato un numero davvero irrisorio di volte, ma è sempre giusto farlo notare.
Conclusioni
John Wick Hex è un discreto rimaneggiamento dell'idea alla base della serie cinematografica. A differenza di quanto ci si potesse attendere, l'intuizione di farne uno strategico rappresenta anche il suo grande valore aggiunto. La timeline con la gestione dei tempi ricorda incredibilmente quella di una programma di montaggio video, con i suoi tagli e le sue varie tracce, dettando così un ulteriore piccolo omaggio al medium che ha dato i natali a questo universo. Peccato per la totale mancanza di progressione e per quel senso di inconcludenza generare che relega il gioco ad una breve e divertente esperienza, nulla più.
PRO
- Fedelissimo al personaggio
- Meccanica della timeline ben riuscita ed implementata
- Il doppiaggio originale
CONTRO
- Nessun vero senso di progressione
- Generalmente semplice, a parte qualche stanza volutamente colma di nemici
- Boss sottotono