In un futuro prossimo, il mondo viene devastato da una terribile pioggia di meteoriti e da incessanti bufere di ghiaccio. Le perdite fra la popolazione sono incalcolabili, le città ridotte in macerie e solo un manipolo di uomini sembra capace di resistere a tale distruzione. Si tratta degli Incarnati, abili guerrieri guidati ognuno da un differente Daimon, vale a dire l'essenza di un dio o di un demone che si manifesta donandogli poteri sovrumani e consentendogli di assumere per alcuni istanti la forma dell'entità a cui sono legati. Alle orecchie degli Incarnati giunge un misterioso messaggio: per salvare il mondo dovranno trovare ed eliminare il Sovrano di questa era. Ma di chi si tratta? Ogni guerriero interpreta a suo modo l'avvertimento, ma il risultato finale è in tutti i casi lo stesso: una terribile battaglia per la supremazia. Ispirato in modo palese ad alcuni dei più popolari coin-op giapponesi, Rise of Incarnates porta su PC un mix di azione, sparatutto e picchiaduro a base multiplayer, in cui due team da due giocatori devono affrontarsi all'interno di arene relativamente ampie, a carattere aperto, che riprendono le fattezze delle maggiori città del mondo.
Rise of Incarnates è un action game diverso dal solito, ma con un approccio free to play limitante
Che bell'incarnato!
Il gameplay di Rise of Incarnates può apparire inizialmente piuttosto confusionario, del resto è questa l'impressione che avevamo avuto in quel di Tokyo, quando abbiamo provato per la prima volta una versione preliminare del gioco, presso la sede di Bandai Namco.
Per chi non conoscesse la serie Mobile Suit Gundam: Extreme Vs., si può fare tranquillamente il paragone con i vari Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi o con il nuovo Xenoverse, titoli insomma in cui si tende a girare attorno all'avversario lanciandogli dei colpi d'energia, cercando man mano di avvicinarsi per mettere a segno una combo di pugni e calci. La differenza è che il cast di questo nuovo free-to-play vanta una serie di peculiarità che rendono ogni Incarnato unico, dunque non si ha la sensazione di utilizzare sempre lo stesso personaggio; anzi, da questo punto di vista bisogna dire che gli sviluppatori hanno fatto un buon lavoro. In primo luogo, ogni guerriero incide in maniera differente sull'economia dello scontro, visto che la barra dell'energia viene condivisa fra i due componenti del team. Abbiamo così personaggi come Lilith, rapida e letale ma relativamente fragile, che vale un'unità sulle cinque dell'indicatore, ponendosi dunque come un bersaglio meno pregiato; e altri come Ares, che incide per tre unità e vanta dunque una resistenza maggiore agli attacchi, ma allo stesso tempo influenza in modo sostanziale l'andamento dello scontro in caso di fallimento. In secondo luogo, il repertorio dei vari Incarnati fa sì che si possa approcciare la battaglia in modo diverso, puntando su attacchi che funzionano meglio da vicino o da lontano, nonché su trasformazioni (attivabili con il tasto dorsale destro, da un certo momento in poi) che implicano anch'esse possibilità offensive differenti. Impugnando un controller per Xbox 360, perfettamente supportato, Rise of Incarnates gioca la carta della visuale liberamente regolabile tramite lo stick analogico destro, ma in realtà basta usare il sistema di lock-on sugli avversari (con il tasto dorsale sinistro) per ottenere una telecamera che rimane sempre sul pezzo e non crea particolari disagi neppure durante le sequenze più frenetiche. Per il resto, i controlli consentono di prodursi in lunghi scatti o in ampi salti, "sparare" al nemico o ricorrere a un attacco corpo a corpo, parare i suoi colpi o eseguire un lancio.
Super Saiyan!
Come detto, la versione Early Access di Rise of Incarnates include al momento un'unica modalità, il tradizionale deathmatch, giocabile da soli o insieme a un amico contro avversari online, oppure in una sorta di single player a livelli affrontando esclusivamente dei bot. È presente un tutorial piuttosto completo, che illustra le meccaniche di base e ci sprona a sperimentare le varie manovre disponibili, che come detto cambiano a seconda del personaggio ma che, proprio nell'ambito del singolo Incarnato, non vantano poi chissà quale varietà.
Anzi, per vincere gli scontri si tende generalmente a usare sempre lo stesso pattern: scatto di avvicinamento al bersaglio, eventuale parata e poi un affondo in combo condito da un colpo d'energia al volo; oppure una manovra di coppia se il nostro compagno è sufficientemente reattivo. Visto che a ogni atterramento corrisponde un breve periodo di intangibilità, in quei frangenti è possibile dedicare la propria attenzione al secondo nemico e poi ripetere da capo la sequenza. È però chiaro che le regole di ingaggio con i bot non valgono con gli avversari umani, che possono riservare qualche sorpresa ma anche un bel po' di situazioni tutt'altro che desiderabili, con disconnessioni lampo o un pesante lag a pregiudicare la godibilità dei match. Sempre che si riesca effettivamente a trovarne, ma di questo parleremo fra poco. I tre scenari sono purtroppo pochi per offrire un minimo di varietà visiva, e al di là di qualche elemento interattivo non rappresentano chissà quale spettacolo per gli occhi, anzi hanno un aspetto decisamente "old-gen", con texture a bassa risoluzione e costruzioni poligonali relativamente semplici. Un discorso simile può essere fatto per i personaggi, il cui design restituisce una sensazione di "già visto" appunto perché si tratta di una sorta di mash-up di protagonisti più o meno celebri di altri videogame. Un elemento, questo, che va fortemente a discapito della personalità del prodotto.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: AMD FX 8320
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 Jetstream
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 8
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i3 da 2,5 GHz, AMD Phenom II X4 910
- Scheda video: NVIDIA GeForce GT 630, ATI Radeon HD 5870
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7, Windows 8 a 64 bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i7, AMD A10
- Scheda video: NVIDIA GeForce GT 660
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7, Windows 8 a 64 bit
Quanto per una reincarnazione?
La versione Early Access del gioco, che ha fatto il proprio debutto su Steam qualche giorno fa, contiene come già detto solo tre scenari (New York, Londra e Parigi), un'unica modalità deathmatch e un roster di otto personaggi, la cui disponibilità viene regolata da un bonus di benvenuto della durata di alcune ore e da un sistema a rotazione settimanale tipico delle produzioni free-to-play.
I crediti che ci vengono consegnati all'inizio bastano per acquistare definitivamente un solo Incarnato, e non è purtroppo possibile sbloccarne altri utilizzando la valuta in-game. Appaiono dunque evidenti fin da subito i limiti di Rise of Incarnates, che adotta un approccio troppo orientato alla monetizzazione e con prezzi eccessivi, considerando che ogni personaggio viene a costare circa otto euro e non sono presenti, al di là di promozioni temporanee, eventuali "season pass" per ottenere l'intero cast a una cifra ragionevole. I perk, che si sbloccano dopo aver acquisito un minimo d'esperienza e che consentono di personalizzare il proprio guerriero potenziandone alcune abilità (anche qui facendo ricorso a soluzioni tipiche del mondo freemium, vedi la "fusione" di più perk che richiede un tot di minuti per essere completata), rispondono anch'essi a una logica di monetizzazione, visto che per disporre di un semplice slot supplementare bisogna pagare oppure impiegare crediti virtuali che sarebbe possibile ottenere solo completando centinaia di partite. Viene da sé che il temibile fattore "pay to win" sia presente in questa esperienza, seppure non a livelli allarmanti. Alla gestione discutibile del formato free-to-play è però strettamente legato un altro problema, vale a dire la cronica mancanza di utenti online, tremendamente esigui se pensiamo che si tratta di un titolo realizzato da un publisher famoso. Il matchmaking cerca inutilmente degli utenti in rete, e non trovandone ci catapulta in anonimi scontri con i bot, in cui per assurdo valgono le stesse regole delle partite classificate ed è dunque possibile ottenere un bel po' di esperienza quasi gratis, impegnandosi ben poco e portando a casa vittorie generalmente scontate. Insomma, per il momento la situazione di Rise of Incarnates è un po' controversa: prezzi troppo alti per i personaggi e impossibilità di sbloccarli con la valuta virtuale, tre soli scenari e, soprattutto, una penuria di utenti online che pregiudica irrimediabilmente l'esperienza. La speranza è che Bandai Namco riveda in fretta i meccanismi di monetizzazione, spronando in tal modo un maggior numero di persone ad avvicinarsi a un free-to-play che ha certamente del potenziale, ma che ora come ora è ben lungi dal poterlo esprimere.
Conclusioni
PRO
- Personaggi ben differenziati
- Apprezzabile gameplay strategico
- Si può giocare gratis...
CONTRO
- ...ma acquistare i personaggi costa troppo
- Al momento una sola modalità e tre soli scenari
- Online praticamente deserto