Siamo in Russia nel 1962 e il compagno cosmonauta Ivan Ivanovich sta subendo un duro interrogatorio da parte da un generale dell'esercito sovietico, Yurkovoi, perché ha perso una bomba atomica in un viaggio al centro della Terra. Partito tre anni prima a bordo della capsula da esplorazione Little Orpheus, è riapparso dal nulla senza riuscire a fornire una spiegazione convincente di ciò che è accaduto nel frattempo a lui e al prezioso equipaggiamento a sua disposizione. Ora, però, non gli resta che ricostruire i fatti, altrimenti rischia di essere fucilato per alto tradimento. Peccato che la sua storia sia un collage dell'assurdo che sembra uscito da un'antologia di racconti del fantastico. Ci sarà qualcosa di vero? Varrà la pena di sentire cosa ha da dire fino alla fine?
Per scoprirlo non vi resta che leggere la recensione di Little Orpheus, l'ultima fatica di The Chinese Room.
Comprare Little Orpheus
Little Orpheus doveva essere disponibile a partire dal 1° marzo 2022, ma editore e sviluppatore hanno deciso di rimandarlo a causa dei temi trattati, che rischiavano di essere collegati in qualche modo alla guerra Russo-Ucraina. Possiamo garantirvi che il gioco è praticamente pronto, ma attualmente non c'è una nuova data d'uscita. Non resta che aspettare comunicazioni ufficiali in merito.
Le nuove versioni
Little Orpheus, che avevamo già recensito in versione iOS (è disponibile per tutti gli abbonati ad Apple Arcade), è un platform narrativo strutturato in nove livelli (otto formano la storia principale e uno è un racconto bonus), ognuno ambientato in un luogo diverso. Le novità delle versioni PC e console rispetto a quella Apple Arcade sono praticamente nulle: si può selezionare una risoluzione più alta, la grafica è leggermente più definita e sono presenti anche i contenuti che nell'altra edizione erano stati aggiunti tramite aggiornamento post lancio. Non c'è altro. A noi non resta quindi che confermare o sconfessare quanto già detto sul gioco nell'altra recensione, perché in termini di "rimasterizzazione" siamo di fronte a un lavoro basilare, che non scosta il giudizio di una virgola.
Il problema principale delle nuove versioni di Little Orpheus rimane lo stesso di quella giocabile su Apple Arcade (che è sostanzialmente identica): è troppo facile. The Chinese Room non è mai stata una software house famosa per le sfide proposte ai giocatori. Del resto è quella che con Dear Esther ha canonizzato i walking simulator, replicando poi con Everybody's Gone to the Rapture.
Solo che ciò che era tollerabile in un'avventura in prima persona, ossia il focus completo sulla narrazione e la direzione artistica, lo è molto meno in uno platform che ogni tanto prova a fare il platform, non riuscendoci mai davvero. Certo, le piattaforme ci sono, ma nelle tre ore che abbiamo impiegato per finire i nove capitoli da cui è composto il gioco (otto standard più uno bonus) siamo morti solo due volte, tanto per farvi capire quanto sia facile arrivare alla fine. Anche i puzzle sono di una semplicità estrema e non ce n'è stato alcuno che ci abbia bloccati per più di qualche secondo (il tempo di tirare le leve giuste). Tutto ciò che è sfida sembra più una variazione ritmica della narrazione, che un tentativo d'impegnare davvero il giocatore. Il che magari è anche una scelta voluta (anzi, sicuramente lo è), ma visto il genere l'inconsistenza di certe meccaniche si percepisce inesorabilmente.
Non che il gioco scorra male, dato che i livelli sono bellissimi, non tanto per una questione di tecnica bruta, quanto di direzione artistica, davvero curatissima e molto ispirata.
Un mondo delirante
È impossibile non rimanere affascinati da questo mondo delirante e avventuroso fatto di oceani popolati da immense balene e da gigantesche murene elettriche, da foreste dove ancora vivono dei tirannosauri, da delle città sospese tra le nuvole piene di mulini a vento e da una Luna colpita da un'incessante pioggia di meteoriti su cui sorge una torre da cui è possibile accedere all'intero flusso della storia umana. Little Orpheus, finché dura, è sicuramente un grande spettacolo, capace inoltre di toccare tematiche molto più profonde di quanto la leggerezza dei toni non lasci supporre. Manca però di mordente e tutte le varie meccaniche, dalle mini fasi stealth in cui non bisogna farsi vedere da alcune creature, ai meccanismi da attivare, fino agli inseguimenti con i vari nemici, sembrano avere una natura quasi scenografica, nella loro superficialità.
Il risultato è un gioco accessibile davvero a chiunque, capace di raccontare la sua storia senza intoppi, ma che ha un po' il fiato corto sulla lunga distanza. Certo, i livelli si possono rigiocare per raccogliere delle sfere che fruttano del materiale extra, ma si parla giusto di qualche curiosità da scoprire e niente più.
Alla fine non c'è davvero molto di più da esplorare di quanto si sia visto giocando i livelli per la prima volta. Ecco, se lo si legge come un ibrido tra un walking simulator e Another World, Little Orpheus ha anche senso e permette di godersi la strana e a suo modo avvincente storia del compagno Ivan Ivanovich dall'inizio alla fine, senza stare troppo a recriminare su ciò che manca o che avremmo voluto fosse presente. Basta essere coscienti di ciò a cui si va incontro e l'opera di The Chinese Room potrebbe rivelarsi una grande esperienza.
Conclusioni
Little Orpheus non è un brutto gioco, ma solo uno di quelli in cui non va cercato ciò che non c'è e che gli sviluppatori non hanno mai avuto intenzione di metterci. Si tratta di un platform facilissimo, quasi infastidito dalla sua stessa natura, che racconta una storia appassionante ambientandola in un mondo vivido e pieno di trovate fantastiche. Certo, se cercate qualcosa di più impegnativo rimarrete sicuramente delusi.
PRO
- I nove livelli sono molto belli dal punto di vista artistico
- La storia è raccontata in modo egregio
- Scritto davvero bene
CONTRO
- Livelli lineari e piatti nella struttura
- Puzzle facilissimi
- Le piattaforme sembrano quasi un fastidio