Il fascino norreno ha sempre trovato molti sostenitori nel mondo dell'intrattenimento vista la sua complessità e la ricchezza di miti e leggende che si tramandano da centinaia di anni. Anche in ambito videoludico numerose software house si sono rifatte a questa tradizione partendo dai 16 bit con Heimdall fino ad arrivare al più recente The Banner Saga. Titoli diversissimi tra loro, ma con lo stesso denominatore comune rappresentato da una mitologia tanto ricca quanto ancora poco esplorata, che racchiude al suo interno decine di spunti narrativi e una cultura assolutamente affascinante. Dei, eroi ed efferate battaglie fanno parte del folklore legato ai Vichinghi e i ragazzi di Thunder Lotus Game stanno cercando a modo loro di esplorarne diverse sfaccettature con il loro ultimo lavoro, Jotun, passato per le forche caudine di Kickstarter all'incirca un anno fa e finalmente arrivato in beta. Noi abbiamo avuto modo di provare l'ultima build disponibile, esplorando alcuni mondi di gioco, prendendo confidenza con le fasi di combattimento ed esplorazione e tastando il carisma di una guerriera del tutto particolare, che dovrà guadagnarsi il favore degli stessi Dei che in vita ha venerato affrontando prove impervie per riuscire ad avere accesso al Valhalla. Essendo ancora in uno stato embrionale è presto per dire quale direzione prenderà il Jotun nella sua versione finale, ma i pochi livelli a disposizione sono bastati per farci sperimentare le atmosfere desolate e inospitali del Niflheim, sicuramente affascinante ma zeppo di pericoli.
Jotun ci mette nei panni di una guerriera vichinga in cerca di redenzione
In mezzo ai ghiacci
La vita di Thora, la vichinga protagonista di Jotun, è ancora avvolta da una nebbia di mistero che verrà diradata solamente al momento del lancio, ma per quanto ne sappiamo ora si tratta di una guerriera caduta con disonore in battaglia e per questo imprigionata in una sorta di Purgatorio norreno e impossibilitata a raggiungere il Valhalla. Questo è solo l'incipit di un'avventura che se strutturata a dovere, con il giusto ritmo e i climax incastonati nei momenti giusti, potrebbe rilevarsi una valida storia di rivalsa verso i propri fallimenti personali, mettendo il giocatore di fronte a sfide alquanto difficili da portare a termine.
Per riuscire ad avere l'ingresso nel mondo ultraterreno infatti, Thora dovrà guadagnarsi la fiducia degli Dei dimostrando di essere degna di tale grazia. Per questo è chiamata ad esplorare il mondo alla ricerca di rune magiche da utilizzare per evocare e uccidere i potenti Jotunn, creature da tempo in contrasto con gli Dei. Al di là di una storia della quale sono tracciati grossolanamente solo contorni imprecisi, quello per cui ci ha subito colpito Jotun è la realizzazione tecnica del mondo di gioco, disegnato interamente a mano dagli sviluppatori a partire dagli scenari fino ai vari personaggi che ci troveremo ad incontrare ed affrontare durante il nostro viaggio insieme a Thora. Nella beta che abbiamo provato in questi giorni ci siamo ritrovati in una sorta di hub centrale dal quale si diramano sentieri differenti che portano ai vari mondi di gioco alla ricerca delle rune e dei boss da eliminare. La prima macro area che abbiamo affrontato è interamente focalizzata sull'esplorazione di una zona nevosa, in alcuni tratti sferzata costantemente da folate violentissime di vento gelido che ci hanno obbligato a trovare riparo dietro grosse rocce sparpagliate lungo la via. La telecamera si alterna tra inquadrature a volo d'uccello e visuale isometrica, allargando e restringendo il campo in base alle zone esplorate. Per esempio quando abbiamo attraversato un enorme lago gelato in cui era fondamentale gestire l'inerzia del ghiaccio per andare nella giusta direzione, l'inquadratura ha seguito Thora da vicino, mentre una volta raggiunta la costa si è aperta a uno scenario panoramico molto evocativo nel quale non eravamo più di un puntino perso nel mare bianco di candida neve, con un infinito mare ghiacciato che si estendeva a perdita d'occhio. Questo cambio di registro e l'apertura improvvisa su uno scenario relativamente semplice a livello di contra poligonale ma stilisticamente assolutamente d'effetto, ha in parte mitigato il senso di vuoto e straniamento suscitato dal vagare incessante per parecchi minuti in un'ambientazione assolutamente priva di vita, alla sola ricerca delle rune di Isla necessarie per scegliere il Gigante dell'Inverno.
Nani e giganti
Il primo impatto trovandosi davanti ad ampie distese senza incontrare un'anima viva non è stato propriamente di più promettenti. Non neghiamo che ci aspettavamo di utilizzare l'ascia con maggiore frequenza e non solo il occasione della battaglia con il boss, ma l'esplorazione è stata comunque una sezione assai interessante vista la mancanza di una mappa che segnasse la nostra posizione e quella dell'obiettivo.
Essere scaraventati nel gelo e lasciati lì, da soli, costretti ad andare a tentoni alla ricerca delle rune senza essere presi per mano e accompagnati passo passo alla fine ci ha convinto, ma la totale assenza di nemici per tutto questo tempo finisce per abbassare un po' troppo il ritmo di gioco minandone le godibilità. Tuttavia una volta trovate le rune e risvegliato il Gigante d'Inverno le cose si sono fatte immediatamente più interessanti. Questa è senza dubbio la parte migliore di Jotun, che da esplorativo si trasforma in un action in cui affrontare una gigante in un combattimento che, sebbene impari per stazza e potenza, si è rivelato molto ben bilanciato e difficile quanto basta. Gli attacchi devastati e imparabili del nemico ci hanno costretto a rifare il match un paio di volte prima di avere la meglio, studiando attentamente i pattern d'attacco visto che avendo a disposizione solamente un'ascia per infliggere danni dobbiamo pericolosamente avvicinarsi al bersaglio per colpirlo, facendo attenzione a non farci calpestare o schiacciare da una sua violenta manata. Quando le cose sembravano andare per il meglio ecco che lo scenario è cambiato e ci siamo ritrovati a combattere con il pavimento ghiacciato e a lottare con l'inerzia che complica dannatamente le cose. Insomma sebbene ci fosse solamente un combattimento in questa sezione ne siamo usciti estremamente soddisfatti, sia per la caratterizzazione del nemico che per la calibrazione del livello di difficoltà, mai banale e impegnativo al punto giusto. Successivamente ci siamo addentrati nel Nidavellir, un mondo sotterraneo popolato da tribù di nani pronti ad attaccarci in gruppo pur di non farci raggiungere il Jotunn Fé, la Regina delle Grotte. La nuova ambientazione non ha fatto altro che confermarci pregi e difetti della precedente: fasi esplorative alternate a combattimenti, ritmo di gioco ancora da bilanciare e un boss anche in questo caso molto interessante che richiede un'analisi degli attacchi nemici prima di mettere a punto una strategia vincente. Un titolo che è ancora in beta, ma che ha tutto il tempo per migliorarsi e proporre una formula decisamente accattivante valorizzata da un comparto visivo "artigianale" unico nel suo genere.
CERTEZZE
- Ottimi i combattimenti contro i Jotunn
- Stilisticamente interessante
- Livello di difficoltà mai banale
DUBBI
- Storia tutta da verificare
- Ritmo di gioco da bilanciare