Due giovani imprenditori di successo del settore della ristorazione e della moda, Percival e Hildred, di quelli che riempiono i social network di messaggi motivazionali e si lamentano di non trovare dipendenti che vogliano lavorare gratis per loro, sono costretti a cambiare spesso la sede della loro compagnia per via dell'originalità degli ingredienti utilizzati per realizzare i loro manicaretti.
Purtroppo la società bigotta e arretrata in cui vivono, immersa in un politically correct ipocrita e limitante, non capisce la bellezza di macinare o insaccare degli esseri umani, per poi servirli ai loro inconsapevoli simili, sempre affamati e poco interessati a farsi domande sulla provenienza dei loro pasti. Il nostro obiettivo è quindi quello di trasformare la recensione di Ravenous Devils in un atto di protesta contro la censura dell'arte di questa coppia che si è fatta da sola.
Carne e vestiti
Con Ravenous Devils, la software house italiana Bad Vices Games, cui dobbiamo Hippocampus: Dark Fantasy Adventure e il più particolare Sexual Void, ha deciso di creare un'esperienza decisamente disturbante, supportata dal disegnatore Mirco Pierfederici, che ha curato la direzione artistica, e da Troglobytes Games. Sulla carta stiamo parlando di un gestionale in cui dobbiamo rendere fruttuosa la sartoria di Percival e il ristorante di Hildred, ma in realtà ci troviamo di fronte a una storia stranamente piena di sentimenti, per quanto perversi, in cui i due innamorati si supportano a vicenda nel bene e nel male. Soprattutto nel male.
Di fatto l'intero gioco si volge in un unico edificio diviso in quattro piani e inquadrato lateralmente: su un piano c'è la sartoria dove lavora Percival, su un altro c'è la cucina dove lavora Hildred e sul terzo, posto in mezzo agli altri due, c'è il ristorante dove Hildred o un cameriere servono i pasti ai clienti (che ovviamente non sanno di cosa sono fatti). Il quarto e ultimo piano è una soffitta in cui si trovano una serra, utile per coltivare alcuni ingredienti per il ristorante (indovinate con cosa andranno concimati?), e una stanza per cadaveri di lusso (chiamiamola così).
Il giro d'affari del dinamico duo è molto semplice da spiegare: Percival vende abiti e uccide le persone a colpi di forbici per Hildred, spedendole i cadaveri freschi tramite una botola che collega la stanza interna della sartoria alla cucina.
Qui la donna può afferrare i corpi e usarli per produrre del macinato, delle salsicce o delle bistecche, ossia gli ingredienti base del menù del ristorante. Hildred deve quindi prendere gli ingredienti e combinarli con altri su dei tavoli da lavoro, per poi infornare le pietanze per cuocerle, prima di servirle negli espositori del negozio o ai tavoli del pub. Inizialmente gli ingredienti non sono tutti disponibili, ma vanno sbloccati acquistando migliorie per la cucina, così da poter realizzare piatti di complessità maggiore.
Più un piatto è articolato, più tempo richiederà per essere cucinato, più i clienti pagheranno per mangiarlo. Comunque sia non è solo il ristorante ad avvantaggiarsi della morte di alcuni clienti, perché i vestiti delle vittime sono un'ottima materia prima per la sartoria. Percival può infatti utilizzarli per cucire degli abiti completamente nuovi per poi esporli nei manichini del negozio, a uso dei clienti.
Storia
In realtà all'inizio del gioco il ristorante e la sartoria sono molto poveri, ma spendendo i soldi accumulati durante le giornate lavorative è possibile migliorare tutti i locali, acquistando i già citati nuovi ingredienti, aggiungendo espositori e tavoli al pub, aumentando i manichini su cui esporre i vestiti di Percival e migliorando gli strumenti lavorativi per accelerare la produzione. Ad esempio è possibile acquistare più tavoli per cucinare o una macchina da cucire più efficiente che realizza abiti in un lampo. Oltre ad attrezzare gli ambienti è anche possibile acquistare dei nuovi vestiti per Hildred e Percival, tanto per dare un tocco in più allo scenario.
Visto il tema del gioco era inevitabile che al giocatore fosse raccontata anche una storia. In realtà il lato narrativo di Ravenous Devils è molto discreto in termini di come si interseca con il gameplay, gestito com'è tramite sequenze d'intermezzo e lettere.
La storia è incentrata sul lavoro dei due e sul fatto che, nonostante la loro abilità, qualcuno è venuto a conoscenza della loro vera attività e vuole sfruttarla in un modo abbastanza perverso. Oltre alla storia principale, ce ne sono anche di secondarie, utili per svelare i lati più umani e disumani della coppia. Si tratta di momenti per niente invasivi, che non distraggono dalla parte gestionale, visto che avvengono tra i giorni lavorativi e non sono legati a delle meccaniche particolari. Conclusa la storia, in circa cinque ore di gioco (non pochissime, considerando il prezzo molto basso), si può comunque continuare a gestire l'attività.
Gameplay
In termini di gameplay, Ravenous Devils è paradossalmente rilassante. Il gioco non prevede il game over e, nonostante a volte ci siano dei momenti concitati dovuti al sovrapporsi dei vari compiti, che vanno quasi tutti gestiti direttamente dal giocatore, al massimo si può deludere qualche cliente non servendogli nulla così da ricevere meno punti fama per il locale a fine giornata. Quindi la progressione è costante e, anche a fronte di alcuni errori, non c'è il rischio di perdersi qualcosa per strada o di fallire. Detto questo, presto il gameplay si trasforma in un meccanismo ben oliato, in cui il giocatore corre veloce da un personaggio all'alto durante le animazioni per dare ordini e far girare l'economia.
Basta poco per capire come gestire gli ingredienti e fare in modo di non rimanere senza, usando anche dei sistemi non proprio convenzionali per ottimizzare il tutto, come ad esempio sfruttare un gattino che, a fronte di qualche coccola, è ben disponibile ad andare a caccia di topi da servire ai clienti: un buon pasto rapido che costa praticamente zero ed è anche veloce da preparare, oltre che bello ruspante.
Certo, dopo qualche ora il sistema inizia a stancare, soprattutto quando non ci sono più miglioramenti da acquistare e la formula inizia a farsi ripetitiva, ma giusto a quel punto arriva il finale a chiudere tutto e a dare soddisfazione della sete di sangue dei nostri due protagonisti e di noi giocatori.
Dal punto di vista tecnico il titolo di Bad Vices Games è realizzato con grande competenza. Certo, è molto semplice, considerando che rappresenta un solo ambiente e che alcune sequenze narrative sono affidate a dei fumetti. Comunque sia, la direziona artistica è ottima e le animazioni fanno il loro dovere, in particolare quelle legate all'uccisione e alla lavorazione della materia prima. I pochi ambienti visibili sono ben modellati e offrono dei dettagli sfiziosi, che arricchiscono la scena. Forse la musica di sottofondo è un po' troppo monotona, ma al contempo è adatta al tipo di gioco, quindi alla fin fine ci si fa poco caso.
Il senso di tanta morte
All'inizio tritare esseri umani per servirli ad altri esseri umani trasmette una certa inquietudine, visti anche i dettagli delle animazioni (quella della macellazione per le bistecche è particolarmente disturbante) ma presto ci si fa l'abitudine e diventa una pratica rilassante, quasi pervasiva nella sua crudele bellezza. Quando si è entrati nei suoi gangli e ci si lascia andare, Ravenous Devils diventa uno specchio della contemporaneità, dentro cui si può naufragare dolcemente, trasformando il massacro in una pratica economica, asetticamente meccanica, in cui la crescita dei profitti corrisponde all'aumento della nostra spietatezza. Giocando ci siamo sentiti in pace con noi stessi e abbiamo compreso la grandezza di un sistema che manda al macero alcuni, per la serenità e la sazietà degli altri. Abbiamo immaginato le signore entrate nel nostro negozio per acquistare un pasticcio di carne, che si puliscono educatamente la bocca dopo averlo mangiato, facendo un ruttino silenzioso dopo averlo digerito non sapendo di aver appena ingerito il loro vicino di casa, quello che salutavano educatamente tutte le mattine e di cui non sapevano nulla.
Abbiamo sognato l'ingresso in negozio di una carovana d'influencer in erba pronti a fotografare il frutto di tanta fatica e renderla virale, poi ci siamo ricordati che l'epoca rappresentata nel gioco non aveva social network e ci siamo rattristati. Comunque sia ci siamo sentiti dei veri imprenditori, di quelli che sacrificano tutto per il benessere della loro azienda, anche la loro vita privata, e abbiamo iniziato a riflettere sulla realtà, chiedendoci in quale punto della catena alimentare siamo collocati e se, alla fin fine, stiamo dalla parte di quelli che tritano, o da quella di chi viene tritato. Il fatto che nel mentre continuassimo a girare la manovella del tritacarne senza dargli più grossa attenzione è stata una risposta piacevolmente rivelatoria.
Conclusioni
Ravenous Devils ci è piaciuto non poco, nella sua asciuttezza e nel suo concentrarsi su alcune meccaniche essenziali, senza finire per strafare in alcun modo. Certo, alla fine ci si accorge che è davvero molto semplice, ma quando arriva quel momento ormai lo si è quasi finito e, visto il prezzo che costa, non si recrimina. Anzi, si è felici di aver vissuto un'esperienza interessante e particolarmente cruenta, di quelle che non si vedono più molto spesso nei videogiochi.
PRO
- Cruento al punto giusto
- Le meccaniche di gioco funzionano bene
- Alla fine ci si prende gusto
CONTRO
- Diventa un po' ripetitivo nel finale
- Speravamo che prima o poi il bambino che passa di tanto in tanto nel locale finisse in bocca a qualche cliente... vabbé, gli abbiamo dato da mangiare sua madre.