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Mano vincente

Nato come un progetto secondario, HearthStone sta crescendo e prepara ad espandersi

SPECIALE di Umberto Moioli   —   14/11/2013
Hearthstone: Heroes of Warcraft
Hearthstone: Heroes of Warcraft
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L'accoglienza ottenuta al BlizzCon 2013 dai primi esperimenti nel campo dei free to play dovrebbe davvero convincere Blizzard che questa è, per un certo tipo d'esperienza, una strada da seguire con convinzione e mezzi importanti. Heroes of the Storm, nonostante il numero elevatissimo di postazioni, ha sempre raccolto lunghe code di curiosi mentre Hearthstone: Heroes of Warcraft sembra già poter contare su una community di appassionati competenti e interessati all'evoluzione di un titolo nato come un esperimento e rapidamente cresciuto in una realtà quantomai concreta. Un milioni di chiavi per la beta sono state distribuite da Blizzard che prevede entro dicembre di rompere gli argini ed aprire al mondo la versione preliminare del suo gioco di carte collezionabili. I punti di forza dell'esperienza offerta da Hearthstone sono già stati toccati, assieme ad una approfondita disamina delle meccaniche di gioco, nel nostro precedente provato, mentre il recente appuntamento losangelino è stato l'occasione per guardare un po' avanti - ma non troppo - e mettere le mani sulla versione iPad.

Nato come un progetto secondario, Hearthstone sta crescendo e prepara ad espandersi

La versione definitiva?

Nel campo dei giochi di carte collezionabili, HearthStone: Heroes of Warcraft si distingue per la semplicità delle regole, una curva d'apprendimento pensata per non scoraggiare gli utenti inesperti ma anche una certa profondità nascosta non troppo a fondo sotto la superficie.

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Tutti elementi che si rinnovano e anzi vengono esaltati dall'incarnazione per iPad. L'interfaccia è pressoché la stessa, mentre i controlli touch sono quantomai intuitivi e di immediata comprensione. Il ritmo e la durata delle partite si adattano perfettamente all'esperienza di gioco promossa dai tablet e dopo un paio di match ci si rende conto che questa versione rischia seriamente di essere quella più godibile e funzionale del lotto. Su smartphone iOS e Android la conversione presenterà alcune complicazioni extra, legate soprattutto all'uso intelligente di uno schermo di piccole dimensioni per mostrare lo stesso quantitativo di informazioni, ma rimandiamo ogni giudizio alla prima prova diretta. La natura colorata e la buona fattura delle carte e del tavolo da gioco, con i volti più celebri e apprezzati dell'universo di World of Warcraft che fanno la loro comparsa, rendono inoltre giustizia agli ottimi schermi dei recenti prodotti Apple pur senza sbalordire sotto il profilo strettamente tecnico. Una funzionalità grafica ed estetica da sempre marchio di fabbrica di Blizzard. Essendo tutto ciò ancora in beta, è presto per poter parlare di espansioni nonostante sia già stato confermato che nuovi set sono in lavorazione. Parlando con Eric Dodds, lead designer, ci siamo comunque fatti spiegare cosa gli utenti possono aspettarsi dalle prossime patch.

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"Stiamo facendo modifiche importanti alle partite classificate. Attualmente il gioco non riesce ad esprimere in maniera efficacie il livello di bravura del giocatore, quando si avanza o arretra e cosa succede dietro le quinte di questo sistema. Vogliamo che i giocatori migliori abbiano modo di essere riconosciuti e distinguibili, ancora più di quanto non lo siano adesso. Infine sentiamo la necessità di creare dei premi ottenibili con le partite classificate che possano davvero valere l'impegno richiesto per ottenerli. Questi tre aspetti verranno migliorati probabilmente già nella prossima patch. Ci saranno 25 rank da scalare e per ogni partita vinta o persa si guadagnerà oppure perderà una stella, così da non creare equivoci sulla progressione. Raggiunto il rank massimo, si entra in una sorta di classifica parallela che raccoglie i migliori giocatori ed alla fine di ogni giornata comunica che posizione si occupa. Pensiamo possa rappresentare un forte stimolo a migliorarsi. In termini di ricompense abbiamo delle livree speciali per il retro delle carte, ottenibili solo partecipando ad una precisa Stagione classificata. Ottenendo 500 vittorie con una specifica classe, si ottiene invece una variante dorata dell'eroe".

Quando lo scorso marzo eravamo a Boston per l'annuncio di HearthStone, ospitato tra i padiglioni del Pax East, ci era stato detto che il gioco puntava a proporsi come un passatempo prima che una sfida competitiva. Questa direzione, però, sembra stia rapidamente cambiando e i successi ottenuti lo potrebbero proiettare in un'ottica vicina a quella di un e-sport vero e proprio. "Si tratta di una prospettiva di cui discutiamo frequentemente negli ultimi tempi.

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Fino a qualche mese fa consideravamo Hearthstone un titolo divertente da giocare in multiplayer con gli amici, ma da quanto è esploso su TwitchTV e ci sono stati i primi tornei, ci chiediamo se non possa crescere anche sotto quel profilo. Non cambieremo la nostra filosofia, quella ovvero di creare un gioco che possa essere avvicinato da tutti, ma ci stiamo chiedendo cosa serva per renderlo un e-sport. Non ne siamo ancora sicuri, finché non sarà nelle mani di tutti non potremo avere il feedback esteso che ci serve, quindi ci vorrà ancora un po'. Al punto a cui siamo potremmo probabilmente aggiungere 20 o 30 carte molto mirate che cambierebbero il meta game permettendo agli utenti più competitivi di avere un titolo giocabile ad alto livello, anche senza dover introdurre meccaniche astruse e incomprensibili. Suppongo che questa flessibilità si possa perdere negli anni, ma sono problemi sui quali ci interrogheremo a tempo debito". Attualmente non sono invece in discussione modalità cooperative o che prevedano un numero di sfidanti superiore a due, visto che le risorse a disposizione sono comunque quelle di un team che non supera le quindici unità. Per la stessa ragione resta in potenza, possibile in un futuro magari non troppo lontano, l'interazione diretta tra Hearthstone e World of Warcraft. Non sarebbe affatto male poter giocare uno e ricevere ricompense anche nell'altro.

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Dalle parole di Dodds è percepibile quanto l'ottimo riscontro ricevuto da Hearthstone ne abbia allargato enormemente prospettive e ambizioni, senza comunque intaccare alcune scelte fatte in fase di design come la presenza del crafting al posto di un sistema per scambiarsi le carte tra utenti. "Certamente scambiarsi le carte è divertente, quando però abbiamo iniziato lo sviluppo e ci siamo chiesti cosa sarebbe stato interessante per i nostri giocatori, abbiamo pensato innanzitutto a creare un modello che gli permettesse di dare via le carte che non gli servono per entrare effettivamente in possesso di quelle che gli interessano e vogliono giocare. Questo si può fare con gli scambi oppure, come abbiamo scelto, con il crafting. Nel primo caso per un nuovo utente è difficile inserirsi, perché molti sono intimoriti dall'idea che ci siano carte che hanno acquisito nel tempo enorme valore, non è semplice capire quanto vale ogni carta e muoversi con dimestichezza in quel contesto. C'è sempre qualcuno più esperto o con maggiori possibilità che si avvantaggia della situazione, e questo tipo di dinamica a noi non interessa. Con il crafting possiamo mantenere il prezzo e lo sforzo richiesto per ogni carta stabile, si tratta di una condizione rassicurante e amichevole che non svantaggia nessuno". Idee chiare per Blizzard a cui ora non resta che aprire la open beta, come già detto entro l'anno, e pensare nel 2014, probabilmente nella seconda metà, a lanciare definitivamente Hearthstone: Heroes of Warcraft. Fino ad allora è improbabile che vedremo enormi balzi in avanti contenutistici, piuttosto si prediligerà rifinire e testare il gioco al massimo, per arrivare pronti ad un appuntamento che sta inaspettatamente diventando sempre più atteso e importante.