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Derapate d'epoca

L'anima dei racing game arcade anni '80 e '90 risorge in Drift Stage

PROVATO di Andrea Centini   —   29/01/2015
Drift Stage
Drift Stage
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Nel costante processo evolutivo che coinvolge i racing game sin dagli albori, c'è stato un momento che ha fatto da vero e proprio spartiacque tra la concezione moderna e quella "storica" del poliedrico genere, andando a influenzare non solo le più intime dinamiche di guida - siano esse arcade o di stampo simulativo - ma anche la varietà di contenuti, l'accessibilità e finanche l'approccio stesso alle competizioni.

Derapate d'epoca

Il lancio del primo Gran Turismo targato Polyphony Digital su PlayStation, avvenuto nel 1997 in Giappone e l'anno successivo in Europa, diede uno scossone talmente forte al mercato che, ancora oggi, le sue alchimie vincenti sono praticamente imprescindibili nelle produzioni tripla A. Prendete i recenti Forza Horizon 2 per Xbox One e DriveClub per PlayStation 4, tra i maggiori esponenti nel panorama arcade: essi hanno molto più in comune con l'opera di Kazunori Yamauchi che non con gli analoghi di un tempo, come il vetusto ma indimenticabile Out Run, o i più recenti Daytona Usa, Virtua Racing, Sega Rally e Ridge Racer, ultimi capisaldi di una scuola di pensiero che "profuma" di sala giochi inizio anni '90. Basterebbe pensare al bellissimo Metropolis Street Racer per Dreamcast, poi evolutosi nella serie Project Gotham Racing di Bizarre Creation (ex Psygnosis), cioè a uno uno dei primi arcade di successo lanciato poco dopo l'uscita di Gran Turismo, per percepire quanto netto e profondo fosse il solco lasciato dal "Real Driving Simulator" giapponese, che ha di fatto segnato la fine di un'epoca indimenticabile, fatta di strade assolate e derapate controllate al millimetro. Se avete superato la trentina e vissuto con passione quello stile ormai desueto, al quale magari vi rivolgete con nostalgia, sarete sicuramente felici di sapere che qualcuno sta seriamente pensando a voi, pronto a stupirvi dopo vent'anni di oblio.

Drift Stage fa risorgere lo spirito degli arcade racer anni '80 e '90

Rolling Start!

Come si fa, oggi, a tradurre in ambito videoludico sensazioni e stilemi del passato, senza incappare in colossali tonfi nell'acqua? Semplice, attraverso una campagna di crowdfunding su Kickstarter; un passaggio divenuto praticamente obbligatorio sia per raccogliere fondi (i nostalgici sanno essere molto generosi) che per promuovere la propria idea dal sapore vintage, soprattutto se ha già mietuto consensi sul trampolino di lancio chiamato Steam Greenlight. Con queste premesse, tre ragazzi americani riunitisi sotto l'etichetta di Supersystems, hanno deciso di far risorgere lo spirito degli arcade racer anni '80 e '90 non solo sotto il profilo dell'iconico gameplay, ma anche e soprattutto da quello artistico, coniugando la cosiddetta pixel art alla grafica tridimensionale in un affascinante cel shading, divenuto vero e proprio marchio distintivo del progetto, coltivato sotto il nome di Drift Stage.

Derapate d'epoca
Derapate d'epoca

Sbarcato da un paio di settimane su Kickstarter, il titolo ha raggiunto l'obiettivo dei 30 mila dollari prefissati in appena un paio di giorni, attestandosi, nel momento in cui stiamo scrivendo, a circa 45 mila dollari, con 1900 "backer" e ancora una ventina di giorni di campagna per macinare altro danaro. Sebbene l'opera di Chase Pettit (programmatore), Charles Blanchard (designer) e Hugh Myrone (musica) si trovi ancora in una fase piuttosto acerba dello sviluppo, è già possibile saggiarne alcune caratteristiche grazie a un codice Alpha di una novantina di mega, che abbiamo testato a fondo per trarre le prime sensazioni. Ad oggi non sono perfettamente definiti i paletti della versione 1.0, che dovrebbe sbarcare entro il 2015 su PC Windows, Mac e Linux (con uno sguardo alle console di nuova generazione), ciò nonostante Supersystems ha già fornito una panoramica generale sulle modalità e alcuni dei contenuti che troveremo in essa. Al di là delle immancabili gare singole e time trial, saranno disponibili anche una modalità denominata Drift Infinite, caratterizzata da un percorso a checkpoint generato proceduralmente, le Sfide Giornaliere basate su tempi e punteggi, la Carriera per singolo giocatore e l'Officina, un editor ove poter creare tracciati e personalizzare le auto con decalcomanie. Cuore pulsante dell'opera sarà indubbiamente rappresentato dal multiplayer online, ma non mancherà un appassionante split screen per quattro giocatori, una rarità su PC e vero e proprio omaggio ai racing del passato. Per quel che concerne le vetture, gli sviluppatori indicano che il garage sarà composto da modelli ispirati a icone uscite tra gli anni '70 e '90, alcuni dei quali già presentati nella pagina dedicata al finanziamento su Kickstarter. Tra essi vi sono la Bulldog, ovvero la Lotus Esprit protagonista del time trial nel codice Alpha; la Stalloni, replica delle mitiche Ferrari Mondial di Out Run e 308 di Magnum P.I.; la Tedesco, una copia spudorata della BMW M1; la Keizai, che scimmiotta la celeberrima Toyota AE-86 Sprinter-Trueno; la GT Turbo, ovvero una Nissan Skyline R33, e infine la ZX-78, ispirata dalle curiose linee della Dome Zero, un prototipo del 1978 apprezzato anche su Gran Turismo. A questi primi modelli, al raggiungimento dell'obiettivo su Kickstarter, gli sviluppatori hanno aggiunto una ulteriore vettura che ricorda la prima BMW M3, la leggendaria E30.

Test drive

Dopo aver installato il codice Alpha, scaricabile dal seguente link, è possibile impostare la risoluzione e la qualità grafica (da veloce a fantastica) da un semplice menù di pre-avvio, che proietta il giocatore in un susseguirsi di omaggi agli arcade racer anni '80 e '90. Dal logo con jingle ispirato ai cabinati AM2 di Sega sino alla schermata di caricamento, passando per i rift di chitarra elettrica in "qualità cd" della soundtrack, ogni dettaglio è infatti studiato per esaltare l'effetto nostalgia di Drift Stage.

Derapate d'epoca

Il menù principale della brevissima demo ha la maggior parte delle feature bloccate, e l'unica accessibile, al di là del link diretto al sito ufficiale, è "l'alpha time trial" inclusa nella sezione arcade, una serie di giri contro il tempo e alcuni ghost di abilità crescente. Al momento Drift Stage supporta sia il joypad dell'Xbox 360 che quello dell'Xbox One, e non è escluso che nella versione finale del prodotto si possa utilizzare anche il volante.

Derapate d'epoca

Il gameplay, come vuole la tradizione, è estremamente semplice nelle dinamiche di base, tuttavia padroneggiarlo richiede impegno e pratica, dato che entrare in derapata al momento giusto e soprattutto mantenerla, per affrontare le curve alla massima velocità possibile, è una tecnica di precisione ormai in disuso. Toccare i guard rail che accolgono l'intera pista con il posteriore della Bulldog, infatti, rallenta considerevolmente la corsa, rovinando di fatto la prestazione sul singolo giro. E' possibile giocare sia con la visuale dal paraurti che con quella esterna, decisamente più adatta, inoltre si possono inviare su Twitter i propri "personal best time" per sfidare gli amici, allungando la rigiocabilità del singolo tracciato presente nella demo. Nei trailer e nella sequenza introduttiva del gioco si osservano le varie auto presenti in pista compenetrarsi fra loro, e non è chiaro se nel prodotto definitivo verrà implementato un auspicabile sistema di collisioni, la cui resa andrà ovviamente analizzata nel dettaglio. Dal punto di vista prettamente tecnico Drift Stage non necessita di un sistema performante, dato che lo stile grafico prescelto non spinge sull'effettistica e sulla mole poligonale: i riflessi sui vetri, sia dei palazzi che delle auto, sono semplici linee trasversali colorate, mentre le texture sono generalmente monocromatiche, applicate su semplici modelli poligonali (spigolosi) che esaltano il curioso cel shading ispirato alla grafica 8-bit. L'asfalto è una lunghissima striscia blu con un pizzico di variazione tonale ai bordi, mentre qualche dettaglio in più lo si nota sulle crepe dei guard rail e sui palazzi, grossi monoblocchi talvolta sovrastati da cartelloni pubblicitari e luci al neon, dove spiccano colori sgargianti. Anche gli effetti sonori e la soundtrack sono un chiarissimo omaggio agli stilemi del passato, sottolineando la precisa direzione artistica intrapresa da Supersystems. Se la varietà di Drift Stage sarà garantita dalle modalità annunciate e le auto ben differenziate fra loro, ci troveremo innanzi ad un'opera divertente e dal fascino indiscutibile, soprattutto per i numerosi nostalgici che hanno già espresso il desiderio di acquistarlo. Sarà invece tutta da verificare la "presa" che un prodotto del genere potrà avere sui più giovani.

CERTEZZE

  • Omaggio appassionato ai racing anni '80 e '90
  • Stile grafico affascinante
  • Gameplay semplice ma efficace e divertente
  • Gli sviluppatori promettono tanti contenuti e modalità

DUBBI

  • La "presa" sui giocatori più giovani
  • Le collisioni fra auto saranno implementate?