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Prince of Persia: The Lost Crown, la recensione dell'eccellente metroidvania di Ubisoft

La recensione di Prince of Persia: The Lost Crown, un metroidvania ben al di sopra di qualunque aspettativa da parte di Ubisoft Montpellier.

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   11/01/2024
Prince of Persia: The Lost Crown, la recensione dell'eccellente metroidvania di Ubisoft
Prince of Persia The Lost Crown
Prince of Persia The Lost Crown
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Cos'è realmente Prince of Persia? Cosa vuole la gente da Prince of Persia? È chiaramente da anni che gli sviluppatori di Ubisoft si fanno queste domande, dato che questa storica serie di videogiochi ha avuto più stravolgimenti di quasi qualunque altra. Partita a testa alta tra i precursori dei platform moderni, e ricordata in particolare per la cattiveria e la precisione richiesta al giocatore, si è trasformata di continuo una volta passata al 3D, fino a diventare praticamente una saga action capace di dare importanza alle meccaniche di movimento come poche altre. Persino questa incarnazione, nonostante la sua popolarità - e la capacità di influenzare molto di ciò che è uscito successivamente dai team di Ubisoft - si è tuttavia ulteriormente trasformata con un reboot che, seppur imperfetto, ha a sua volta saputo ispirare molteplici action e platform tridimensionali. Un marchio senza pace, insomma, la cui travagliata storia non può però venir trascurata, perché ha avuto un serio impatto sui generi di appartenenza e sul futuro della sua casa madre.

Oggi, dopo anni di silenzio, Prince of Persia torna nelle nostre case con The Lost Crown, un metroidvania che inizialmente non ha fatto parlare moltissimo di sé, forse per via di presentazioni un po' piatte e dei ragionevoli dubbi di una fanbase sempre più sottile. Eppure noi questo titolo lo abbiamo sempre tenuto d'occhio molto da vicino - alle redini dello sviluppo c'è pur sempre quella Ubisoft Montpellier a cui si devono alcuni dei migliori giochi in assoluto di Ubisoft - e oggi siamo qui per recensirlo, dopo averlo giocato senza sosta negli ultimi giorni. E non fatichiamo a dirvelo: The Lost Crown ha superato ogni nostra più rosea aspettativa, lasciandoci spesso a bocca aperta con le sue finezze e la chiara volontà di distaccarsi dalle opere più "commerciali" del colosso francese. Certo, la perfezione è ancora lontana, ma se amate questo affascinante genere qui troverete uno dei cocktail più riusciti di tutte le sue evoluzioni recenti. Cominciamo.

Narrativa: tempo spezzato

In Prince of Persia: The Lost Crown il protagonista è parte di un gruppo chiamato Gli Immortali, guerrieri eccezionali a difesa della Persia, ma la trama si farà rapidamente più complicata di così
In Prince of Persia: The Lost Crown il protagonista è parte di un gruppo chiamato Gli Immortali, guerrieri eccezionali a difesa della Persia, ma la trama si farà rapidamente più complicata di così

Fin da subito Prince of Persia: The Lost Crown si distacca da ciò che lo ha preceduto, mettendo in campo un protagonista del tutto inedito di nome Sargon e una trama chiaramente separata dal passato della serie. La scelta fatta è però la migliore possibile, dato che ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi su una narrativa senza strascichi e pure discretamente interessante. Le vicende di Sargon - al di là dei possibili collegamenti al personaggio storico omonimo - girano del tutto attorno a un gruppo di guerrieri chiamato Gli Immortali: difensori del regno di Persia, qui impegnati nel salvataggio del principe Ghassan dopo il suo rapimento. Una base narrativa che potrebbe sembrare debole, ma si fa rapidamente più solida non appena ci si addentra in delle misteriose rovine dove il tempo scorre in modo alieno, e la ricerca del principe si trasforma in una curiosa ragnatela di eventi, giochi di potere e viaggi temporali.

Buona parte della storia gira attorno a una creatura mitologica chiamata Simurgh. I suoi poteri sono ciò che vi permetterà di progredire per la complessa mappa di gioco
Buona parte della storia gira attorno a una creatura mitologica chiamata Simurgh. I suoi poteri sono ciò che vi permetterà di progredire per la complessa mappa di gioco

Le storie legate a doppio filo ad eventi simili tendono spesso a diventare un minestrone confusionario e poco coerente, specie quando chi le scrive decide di strafare; non è però il caso di The Lost Crown, che nonostante qualche elemento più traballante nella media per quanto riguarda background narrativo del mondo e personaggi riesce a tenere discretamente botta, e persino a offrire qualche inatteso colpo di scena. Per carità, non è per dialoghi e trama che questo gioco brilla, ma se non altro resta piacevole vedere come Ubisoft Montpellier non si sia persa in un bicchier d'acqua, e abbia deciso di curare persino un elemento spesso trascurato nei titoli più votati all'azione.

Che ci sarebbe stata più cura della media per mondo e storia, comunque, era piuttosto scontato se si vanno a vedere le cristalline ispirazioni che hanno mosso gli sviluppatori. Qua la musa ispiratrice principale è una e una sola: quell'Hollow Knight che ha dato una sferzata all'intero genere qualche anno fa e ancora fa attendere il suo seguito; nonostante le similitudini strutturali all'opera del Team Cherry siano evidenti, però, non siamo davanti a una fredda copia priva di idee: il team ha tirato fuori dal cilindro un gioiellino con molte qualità uniche, che a breve andremo a descrivere nel dettaglio.

Struttura: tutti i colori della Persia

La varietà delle ambientazioni di The Lost Crown non è sottovalutabile, e non sono varie solo esteticamente, ma ricche di caratteristiche uniche
La varietà delle ambientazioni di The Lost Crown non è sottovalutabile, e non sono varie solo esteticamente, ma ricche di caratteristiche uniche

Vorremmo toccare subito gli elementi presi proprio da Hollow Knight, perché, dopo aver superato una breve fase introduttiva molto lineare, il mondo di The Lost Crown si apre e svela una struttura quasi identica a quel gioco. La scarsa originalità alla base non è però un problema: i designer hanno infatti creato una mappa non solo estremamente estesa, ma che a tratti ha poco da invidiare a quella del Team Cherry, e diventa facilmente leggibile anche per via delle ormai immancabili colorazioni differenziate che indicano con precisione il passaggio da una zona all'altra. Il funzionamento dell'elemento esplorativo è a sua volta identico a quello di Hollow Knight, con tanto di un personaggio che può (previo un piccolo pagamento) mostrare in anticipo le mappe che andrete ad esplorare in ogni ambientazione, checkpoint sparsi un po' ovunque, e un numero limitato ma calcolato di "teletrasporti" che facilitano il raggiungimento di quello o quell'altro obiettivo.

Molti elementi del gioco sono mutuati da Hollow Knight, tra cui la possibilità di usare poteri magici offensivi o di supporto. Ma Ubisoft Montpellier ha copiato nel migliore dei modi
Molti elementi del gioco sono mutuati da Hollow Knight, tra cui la possibilità di usare poteri magici offensivi o di supporto. Ma Ubisoft Montpellier ha copiato nel migliore dei modi

The Lost Crown ha tuttavia un mix di proprietà alquanto interessanti, che rendono il vagare di Sargon meno ostico rispetto a quello del piccolo cavaliere insettoide: qui ad esempio è possibile settare un numero limitato (ma aumentabile) di segnalini con foto annessa, che mostrano chiaramente cosa c'è in una zona bloccata; un'idea che può sembrare trascurabile, ma non ricordiamo in altri metroidvania recenti e facilita enormemente il backtracking, permettendo di segnalare con chiarezza quali fossero gli ostacoli o le necessità in una data parte di mappa. Inoltre, la navigazione generale qua è nettamente più agile e veloce rispetto alla stragrande maggioranza degli altri esponenti del genere: il protagonista è una scheggia in grado di scattare ed eseguire manovre acrobatiche e le sue abilità di movimento lo rendono gradualmente sempre più abile nel bypassare grosse sezioni di mappa, rendendo la progressione più rapida e naturale della norma.

Sì, nel gioco ci sarebbero anche delle semplificazioni legate a degli obiettivi a schermo, pensati per indicare le missioni primarie e alcune attività secondarie, ma sinceramente? Quando le abbiamo attivate per testarle (sì, sono liberamente disattivabili se non le volete), le abbiamo trovate praticamente inutili: mostrano solo gli obiettivi principali senza dare particolari indizi, e nella stragrande maggioranza dei casi averle o meno non fa differenza. È un'ulteriore prova di quanto gli sviluppatori si siano preoccupati poco di tenere per mano il giocatore durante la campagna e troviamo che in un gioco come questo sia un gran bene, specie quando ci si inizia ad addentrare nelle meccaniche di movimento e combattimento.

Gameplay: principe guerriero, principe danzante

Non sottovalutate il platforming di questo gioco, o morirete molte volte. Molte volte
Non sottovalutate il platforming di questo gioco, o morirete molte volte. Molte volte

Cominciamo dal movimento, dato che Sargon fin dall'inizio è piuttosto scattante e oltre a correre può balzare sui muri, scivolare a terra ed eseguire rapide schivate, ma avanzando nella campagna ottiene una miriade di abilità, tra cui la capacità di scattare in aria, di manipolare il tempo creando cloni da cui può poi teletrasportarsi, usare un arco per attivare piattaforme a distanza, e tutta una serie di altre chicche che non è il caso di spoilerare in toto (anche perché ci sono alcune sorprese interessanti). Ecco queste capacità il gioco le sfrutta tutte a dovere con una discreta costanza, mettendo davanti al giocatore una lunga serie di fasi platform che spesso sono tutt'altro che una passeggiata, e non si preoccupano di salire sensibilmente di complessità e difficoltà a campagna inoltrata. In pratica, pare che la parte di Hollow Knight piaciuta di più ai designer di Ubisoft Montpellier sia il Path of Pain: il gioco è pieno zeppo di ostacoli mobili, salti millimetrici, sezioni da percorrere con grande precisione e tempismo, e via così. È una scelta coraggiosa, perché molti sviluppatori tendono a rendere quasi bambinesche fasi simili per non affaticare troppo il giocatore, mentre The Lost Crown le abbraccia totalmente, costringendo chi lo affronta a padroneggiare a dovere le meccaniche per avanzare e a studiare bene le mappe. Non solo, il gioco contiene anche alcuni puzzle ambientali non semplicissimi e praticamente obbligatori, che vi costringeranno anche a spremere un po' le meningi. Tutte cose che rendono la campagna discretamente impegnativa persino a difficoltà normale, nonostante il prezzo del fallimento sia di solito solo una marginale perdita di punti vita e la necessità di ricominciare una fase a piattaforme dall'ultima zona con terreno stabile toccata.

Gli scontri con i boss sono tra i momenti più epici del gioco, ma dovrete usare tutte le abilità apprese per dominare il campo di battaglia e schivare tutto ciò che vi tirano addosso
Gli scontri con i boss sono tra i momenti più epici del gioco, ma dovrete usare tutte le abilità apprese per dominare il campo di battaglia e schivare tutto ciò che vi tirano addosso

Già che stiamo parlando di livello di sfida, ad ogni modo, Prince of Persia: The Lost Crown permette di selezionare varie difficoltà, e in particolare lo abbiamo trovato perfettamente bilanciato a difficoltà Eroica, dove gli errori vengono puniti, ma non eccessivamente, e i combattimenti non possono venir sottovalutati. Chi ama le sfide brutali comunque non ha di che preoccuparsi, le difficoltà più alte sono cattive davvero a sto giro, non sono lì solo per fare scena.

Nonostante l'eccellenza delle meccaniche di movimento, questo gioco raggiunge realmente il suo picco solo quando si inserisce nel mix tutto ciò che è legato agli scontri, dato che ad Ubisoft Montpellier hanno fatto davvero le cose in grande in tal senso. Il metroidvania forse più vicino a The Lost Crown da questo punto di vista è Valdis Story, un gioco che si distingueva proprio per la possibilità di eseguire combinazioni e manovre sui nemici comparabili a quelle di un picchiaduro a scorrimento tecnico; qui la situazione è simile, e nonostante non ci siano personaggi multipli tra cui scegliere, le mosse di Sargon sono abbastanza da permettergli di eseguire trucchetti eccezionali in battaglia. Non solo, diversamente da Valdis Story - dove il focus era quasi totalmente sul combattimento - e da altri metroidvania che spesso non riescono a unire l'elemento platform con quello hack 'n' slash, il nuovo Prince of Persia fonde magnificamente le due tipologie di meccaniche, tanto che ogni singola manovra legata all'esplorazione può venir applicata agli scontri in qualche modo. Il clone? Potete attivarlo nel mezzo di un'animazione d'attacco per raddoppiarla dopo il teletrasporto, e molti proiettili nemici saranno evitabili solo posizionandolo oculatamente. Lo scatto aereo? Usatelo nel mezzo di una combo in aria per inseguire il nemico e aumentare il numero di attacchi sferrati, o a metà di una combo a terra per riposizionarvi alle spalle dell'avversario. Sì insomma, c'è una sinergia straordinaria tra le varie mosse del protagonista e, con un po' di pratica, non ci vuole molto a fare cose spettacolari mentre si riempiono di botte i nemici che popolano le mappe. Vi sono persino dei poteri magici ricaricabili davvero utili se si vogliono eliminare avversari particolarmente ostici.

Gli sviluppatori di Ubisoft Montpellier sono riusciti a fondere a menadito le meccaniche di movimento con il combattimento. Potrete usare tutti i trucchi imparati in battaglia con effetti davvero interessanti
Gli sviluppatori di Ubisoft Montpellier sono riusciti a fondere a menadito le meccaniche di movimento con il combattimento. Potrete usare tutti i trucchi imparati in battaglia con effetti davvero interessanti

C'è persino un altro sistema, sempre preso di peso da Hollow Knight, che rende ancor più variegato il tutto: nel gioco troverete degli amuleti equipaggiabili in slot fissi (ma anche loro possono aumentare di numero) con effetti misti. Possono potenziare le manovre difensive, offensive, o offrire poteri unici che cambiano completamente l'approccio all'azione; non li sottovalutate. Ah, considerando la tecnicità generale delle manovre, non poteva mancare una parata come tecnica difensiva: usarla con il giusto tempismo dà grossi vantaggi, ma non è il caso di abusarne, perché i nemici hanno molti attacchi imparabili e potreste pentirvene rapidamente.

Un'ultima cosa da elogiare per quanto riguarda il combattimento sono le battaglie con i boss. Le abbiamo trovate estremamente sceniche e ben congegnate, e vi assicuriamo che alle alte difficoltà alcune fanno seriamente sudare, tanto da costringere a studiare alla perfezione i pattern offensivi per non crepare malamente. Il team di sviluppo non ha davvero lasciato nulla al caso dal punto di vista del gameplay: questo è un metroidvania dove tutto si incastra a meraviglia, e ogni volta che lo abbiamo fatto partire è riuscito facilmente a catturarci per ore. Di rado abbiamo visto giochi così ben calcolati nel genere, o con una curva di difficoltà così soddisfacente.

Comparto tecnico e difetti: la clessidra vuota

Artisticamente il gioco poteva essere sicuramente più ispirato, ma anche in questo campo ha innegabilmente i suoi momenti
Artisticamente il gioco poteva essere sicuramente più ispirato, ma anche in questo campo ha innegabilmente i suoi momenti

Attenzione, per quanto il livello generale sia a dir poco lodevole, questo non significa che l'opera di Ubisoft Montpellier sia un inarrivabile picco qualitativo: anche qui vi sono delle mancanze, alcune derivanti proprio dagli "eccessi" d'ispirazione. Nel voler imitare Hollow Knight e il suo livello di sfida, ad esempio, alle volte i designer hanno un pochino esagerato, e non tutte le aree scorrono con la stessa grazia. Certe mappe eccedono col platforming, altre danno ricompense trascurabili dopo percorsi tutt'altro che facili da affrontare, e altre ancora mutuano con un po' troppa veemenza idee già viste. Non si tratta ovviamente di difetti in grado di rovinare in alcun modo l'esperienza, ma avremmo comunque apprezzato qualche esperimento più "strano" o zona dalla progressione più fluida.

L'altro punto debole è invece il comparto artistico, a nostro parere piuttosto debole rispetto alla qualità degli altri elementi. Occhio, la nostra non è una bocciatura totale: il gioco è ricco di scene epiche e non mancano le zone davvero ispirate, eppure nel complesso esteticamente lo abbiamo trovato piuttosto piatto, ed è un peccato perché la mappa è tanto estesa quanto ricca di biomi. Un look più stilizzato, magari in modo simile a quello di certe scene d'intermezzo, avrebbe con ogni probabilità donato un colpo d'occhio più eccentrico e piacevole al tutto. Per quanto riguarda il comparto tecnico invece non c'è molto da dire: The Lost Crown sembra ben ottimizzato su pc anche con configurazioni di fascia medio bassa, e al di fuori di qualche curioso bug minore non abbiamo notato problemi particolarmente gravi.

Nulla da recriminare invece sulla longevità. Il gioco si può finire in meno di venti ore, ma ve ne serviranno senza dubbio di più per scoprire tutto ciò che ha da offrire, e alle difficoltà maggiore i tempi si dilatano sensibilmente. Se amate l'azione di qualità e il buon game design, sarà tutto tempo ben speso.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery uPlay
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (86)
8.1
Il tuo voto

Cos'è Prince of Persia? Dopo tutte le sue trasformazioni negli anni non è una risposta facile da dare, ed è dunque alquanto curioso che un metroidvania spiccatamente votato all'azione sia forse il titolo che è stato più di ogni altro capace di catturare l'anima della serie. Volete l'azione al cardio palma di Warrior Within? Qui la troverete nelle combinazioni acrobatiche e nelle spettacolari battaglie contro i boss. Volete il platforming brutale dell'opera originale e l'agilità delle incarnazioni tridimensionali più recenti? Non resterete a bocca asciutta, grazie a un level design di tutto rispetto e a un approccio tutt'altro che morbido alla difficoltà di certe fasi. Ubisoft Montpellier forse non avrà creato il gioco più originale in circolazione, vero, ma l'ultima creatura del team non si limita a copiare: The Lost Crown usa al meglio ciò che ha reso grandi alcuni dei migliori metroidvania del genere, e riesce a distinguersi dalla massa con la sua qualità. Un gran gioco, che qualunque amante dell'azione dovrebbe provare.

PRO

  • Gran map design
  • Meccaniche profonde e ben calcolate
  • Difficoltà non sottovalutabile, soprattutto ai livelli di sfida più alti

CONTRO

  • Non tutte le zone sono ispirate allo stesso modo
  • Artisticamente lascia un po' a desiderare