L’antipasto: panoramica del gioco
A detta degli stessi sviluppatori, Trade Empires vuole essere un titolo a metà fra Railroad Tycoon, Sim City e Civilization. Il gioco ci pone infatti a capo di una dinastia di mercanti, che sotto la nostra guida dovrà essere in grado di conquistare la leadership commerciale nel suo continente, nel periodo storico che le compete. Il gioco è suddiviso in episodi, similmente a Zeus, ognuno dei quali è dedicato a una particolare civiltà e a un particolare periodo storico quali la Mesopotamia di Ammurabi, l’Impero Egizio e Romano, il Medio Evo europeo e così via, fino ad arrivare agli albori della rivoluzione industriale.
Ad esempio uno dei primi scenari di gioco è ambientato nella Cina del 1700 a.C. e copre un periodo di 600 anni, al termine dei quali, ci si aspetta che la vostra dinastia raggiunga un certo numero di obiettivi, quali instaurare una proficua rotta per il commercio della seta fra due insediamenti molto distanti, costruire una rete di canali o raggiungere una remota miniera di minerali pregiati da rivendere al maggior offerente.
Il gioco si articola quindi attraverso 4 continenti per un periodo di più di 4000 anni, mettendo man mano a disposizione circa 30 unità diverse, fra mercanti e mezzi di trasporto e più di 200 strutture, che vanno dall’umile laboratorio per tessitori, alla più grandiosa delle piramidi, fino ai più moderni edifici del XIX secolo.
La portata principale: il gameplay
Giocare a Trade Empires non significa certo decidere le rotte commerciali per poi starsene seduti in panciolle ad osservare il conto in banca andare alle stelle. Dovremo innanzitutto ingaggiare i migliori mercanti sulla piazza, scegliendoli fra quanti possiedono le abilità utili alla nostra bisogna (capacità di viaggiare in mancanza di strade, particolare propensione al traffico di merci di lusso ecc.), provvedendo di munirli del mezzo di trasporto più conveniente relativamente al periodo storico e agli avanzamenti tecnologici che avrete acquisito progredendo nel gioco.
Dovremo poi preoccuparci delle infrastrutture, provvedendo alla costruzione di sentieri, strade, ferrovie, porti e cantieri navali, oltre all’apertura di nuovi mercati in modo da promuovere la crescita delle città e attirare nuovi potenziali acquirenti delle nostre merci.
Nel caso in cui ci dovessimo trovare in difficoltà nell’attirare compratori, potremo sempre investire parte del nostro capitale in edifici utili alla comunità, i quali non solo attireranno nuovi abitanti, ma rappresenteranno essi stessi una base di utenza che costantemente sarà disposta ad acquistare determinati beni. Un esempio è la costruzione di un tempio religioso, al quale potremo poi vendere legname, mobili ed utensili.
E a proposito di merci, sarà sempre compito del giocatore ricercare le fonti di materie prime, quali miniere, campi agricoli e pascoli di pecore e successivamente provvedere alla loro trasformazione in prodotti finiti (utensili in ferro, cibo, vestiti) in modo da poterli inviare ai mercati che ne necessitano, dopo aver stabilito ancora una volta le opportune rotte commerciali.
Il contorno: grafica e sonoro
Funzionale. Questo è forse l’aggettivo che meglio si adatta a quanto Trade Empires faccia apparire sui nostri monitor. L’interfaccia è davvero ben strutturata, consentendo con pochi click di accedere a tutti i parametri e le opzioni di cui abbiamo il controllo, dall’elenco delle rotte commerciali, alla quantità e al genere di beni richiesti da un particolare mercato, arrivando a visualizzare la quantità di denaro trasportata da ogni singolo mercante.
La grafica del gioco è forse troppo statica ed essenziale, se paragonata ad altri titoli del genere, ma svolge comunque il suo lavoro egregiamente, anche se una maggior quantità di animazioni avrebbe potuto renderla più appetibile.
Sul fronte del sonoro invece, promozione a pieni voti. Benchè gli effetti siano un po' ripetitivi, le musiche sono ben fatte e orecchiabili ed è lodevole il tentativo di dedicare un tema musicale caratteristico per ogni civiltà che avremo modo di conoscere.
Conclusioni per dessert
Trade Empires non è un gioco per tutti.
Conclusioni per dessert
Come avrete avuto modo di notare leggendo la recensione, non si tratta certo di un prodotto fatto per attirare l’attenzione con effetti speciali roboanti e grafica da urlo. Potremmo dire che si tratta di un gioco 100% sostanza, un prodotto destinato non alla solita cerchia di “appassionati”, ma a quella degli “appassionati incalliti”, di quelli che dei titoli gestionali hanno fatto il loro pane quotidiano e che in questo titolo ne troveranno di abbastanza duro per i loro denti.
Se quindi vi sentite dei manager e non vi spaventa un titolo dalla curva d’apprendimento decisamente alta (anche per il suo genere) compratelo e dateci dentro!
Dai creatori di Imperialism I e II, ecco giungere sugli scaffali un nuovo purosangue del genere gestionale: riusciremo a costruire un impero commerciale in grado di attraversare indenne gli oceani del tempo?