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The Oregon Trail, la recensione del remake di un grande classico

Su Apple Arcade torna il classico The Oregon Trail, in una nuova versione interamente ricostruita che lo rende più completo e moderno

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   19/04/2021
The Oregon Trail
The Oregon Trail
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Potrebbe sembrare un giochino da poco, ma qui si parla del remake di ciò che viene definito uno dei "più grandi giochi di tutti i tempi", cosa che ci fa approcciare con una certa attenzione alla recensione di The Oregon Trail, in questa nuova versione sviluppata da Gameloft per Apple Arcade. Il titolo originale risale addirittura al 1971 ed era un "edutainment", ovvero un videogioco sviluppato per scopi educativi, che venne distribuito in alcune scuole in USA per immedesimare i ragazzi nella situazione delle carovane di migranti verso le meraviglie dell'ovest, nel nord America dell'800. Si tratta a tutti gli effetti di uno dei primi videogiochi distribuiti su larga scala, entrato a far parte della cultura popolare degli ultimi cinquant'anni, trascendendo la sua dimensione di progetto sperimentale educativo/videoludico. Gameloft è entrata in possesso dei diritti sul titolo e ha proposto negli anni diverse reinterpretazioni, a dire il vero con risultati piuttosto modesti finora.

The Oregon Trail, in questa nuova versione, si avvale di una bella caratterizzazione grafica
The Oregon Trail, in questa nuova versione, si avvale di una bella caratterizzazione grafica


Ci è voluto Apple Arcade per far ritrovare a The Oregon Trail una giusta dimensione, con una ricostruzione convincente dello spirito originale ma calato in una forma estetica veramente gradevole e un certo lavoro di redesign delle meccaniche in grado di renderlo interessante, anche al di là della curiosità dal sapore storico. La struttura non viene stravolta, pertanto rimane un titolo con interazione limitata, come si conviene all'evoluzione di un'avventura testuale con illustrazioni, ma questo remake riesce a trovare il modo di riproporne le atmosfere e lo stile in modo accattivante e particolarmente fruibile sulle piattaforme mobile. Oltre ai miglioramenti tecnici e contenutistici, bisogna notare anche una diversa sensibilità ai temi trattati: traspare ancora lo spirito a volte tremendamente cinico dell'originale, con la sua "morte per dissenteria" diventata un vero e proprio meme, ma qui si assiste da una parte a una certa autoironia nella rappresentazione anche dei drammi del viaggio e dall'altra a un'attenzione ai temi storici più seri, come la presenza dei nativi americani e della loro causa che viene ora trattata in maniera molto più approfondita e giusta.

La dura vita della carovana

Il nuovo The Oregon Trail illustra bene il passare delle stagioni e l'arrivo dell'inverno
Il nuovo The Oregon Trail illustra bene il passare delle stagioni e l'arrivo dell'inverno

Scopo del gioco è portare una carovana di quattro personaggi verso l'Oregon, attraverso cinque tappe principali a loro volta suddivise in vari punti di interesse. In un certo senso, The Oregon Trail è forse il primo videogioco survival con elementi gestionali, nonché una sorta di roguelike ante-litteram, tanto per dare un'idea di come il titolo originale fosse avanti rispetto ai primi videogiochi propriamente detti, derivando da un processo di progettazione e sperimentazione esterno all'ambiente della produzione d'intrattenimento. Questo remake introduce qualche altra caratteristica più "action", per così dire, oltre a un'interfaccia che sfrutta ampiamente la grafica oltre al testo, ma il nucleo principale dell'esperienza rimane molto vicino all'originale. All'inizio si scelgono i quattro membri della carovana, che differiscono per alcune caratteristiche base come il lavoro svolto, il carattere, alcune predisposizioni fisiche e abilità specifiche, quindi si parte per il viaggio, che è impostato sulle medesime cinque tappe principali anche se abbiamo la possibilità di scegliere alcune varianti nei percorsi che portano a punti intermedi diversi.

I nativi americani sono trattati con molto più rispetto e serietà in questo remake
I nativi americani sono trattati con molto più rispetto e serietà in questo remake


Selezionati i quattro personaggi con le loro caratteristiche, acquistate le scorte di cibo, medicine, vestiti e pezzi di ricambio e disposte all'interno del carro, tutto quello che viene in seguito si basa su eventi casuali e capacità di problem solving immediata, anche se a dire il vero l'aleatorietà nella soluzione dei problemi è un elemento persistente nel gioco. Il principio base è assicurarsi che la carovana arrivi a destinazione mantenendo in vita i suoi membri, tenendo sotto controllo i parametri vitali salute, resistenza, morale, igiene e curando anche l'integrità del carro e delle merci. Il viaggio è costellato di imprevisti che possono causare danni ai personaggi e al mezzo ma anche opportunità, che se ben sfruttate possono consentire di ottenere denaro e oggetti utili come medicine e provviste, dunque tutto il meccanismo di gioco è basato su un'attenta gestione delle abilità dei personaggi per ottenere risorse dall'ambiente o dal commercio e sul loro oculato utilizzo per mantenere i parametri vitali e il carro sotto controllo.

The Oregon Trail propone anche mini-game diversi, come quello della caccia
The Oregon Trail propone anche mini-game diversi, come quello della caccia


In generale, si tratta di prendere delle decisioni selezionando una tra le opzioni possibili, valutando in poco tempo le migliori strategie anche se i risultati non sono sempre prevedibili e dipendono spesso dal caso. The Oregon Trail propone però anche alcune digressioni dalla sua meccanica standard, con alcuni mini-game estremamente semplici ma in grado di variare un po' l'azione, come la caccia, il rafting e un sistema di gestione dell'inventario che introduce elementi puzzle a incastri sullo stile di Resident Evil 4. La grafica del gioco recupera lo stile classico attraverso sprite di personaggi, animali e carri in pixel, ma posti sopra uno scenario che mischia elementi poligonali in 3D con altri bidimensionali, creando un effetto veramente molto piacevole. Lo scorrere del tempo è rappresentato da continui cambiamenti della luce, oltre che dall'arrivo di nuove stagioni e per quanto possibile le varie tappe si caratterizzano per alcuni cambiamenti nella caratterizzazione grafica delle ambientazioni che rendono il viaggio sempre interessante. Chiaramente si tratta di soluzioni tecniche semplici, ma comunque di buon impatto.

Conclusioni

Versione testata iPad
Digital Delivery App Store
Multiplayer.it
7.8
Lettori
ND
Il tuo voto

Per essere un gioco vecchio di cinquant'anni (e non è un'esagerazione), The Oregon Trail si dimostra ancora incredibilmente attuale, avendo preceduto ampiamente il trend dei survival basati sulla gestione di risorse, presentandosi peraltro come una sfida decisamente impegnativa. Gameloft è riuscita finalmente a rendere giustizia a questo storico titolo, sfornando un remake degno dello status di icona della cultura popolare raggiunto dall'originale, oltretutto trovandogli una collocazione perfetta nel contesto di Apple Arcade ed evitando in questo modo il rischio della deriva free-to-play. Ne viene fuori un gioco piacevole da vedere e sempre coinvolgente, anche se la veneranda età si fa sicuramente sentire, rispetto ad altre esperienze dello stesso genere che risultano ormai più moderne e raffinate.

PRO

  • Gameplay approfondito e reso più ritmato e coinvolgente
  • Buona resa estetica con il misto di pixel e 3D
  • Ha ancora un fascino particolare, derivante dal grande classico originale

CONTRO

  • Il caso spesso domina l'evolversi degli eventi
  • Come gestionale survival è più limitato e semplice di altri giochi moderni
  • Gli eventi del viaggio cambiano sempre, ma si basano comunque sui medesimi elementi costitutivi