Quando siamo usciti dalla saletta dove si è tenuta la presentazione di Civilization: Beyond Earth eravamo combattuti tra due sentimenti: l'interesse per un titolo che ha risvegliato ancora una volta la nostra curiosità e la delusione per non averne visto di più, essendo la demo limitata ad appena quindici minuti di gioco. Troppo pochi per farsi un'idea complessiva su un titolo di strategia così complesso e ambizioso. Alla GamesCom 2014, comunque, Firaxis Games ha portato alcuni nuovi contenuti, dandoci quantomeno modo di mettere gli occhi su spezzoni di giochi inediti: se la presentazione di Los Angeles del giugno scorso, tenutasi durante l'E3, era focalizzata sulle primissime fasi di gioco, questa ci ha invece permesso di vedere alcune scene tratte dal gameplay avanzato, quando le cose si fanno più interessanti. Per una prova diretta e una panoramica generale ci toccherà invece aspettare ancora un po', non molto probabilmente se si considera che uscirà il prossimo 24 ottobre e che quindi siamo vicini al momento in cui la comunicazione sul prodotto si farà più serrata.
Non si tratterà di una rivoluzione assoluta, ma Beyond Earth resta una delle esclusive PC più attese
Affinità naturali
Anche questa seconda visita ai pianeti alieni di Civilization: Beyond Earth ci ha convinto della vicinanza intrinseca tra la nuova release e Civilization V. Le similitudini sono estetiche e ludiche, visto che il motore è lo stesso, il sistema di turni e movimento, inclusa la disposizione delle unità sul terreno, sono immutati e persino il feeling visivo del terreno non ha subito grossi sconvolgimenti.
Anche se molte superfici aliene hanno, come prevedibile, un aspetto personalizzato che aiuta ad immedesimarsi nel contesto delle profondità spaziali. Per fortuna, il gameplay ha ricevuto in dote alcune importanti introduzioni proposte attraverso le due espansioni rilasciate sinora per Civilization V: meccaniche come l'archeologia e il rinnovato complesso di rotte commerciali non potranno che dare profondità a un'esperienza di spessore. Il punto di partenza differente dalla serie utilizzata come fondamenta, quindi l'idea di dover utilizzare la propria civiltà evoluta per colonizzare pianeti lontani anziché prendere una fazione storica e condurla dall'età della pietra alla modernità, ha comunque dato il largo per un gran numero di novità. Un po' come le ideologie di Brave New World, le Affinità daranno modo di schierarci per definire che tipo di rapporto avrà la nostra gente con il popolo colonizzato:
scegliere Harmony aprirà una serie di opzioni volte a farci vivere in armonia con l'ecosistema che stiamo cercando di conquistare, evolvendoci così da assumere certi tratti della vita autoctona; Supremacy, al contrario, è la scelta ideale per chi non intende scendere a compromessi e mantenersi quanto più distaccato possibile dalle creature indigene; Purity infine determina il percorso perfetto per chi apprezza l'idea di ricreare la Terra sul pianeta di destinazione. Nel corso della demo ci è stato mostrato come la scelta dell'Affinità abbia un effetto diretto su porzioni di gameplay come il sistema di combattimento: la civiltà utilizzata per mostrarci il gioco, ad esempio, dopo moltissimi turni spesi a perseguire l'ideale Purity aveva ottenuto l'accesso ad un paio di unità speciali e uniche, un mech ottimo per la fase difensiva e una gigantesca astronave da battaglia. Anche la diplomazia, che non ci è sembrato si distacchi troppo da quella di Civilization V, è influenzata da questa variabile, quindi civiltà ideologicamente affini avranno vita più semplice quando si tratta di trattare una pace o anche semplicemente mercanteggiare in materiali rari, come il titanio.
Libertà di scelta
Non dovendosi attenere alla progressione storica degli avanzamenti tecnologici, Firaxis ha potuto sviluppare un Tech Tree davvero interessante: molto vicino come struttura alla Sferografia di Final Fantasy X, è formato da centri concentrici e permette di scegliere quali nuovi progressi mettere in lavorazione seguendo un percorso libero da vincoli e aperto a qualsiasi interpretazione.
L'aspetto culturale del popolo che si controlla sarà legato a quattro rami differenti - Might, Prosperity, Knowledge e Industry - ma anziché suggerire di focalizzarsi su uno ed uno solo di questi, Civilization: Beyond Earth ci invita a svilupparne due contemporaneamente approfittando delle sinergie create dai vari bonus ottenuti di volta in volta. Purtroppo, come detto anche all'inizio, in un quarto d'ora non ci si può fare un'idea di come funzionano sistemi così complessi, però ci troviamo al cospetto di novità capaci di grandi risvolti, se ben implementate.
Avanzando nel corso delle partite sembra che un peso centrale venga assunto dai satelliti che vanno mandati in orbita e quindi utilizzati per influenzare il terreno circostante a seconda dell'abilità in loro possesso: alcune installazioni spaziali danno bonus alla produzione industriale e all'estrazione delle risorse mentre altre funzionano come letali armi che sparano un potente raggio laser sulle unità nemiche sottostanti. Curiosa anche la scelta di porre particolare attenzione alla sfida proposta dai nemici incontrati casualmente sulla mappa, come nel caso del gigantesco Kraken che durante la demo teneva sotto assedio una delle città della civiltà utilizzata per presentarci il titolo. Questi sono grossomodo i punti principali toccati dalla presentazione, una panoramica veloce che forse non ci ha ancora del tutto venduto il titolo, ma che ci ha certamente fatto venire voglia di provarlo con mano. Non si tratterà di certo di una rivoluzione assoluta, piuttosto di un omaggio al vecchissimo Alpha Centaury creato a partire dall'esperienza fatta da Firaxis in questi anni. Tanto dovrebbe bastare per convincere molti appassionati a mettere mano al portafogli.
CERTEZZE
- Alpha Centaury rivive in Civilization V
- Tech Tree complesso e ricco di opzioni
- Motore solido...
DUBBI
- ...anche se si notano un po' troppe somiglianze con Civilization V
- Senza metterci le mani sopra è difficile farsi un'opinione sul gioco