Sono anni che viene ripetuto ancora e ancora. Dark Souls è un gioco difficile. Non è un'affermazione falsa, ma abbiamo come l'impressione che molti videogiocatori si siano accomodati e abbiano perso di vista l'elaborata stratificazione del mercato videoludico. I videogiochi difficili sono sempre stati parte dell'esperienza quotidiana dei videogiocatori, soprattutto se torniamo indietro di alcune generazioni hardware, quando gli insegnamenti degli arcade erano ancora freschi nelle menti dei designer.
Anche in futuro continueranno ad arrivare videogiochi difficili e, quando sarà il momento di decidere se si tratta o meno di uno dei videogiochi più difficili di sempre, avremo bisogno di un punto di paragone che non sia unicamente l'abusato Dark Souls, che è ormai per la maggior parte dei fan un parco giochi rilassante senza più segreti.
Quali sono quindi i giochi più difficili di sempre, dagli anni '80 a oggi?
Devil May Cry 3 - Dante Must Die Mode
Dante contro Vergil, e non azzardatevi a confonderlo con il buffo quanto saggio pennuto di Mighty Max. Indubbiamente non il miglior esponente della saga ma, in quanto a difficoltà, guarda i suoi cugini dall'alto in basso. Come ogni buona modalità segreta che si rispetti, per sbloccarla dovrete concludere il gioco a livello Difficile. In realtà, Dante Must Die è un sempreverde della saga, quindi chi ne conosce i natali dovrebbe chiedersi: perché scegliere proprio il terzo capitolo? Beh, per un discorso meramente numerico: ogni episodio si differenzia per la percentuale di incremento dei danni e della salute dei nemici e Devil May Cry 3 ha quella più alta, sia per i nemici standard che per i boss, ben 250%. Immancabile l'attivazione con nonchalance del Devil Trigger da parte degli avversari, giusto per aggiungere un po' di mordente, come se non ce ne fosse già a sufficienza. Impossibile quindi non considedare Devil May Cry 3 uno dei giochi più difficili di sempre.
Devil May Cry 3 è stato rilasciato in originale su PS2, ma è disponibile anche una versione HD Collection su PC, PS3, Xbox 360, PS4, Xbox One e, tramite retrocompatibilità, su PS5 e Xbox Series X|S.
God of War - God Mode
Kratos è forse noto ad una parte del pubblico solo per le sue avventure norrene, ma prima dell'arrivo di PS4 sul mercato il guerriero è stato un distruttore di dei anche nella Grecia Antica. Il primo God of War è un vero action e come tale non si sottrae alle leggi che ne regolano il gameplay. Il God of War che conoscete voi è probabilmente un bel viaggio pieno di combattimenti ed epicità. Bene, provate a finirlo a livello Dio. La cosa bella è che non sono i boss il problema, visto che imparati i pattern diventa un discorso di dedizione. I picchi di difficoltà stanno proprio nel mezzo, con i nemici normali, affondando le mani nella quantità della mischia piuttosto che nella qualità del singolo. Soddisfazione a parte, ogni tassello dell'avanzamento diventa un salto nel buio in grado di regalare emozioni uniche e ponendo finalmente un team occidentale alla pari della maestria action dei giapponesi. Plauso a David Jaffe, che all'epoca è riuscito a creare uno dei videogiochi più difficili di sempre.
God of War è uscito originariamente su PS2, ma è stata realizzata una remaster per PS3 e PS Vita.
I Wanna be the Guy
La speranza è che abbiate quantomeno provato I Wanna be the Guy grazie al tam-tam spontaneo della rete, non che lo abbiate visto giocare da qualche youtuber. Specifichiamo il concetto in quanto siamo scottati - e anche un po' infastiditi - dalla tendenza di una certa classe di appassionati del medium videoludico che ormai non gioca più, guarda. Voi, invece, I Wanna be the Guy dovete sperimentarlo per capire a che livello di genialità può arrivare il level design. Che poi la frustrazione vi porti ad associare ben altri termini lo capiamo benissimo, ma è tutto parte di quel confine ideale tra essenza creativa e punitiva. Il gioco è gratuito e porta in dote un universo estremamente eterogeneo di design convenzionale e non, con una gestione delle piattaforme e degli ostacoli che può apparire pazzesca. Lo è, ma la forzatura viene proprio dalla parodia voluta nei confronti dei platform 2D, quelli veri degli anni '90. Lo scopo di I Wanna be the Guy era proprio di diventare uno dei videogiochi più difficili di sempre e ci è riuscito.
I Wanna be the Guy è disponibile su PC.
View Point
Magari non conoscete View Point perché siete troppo giovani e fuori dalle meccaniche arcade isometriche che tanto (ci) piacevano una volta. SNK al tempo era partner di Sammy, colosso che si fuse poi con SEGA - il destino gioca brutti scherzi, vero? - e la casa di Osaka partorì uno di quegli sparatutto talmente ostili da risultare praticamente un trial&error a difficoltà esponenziale dalla metà in poi. La soluzione in finto 3D adottata apportava su Neo Geo un carico - leggasi mancata ottimizzazione - tale da far crollare drasticamente i fotogrammi in parecchi punti. Pensate che si era addirittura sparsa la leggenda che fosse un espediente voluto per garantire al giocatore la giusta lettura nelle situazioni più complicate, altrimenti rese ingiocabili dall'elevatissimo numero di colpi nemici a schermo. Goliardia? Forse, ma che sia vero o meno la certezza è una sola: si tratta di uno dei videogiochi più difficili di sempre.
View Point è stato rilasciato su Neo-Geo, ma è arrivato anche su Sega Genesis e Sony PlayStation. Era prevista anche una versione Game Boy Color, la quale non ha però mai visto la luce.
Einhander
Tatsuo Fujii è un nome che non vi dirà granché, ma nel mare magnum dei ringraziamenti il suo è un nome che merita menzione. Direttore del progetto Einhander, nel momento di massimo splendore di Squaresoft, convinse tutti a realizzare uno shooter ostico e molto gratificante che appariva un figlio illegittimo della casa dei jRPG. Invece, come moderni Re Mida, Square rese oro anche un arcade da console sul quale nessuno, prima di gustarne la bontà, avrebbe scommesso granché. Le vere danze si aprono al quarto livello, ma la richiesta di riflessi e sesto senso nell'anticipare le intenzioni dei nemici valgono a Einhander l'immissione nella lista dei videogiochi più difficili di sempre. Metteteci poi le sequenze in computer grafica in sottofondo e capirete per quale motivo ancora oggi non possiamo scordarlo.
Einhander è stato rilasciato sulla prima console PlayStation.
Mega Man 9
Leggendo Mega Man, starete pensando a Inafune. Leggendo Inafune, penserete a quando il game designer era ancora in Capcom. Ci dispiace: acqua, e profonda anche. Inafune con il brand non c'entra più nulla da un pezzo e francamente ci sentiamo di dire che va bene così. Mega Man 9 è quasi tutto quello che si potrebbe richiedere a un episodio numerato: frustrante ma giusto, corretto nel feedback eppure perennemente pronto a fregarti. Ogni livello contiene almeno uno di quei salti che si fanno spegnendo il cervello ma che sono invece lì a ricordarci che la morte non è solo una conseguenza di un errore, quanto invece una punizione di leggerezza. Per essere uno dei videogiochi più difficili di sempre non serve essere ingiusto, basta non dare un singolo secondo di respiro al giocatore che prima o poi cederà all'errore.
Mega Men 9 è stato rilasciato su Wii, PS3 e Xbox 360, poi è arrivato tramite la Mega Man Legacy Collection 2 su PC, PS4 e Xbox One, giocabile tramite retrocompatibilità su PS5 e Xbox Series X|S.
Super Ghouls 'n Ghost
Arthur è un mito che abbiamo imparato ad amare specialmente per il suo abbigliamento intimo. Difficile fare una sessione a Ghouls 'n Ghost senza visionare il mutandone stile Fantozzi del simpatico cavaliere in viaggio per salvare il gentil sesso dal male, una sorta di marchio di fabbrica del franchise. Dovete sapere che questo è uno di quei platform vecchissima scuola che non fa sconti a nessuno e anzi bastona alzando costantemente il picco di difficoltà. Battuto il boss finale, capirete veramente perché è a nostro parere uno dei videogiochi più difficili di sempre: la burla definitiva è infatti rappresentata dal costringere il giocatore a rifarsi tutto quanto ancora una volta. Ce ne vuole di sadismo per proporre una cosa del genere, eppure carisma e ricchezza di armi e potenziamenti lo resero un cult incredibile.
Super Ghouls'n Ghost è stato rilasciato su SNES.
God Hand
È vero, mentre stilavamo la lista sapevamo che almeno un Ninja Gaiden fosse da inserire e non lo abbiamo fatto. È che mentre pensavamo a quale episodio del brand di Itagaki mettere, ci sono balenati in mente Clover Studios e Mikami. Poi Capcom, Inaba, Seeds. Nomi, aziende, inventiva e sadismo che mischiati hanno creato God Hand, un action in terza persona talmente folle che ancora oggi in molti si chiedono quale mente perversa lo abbia partorito. Il sistema di combattimento va a influire tremendamente sul livello di difficoltà vigente, incrementando l'abilità dei nemici. Il bello è che più giocate bene, più aumenta il mordente, fino ad arrivare a punti in cui verrete magari massacrati da una mossa ad area senza nemmeno rendervene conto. Puro genio o follia? Se volete veramente vantarvi di aver completato i videogiochi più difficili di sempre, non potrete sfuggire ad God Hand.
God Hand è stato rilasciato su PS2.
Comix Zone
Comix Zone è un action 2D ambientato tra le vignette di un fumetto con protagonista il creatore del fumetto stesso: cosa si può volere di più? Poiché non serve ripetere al mondo come questa pseudo-esclusiva del SEGA Mega Drive fosse unica nel panorama del tempo, vogliamo soffermarci sul modo in cui il sistema di combattimento riesca comunque a garantire dei pattern estremamente tecnici a ogni nemico, nonostante l'esiguo numero di mosse a disposizione. Ancora una volta sono i boss la parte più semplice: sono i bot standard a renderlo uno dei videogiochi più difficili di sempre, calcolando poi come ogni vignetta, per essere superata, abbia il suo mini-puzzle incorporato talvolta banale, talvolta un po' meno. Alcune sezioni, per essere superate, richiederanno l'utilizzo di particolari oggetti e se non li avete beh, dovrete sacrificare un po' di vita.
Comix Zone è stato rilasciato su Mega Drive, Windows 95 e Game Boy Advance.
Castlevania
Immancabile, ma vogliamo dire di più: questo è il brand che merita più di ogni altro di chiudere la lista. Oltre che per colonna sonora, ambientazione e la nascita di un mito su Famicom, Castlevania - il primo, ovviamente - era un gioco dannatamente ostile che non ha mai perso, per fortuna, il tocco magico nel corso degli anni. Qualcuno dice che alcuni episodi successivi fossero più complessi, alcuni additano ai controlli, alla legnosità dei comandi e alla fisica del salto il principale motivo di frustrazione. Ma secondo noi hanno torto. Castlevania era un prodotto ostile nell'anima, nella gestione della barra vitale, nei pattern dei nemici, nelle vite a disposizione. Per "fortuna" il gioco non era lunghissimo e con un po' di allenamento e memoria si riusciva a portare a compimento. Il NES aveva titoli più difficili (Ninja Gaiden e Battletoads sono stati volontariamente cassati per troppa ovvietà) ma Castlevania rappresenta la nascita di qualcosa di unico. Igarashi ci sta riprovando con Kickstarter ma diciamocelo francamente: il design punitivo di quei tempi non gli appartiene più.
Castelvania è stato rilasciato in origine su NES ed è poi arrivato su Game Boy Advance e, tramite la Castlevania Anniversary Collection, su PC, Xbox One, PS4, Nintendo Switch e, tramite retrocompatibilità, su PS5 e Xbox Series X.
Getting Over It with Bennet Foddy
Getting Over It with Bennet Foddy è molte cose. È un racconto che vuole criticare la società moderna, narrato dal creatore stesso in una serie di monologhi dal sapore filosofico, è anche una sorta di messaggio d'amore, ma è soprattutto uno dei videogiochi più difficili di sempre. L'obbiettivo di Foddy era proprio quello di creare un gioco brutale, che non faccia sconti a nessuno, pensato dichiaratamente per tutti coloro che dai videogiochi vogliono solo il peggio. Getting Over It with Bennet Foddy è un platform atipico, nel quale si deve scalare una montagna composta da oggetti: non controlliamo però il personaggio, ma la testa del martello che impugna, da usare come leva e perno per spiccare balzi e afferrarsi a minuscole sporgenze. Ad ogni errore, inoltre, si rischia di cadere e dover ripartire dal principio. Il rischio frustrazione è veramente alto.
Getting over It with Bennet Foddy è disponibile su PC.
Cuphead
Oggigiorno di rado si vedono sul mercato nuovi run 'n' gun e ancora più di rado si vedono opere ispirata dai cartoon degli anni '30. Cuphead è proprio questo, un tributo a un'epoca passata, un insieme di scontri con boss e livelli a scorrimento zeppi di nemici e collezionabili complessi da raccogliere. Cuphead è sopratutto però uno dei videogiochi più difficili degli ultimi anni. Vincere non è un'impresa impossibile, ma la vera sfida è completare il gioco al 100% con punteggi perfetti. Lo stile grafico di primo livello, un level design incredibilmente vario e scontri estremamente rapidi fanno sì, però, che molti giocatori trovino la forza di arrivare fino alla fine.
Cuphead è disponibile su PC, Xbox One, Nintendo Switch, PS4 e, tramite retrocompatibilità, PS5 e Xbox Series X|S.
The Talos Principles – Road to Gehenna
Quanto una persona pensa ai videogiochi più difficili di sempre, immediatamente immagina giochi d'azione. Che siano beat 'em up, platform, metroidvania, picchiaduro... La difficoltà è dettata soprattutto dal dover premere certi tasti in un certo ordine abbastanza velocemente. Non dobbiamo però dimenticare che anche i puzzle game sanno mettere in difficoltà i videogiocatori. Tra i molti puzzle 3D rilasciati negli ultimi, Road to Gehenna - DLC di The Talos Principles - è per certo uno dei più complessi. Il gioco principale, soprattutto se completato al 100%, sa mettere alla prova l'appassionato del genere, ma Road to Gehenna spinge l'utente fino al suo limite. Una delle idee meglio realizzate di The Talos Principles è la necessità di creare collegamenti tra livelli differenti per risolvere enigmi extra: in Road to Gehenna tutto questo viene elevato all'ennesima potenza.
The Talos Principles è disponibile su PC, Android, iOS, Nintendo Switch, PS4, Xbox One e, tramite retrocompatibilità, PS5 e Xbox Series X|S.
Sekiro: Shadows Die Twice
Hidetaka Miyazaki è noto per la saga di Dark Souls, ma ha realizzato molteplici altri giochi e uno di questi è l'apprezzato Sekiro: Shadows Die Twice. Pur costruendosi su alcune idee tipiche dei souls-like, Sekiro è più un gioco d'azione in senso classico e limita il più possibile il lato "gioco di ruolo" delle altre opere di Miyazaki, eliminando la maggior parte delle statistiche e gli equipaggiamenti, che diventano solo un extra e non la base del gameplay. Sekiro è uno dei giochi più difficili di Miyazaki perché pretende buoni riflessi, più che una buona preparazione pre-battaglia. Anche avendo a disposizione vite aggiuntive per ritornare in combattimento all'istante, la schermata del game over sarà una costante nella vostra prima partita.
Sekiro Shadows Die Twice è disponibile su PC, PS4, Xbox One, Stadia e, tramite retrocompatibilità, su PS5 e Xbox Series X|S.
Dark Souls Vanilla
Sì, lo sappiamo, abbiamo aperto questo articolo affermando che usare Dark Souls come punto di paragone è oramai banale. Non parliamo però del Dark Souls che ora tutti giocano e non parliamo della Remaster, ma del vero primo Dark Souls 1,0, o in altri termini di Dark Souls Vanilla. L'opera di Miyazaki era diversa prima di ricevere le patch: i boss donavano meno anime, Lost Izalith era un vero inferno di fiamme e mezzi draghi, molti bottini non erano assicurati e alcune sezioni erano più complesse. Inoltre, giocandolo su PS3 e Xbox 360 il frame rate è talmente basso e irregolare da renderci la vita più complessa di quanto il level design intendesse. È il peggior tipo di difficoltà da incontrare? Sì, ma non di meno è uno dei giochi più difficili di sempre anche per questo.
Dark Souls Vanilla può essere giocato solo su PS3 e Xbox 360 tramite la versione disco non aggiornata.