Labyrinth of Galleria: The Moon Society, oltre a rappresentare un modo eccellente di riempire di luci e riflettori una nicchia videoludica, è l'esponente ideale della recente Nippon Ichi Software. Corposa, equilibrata, non banale, densa di gameplay, la creatura nipponica non è fresca quanto potrebbe sembrare: il titolo è uscito nel 2020 in Giappone, ma qui in Europa lo tocchiamo con mano da poche settimane. È evidente come lo sviluppatore e publisher stia finalmente prendendo coraggio: dopo essersi scrollata un po' di timidezza dalle spalle, il team giapponese vuole affrontare il mercato di petto, pubblicando prodotti di qualità in continuazione e mostrando al mondo che il gameplay viene prima di tutto il resto.
Labyrinth of Galleria: The Moon Society raccoglie e lucida a nuovo meccaniche ancestrali, quei flussi ludici che fondono gioco di ruolo a dungeon crawler, innestate in un percorso che cresce di continuo, brucia ore come fiammiferi, solletica strategia e fantasia, irrompe con competenza nel perimetro dei prodotti più sconosciuti e allo stesso tempo interessanti del lustro.
Nella recensione di Labyrinth of Galleria vi raccontiamo perchè ci è piaciuto così tanto.
Maestra di pupazzi
La cornice narrativa, com'è lecito aspettarsi, è sufficientemente marcata da incuriosire i più: Eureka, la protagonista chibi e modella ideale del character design di NIS, è una ragazzina spontanea e ingenua che per rispondere a un annuncio di lavoro, si ritrova catapultata in un viaggio tra dungeon di ogni tipo in cerca di preziosi manufatti artistici. Un incipit che è un marchio di fabbrica di Nippon Ichi, perennemente orientata a creare un tessuto narrativo di facilissima digestione, senza strafare, inondando di apparente semplicità e immediatezza qualsiasi sua opera. La tecnica apparentemente superficiale dei giapponesi è in realtà un'arma straordinaria per mettere a fuoco il cuore di ogni loro prodotto, Labyrinth of Galleria incluso, ovvero il gameplay
Se c'è una compagnia, oltre ad Atlus, esperta di dungeon crawler, quella è NIS: l'esperienza del team ha impacchettato alla perfezione un concentrato di numeri, statistiche, design e immediatezza ludica, affiancando a una cornice narrativa auto-esplicativa un complesso e soddisfacente viaggio tra angoli, porte, fiumi sotterranei, nemici e demoni, personaggi e statistiche, combattimenti ed esplorazione. Tanta, tantissima esplorazione: in qualità di spirito errante, saremo noi ad accompagnare la piccola Eureka a spasso per i dungeon, creando eserciti di pupazzi guerrieri personalizzabili in quasi ogni aspetto e, di fatto, amplificando esponenzialmente l'ingaggio di questo particolare meccanismo. Semplice quanto accattivante, l'idea alla base del prodotto funziona: un fulcro ludico asciutto fa da fondo sul quale costruire e far sbizzarrire la nostra componente creativa.
Esplorazione e combattimenti
Seguito di Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk, Labyrinth of Galleria non è un titolo enormemente complesso: la difficoltà è bilanciata e un giocatore mediamente conoscitore delle formule dei JRPG non avrà problemi a masticare le dozzine di ore necessarie al completamento dell'avventura. Lo stimolo ludico del prodotto non pone troppa enfasi sulla complessità degli scontri, quanto sul peculiare quanto divertente mix tra esplorazione, gameplay, narrativa spicciola tra comprimari e piacevolezza del comparto artistico.
La navigazione dei dungeon è proposta con intelligenza, non estremamente labirintica, identificabile nei giusti tempi, inframezzata da un corretto ingresso dei nemici nella scena. Ovviamente, dovranno piacervi i dungeon crawler: Labyrinth of Galleria vi proporrà un numero enorme di sotterranei, tesori, porte segrete, salti da fare e nemici da battere. Per compiere tutto questo, il titolo mette a disposizione una sorta di fucina di pupazzi, veri e propri personaggi da creare da zero in base alla nostra fantasia (seguendo una sorta di editor, ovviamente) e far evolvere e salire di livello.
Il sistema di combattimento, va detto, può non essere interpretato come il fulcro dell'esperienza in quanto un pochino più asciutto di altri per meccaniche e profondità, nonché orizzontalità: saremo noi a decidere se mandare in battaglia tutti i pupazzi disponibili da ogni patto o formazione o se usarne solo una parte. Come detto, è evidente anche da questo elemento che il combattimento appare talvolta più un modo per colorare l'esperienza che non un fondamentale imprescindibile, ma va bene così: l'esplorazione è la parte più divertente e completare ogni mappa, trovare ogni tesoro e scovare ogni porta segreta rende giustizia al genere di appartenenza di Labyrinth of Galleria.
Fantasia sotterranea
La cifra stilistica media di NIS è ormai patrimonio del sapere comune: i titoli del prolifico publisher nipponico non perdono mai di vista la loro anima curata, dettagliata, ben proposta sia nei personaggi che negli ambienti. Labyrinth of Galleria porta avanti la tradizione con un set di protagonisti, nemici e comprimari assolutamente sopra la media di NIS, un bel concentrato di stile, arte, passione ed estro: la maturità generale raggiunta dal team e la specifica abilità di design di Harada possono non entusiasmare alcuni palati meno avversi al gusto giapponese, ma di talento - è innegabile - ce n'è tantissimo. Oltre ai disegni a due dimensioni, non aspettatevi molto altro: i modelli dei dungeon, i pochi effetti, le animazioni nei combattimenti sono elementi che emanano tutta la modesta aura della produzione, figlia di una concezione di design di altre ere, quel feeling da PlayStation 2 che ancora tiene ancorata NIS al terreno e non le fa mai compiere passi falsi, o passi più lunghi della gamba.
Conclusioni
Un buon ritmo, esplorazione divertente, stile ormai confezionato alla perfezione: sono questi gli elementi che fanno spiccare Labyrinth of Galleria nel mondo sempre più popolato dei giochi di ruolo giapponesi di esplorazione dungeon. Nippon Ichi ha identificato bene il proprio pubblico e applaudiamo la sua voglia di fermarsi, rifiatare e intanto servire i fan di prodotti che incontrano perfettamente le aspettative di una fortunata community. Il publisher giapponese omaggia i propri appassionati con un titolo denso, capace di ingaggiare e estroverso nella sua meccanica di base, quella di creazione delle varie formazioni di guerrieri: il lato della medaglia meno delicato è quello composto dalla consueta mole di informazioni, numeri e tecnicismi da padroneggiare, ma ci sentiamo di dire l'operazione sia maneggiabile anche da chi è meno avvezzo al genere.
PRO
- Storia e design sempre interessanti
- Gameplay quasi basilare, eppure ingaggiante
- La trovata dei pupazzi sa come farsi amare
CONTRO
- 3o mesi dall'uscita giapponese sono tanti
- La produzione trasmette diversi limiti estetici