E alla fine anche noi siamo riusciti a vedere Just Cause 3. Non a giocarlo, purtroppo, ma comunque la corposa presentazione all'interno del mega stand Square Enix è stata ricca di informazioni e anche sinceramente divertente. I ragazzi della divisione americana del publisher giapponese hanno messo in piedi una sorta di dimostrazione interattiva per farci scegliere cosa vedere o, meglio, come portare a compimento delle piccole missioni. Just Cause ruota tutto intorno alla grande libertà data al giocatore, in questo caso gli spettatori. Un esempio: Rico deve abbattere una delle statue del dittatore Di Ravello. Come fare? Saltare in sella ad un trattore per distruggerla, investendola? Riempirla di piombo e di granate, fino a ridurla in polvere, o affidarsi ad una catapulta improvvisata? La terza ipotesi, ovviamente, suggellata dalle fragorose urla del pubblico. E qui entra in gioco il rampino, potenziato in questo terzo capitolo.
Just Cause 3, ovvero l'emblema del gioco caciarone per eccellenza!
Ora fino a tre rampini possono essere lanciati nello stesso momento, potendo inoltre gestire manualmente la tensione che li collega. Ma come è andata a finire, in questa occasione? Rico ha collegato la macchina alla statua con due funi, per creare una catapulta improvvisata, attaccando poi dell'esplosivo al cofano. È bastato mollare il rampino per vedere la vettura proiettarsi violentemente contro la statua, facendola esplodere in mille pezzi. E questo è solo un uso piuttosto banale delle possibilità offerte. Durante la presentazione abbiamo assistito a veri e propri numeri circensi, con macchine agganciate ad elicotteri ed aerei, barili esplosivi scagliati in area e molto altro.
Difficile spiegarlo a parole, ma davvero il mondo di gioco dà l'impressione di essere un vero e proprio parco giochi da sfruttare in completa libertà. Anche perché le munizioni sono infinite, e non c'è l'impellenza di doversi rifornire. L'idea è che il giocatore non debba mai fermarsi, che non abbia il bisogno, reale ma poco adatto al tipo di gioco, di smettere di sparare. Azione continua e con un lanciarazzi sempre a disposizione. A questo si unisce un paracadute più stabile, più utile per raggiungere punti elevati, dove "bombardare" i nemici con relativa calma dall'alto, che per spostarsi come nel secondo episodio. Per fare ciò è stata inserita la tuta alare. Il meccanismo è semplice: col rampino possiamo proiettarci velocemente in aria, e qui aprirla non tanto per planare placidamente, quanto per volare a tutti gli effetti, sfidando anche la gravità. Inoltre, usando il rampino in volo possiamo guadagnare velocità e anche muoverci in tutte le direzioni. Gli sviluppatori vogliono che il giocatore la usi in modo creativo, realizzando delle vere e proprie combo insieme al rampino e al paracadute. Le possibilità sono enormi; non si tratta di scegliere tra un approccio caotico e uno silenzioso, si tratta semplicemente di scegliere quanto "caciaroni" saranno le nostre azioni.
Abbiamo visto rubare a una motovedetta i suoi cannoni per fare a pezzi un ponte sul mare; rubare un jet, e eiettarsi poco prima di farlo schiantare contro una installazione militare; ma anche imbracciare una pesante mitragliatrice a canne rotanti e distruggere tutto il distruttibile non ci è sembrato affatto male. Nulla di nuovo, insomma, in perfetto stile Just Cause, e quindi terribilmente divertente. A livello tecnico la nuova ambientazione mediterranea sfoggia una palette cromatica dalle tonalità morbide e calde, con ambienti ben dettagliati e dallo stile inconfondibilmente europeo. Una bella differenza, quindi, rispetto alla giungla del sud est asiatico del secondo capitolo. Ci ha piacevolmente sorpreso l'interattività esplosiva delle zone che possiamo radere al suolo. Basta far detonare qualcosa per vedere esplodere a sua volta tutto quello che gli sta vicino. Sembra quasi che il gioco sia ambientato in un film di Michael Bay, dove tutto esplode tra fiamme che salgono in cielo e detriti che schizzano da tutte le parti. Davvero spettacolare, insomma. Just Cause 3 ci ha fatto davvero una buona impressione. Non vuole stravolgere le meccaniche del secondo capitolo, vuole solo espanderle e renderle ancora più ricche di possibilità distruttive. Proprio quello che volevamo, insomma.
CERTEZZE
- Tanta libertà e tanto divertimento
- Le potenzialità del rampino
DUBBI
- La mappa deve essere tanto ricca di cose da fare