Il tema dei kaiju è ben noto agli appassionati di produzioni nipponiche, con il primo film del genere uscito nell'ormai lontano 1954. Parliamo ovviamente di Godzilla, capostipite di una quantità enorme di mostri giganti che a turno invadevano e calpestavano le più grandi città del Giappone con la potenza devastante di una bomba atomica.
Negli ultimi anni il genere ha subito una sostanziale spinta anche in occidente con Pacific Rim, che ha allargato ulteriormente la platea dei fan di un certo tipo di rappresentazione, mentre sul fronte dei videogame questo filone narrativo è stato rappresentato piuttosto spesso, basti pensare ad esempio al recente 13 Sentinels: Aegis Rim.
Ebbene, i ragazzi di Foolish Mortals Games hanno pensato bene di coniugare la propria passione per i film classici con i kaiju, il genere strategico e uno stile retrò che riprende le palette di colori delle piattaforme a 8 bit per dar vita al loro ultimo titolo: ecco la recensione di Kaiju Wars.
Struttura
Il menu principale di Kaiju Wars si presenta nella forma di una postazione di comando anni '80, con una serie di monitor nella parte superiore, alcuni dispositivi e una sorta di album delle figurine in basso. Laddove i primi consentono di accedere a un curioso archivio di filmati vintage, regolare le (poche) opzioni disponibili, cimentarsi con l'editor di mappe o la modalità versus in locale, l'album può essere "sfogliato" per rivelare le sequenze d'intermezzo e le missioni della campagna.
Composta da sei capitoli per un totale di oltre sessanta stage fra principali e opzionali, per una durata di almeno quindici ore (a seconda di quante volte dovrete ripetere i livelli più ostici), la campagna del gioco ci vedrà vestire i panni degli amministratori di alcune città minacciate appunto dall'arrivo dei kaiju. I mostri non sono numerosissimi, appena quattro, ma si tratta di creature virtualmente inarrestabili: un clone di King Kong, un incrocio fra un lupo e Godzilla, una variazione sul tema di Rodan e una sorta di gigantesco drago-serpente.
All'interno di scenari dalle dimensioni molto contenute, caratterizzati da una visuale isometrica e da uno stile grafico che, come detto, riprende quello dell'epoca delle piattaforme a 8 bit, il nostro compito sarà quello di sconfiggere i mostri azzerando la loro corposa barra della salute oppure, in alternativa, tenerli occupati quanto basta perché il nostro scienziato di riferimento, la dottoressa Wagner, metta a punto un siero che li costringa a fuggire.
Sbloccando gli obiettivi di ogni missione potremo guadagnare medaglie da spendere poi per il potenziamento delle truppe, così da provare quantomeno a ridurre l'enorme gap fra l'efficacia dei nostri sistemi difensivi e l'inarrestabile furia dei mostri giganti, che nelle missioni conclusive di ogni capitolo risulta finanche esagerata, dilatando di parecchio i tempi senza però la possibilità di velocizzare in maniera significativa lo svolgimento dei turni né di salvare la partita: un risvolto piuttosto frustrante.
Gameplay
Il gameplay strategico di Kaiju Wars è il frutto di un bilanciamento molto particolare: i nemici che dovremo affrontare di volta in volta sono pochi ma potentissimi, mentre i nostri veicoli militari dispongono di una mobilità piuttosto limitata e verranno schiacciati come mosche al primo attacco, il che ci porrà di fronte a decisioni tattiche basate più che altro sugli obiettivi dei mostri, che tendono a colpire gli edifici che forniscono a ogni turno il denaro necessario per la produzione di armi.
Il movimento dei kaiju risulta prevedibile ed è l'interfaccia stessa a indicarci cosa potrebbe accadere nelle caselle che li circondano, ma ci sono mille intoppi a impedirci eventuali manovre offensive, disponibili unicamente nei riquadri adiacenti il mostro: l'incapacità per i veicoli di muoversi sull'acqua oppure un incendio potenzialmente mortale, ad esempio.
Visto che l'uccisione della dottoressa Wagner si pone come la condizione per il game over, nel caso in cui i kaiju dovessero avvicinarsi troppo al suo laboratorio avremo la possibilità di trasferirlo via terra con un convoglio, accettando però di mettere in pausa in tale frangente la produzione dei punti scienza necessari per la creazione del già citato siero in grado di respingere l'invasione.
Per rallentare l'avanzata dei kaiju potremo contare su carri armati, aerei, lanciamissili ma anche armi speciali che richiedono diversi turni per essere preparate e includono una navicella trasformabile in robot (ma che brutta la cutscene, però), un hovercraft, un laser, un raggio congelante e altro ancora. Alcune carte speciali ci forniranno ulteriori opzioni di turno in turno, ma anche i mostri potranno pescare dal loro mazzo e ottenere così vantaggi a volte francamente esagerati, capaci di annullare qualsiasi possibile contromossa e determinare la nostra inevitabile sconfitta.
Grafica e sonoro
Come detto, la grafica di Kaiju Wars è caratterizzata da uno stile spiccatamente anni '80, specie per quanto concerne le palette di colori, limitatissime. Non è chiaro cosa sia il frutto di questa ispirazione e cosa invece dipenda da un vincolo produttivo, fatto sta che visivamente il risultato è di certo peculiare e vanta un bel po' di carattere, ma mostra anche il fianco a soluzioni davvero bruttine, specie sul fronte delle animazioni.
Il comparto sonoro sfrutta probabilmente meglio questo tipo di caratterizzazione, e così le musiche in stile chiptune del gioco entrano dannatamente in testa senza volerne più uscire, accompagnando in maniera molto azzeccata ciò che vediamo sullo schermo. Soltanto essenziali gli effetti campionati, come da aspettative per un prodotto del genere.
Conclusioni
Kaiju Wars è uno strategico senz'altro dotato di personalità, forte di una caratterizzazione stilistica ben precisa e di un gameplay molto tradizionale ma accattivante, con alcune sfaccettature da tower defense e un bilanciamento che in alcuni casi appare forse troppo spietato, costringendoci immancabilmente a ripetere missioni dalle tempistiche talvolta anche molto dilatate e senza opzioni che possano rendere il tutto in qualche modo più digeribile. Lo stile grafico a 8 bit rende il titolo ben riconoscibile ma non siamo riusciti ad apprezzarlo fino in fondo, mentre le musiche fanno centro al primo ascolto.
PRO
- Stilisticamente molto ben caratterizzato
- Campagna lunga e impegnativa
- Gameplay tradizionale ma accattivante
CONTRO
- Bilanciamento a volte discutibile
- Mancano opzioni quality of life importanti
- La grafica mostra il fianco a troppe ingenuità