Il prossimo novembre sarà un anno dall'annuncio di Overwatch, la prima nuova proprietà intellettuale sviluppata da Blizzard negli ultimi diciassette anni. Una scommessa non da poco per un publisher che ha speso gli ultimi decenni a creare universi ricchissimi, particolareggiati e dotati di un fascino che pochi altri possono permettersi nel panorama videoludico. Lo sparatutto a squadre punta tanto del suo successo sulla presenza di eroi fortemente caratterizzati e sull'infinita quantità di possibili sinergie che si possono creare combinandone le abilità. Un'idea molto interessante che prende qualcosa dai titoli "hero based" di gran moda oggi come oggi e lo inserisce in una struttura da sparatutto in prima persona piuttosto tradizionale, anche come modalità di gioco. Negli ultimi nove mesi lo abbiamo provato in diverse occasioni, mettendo sempre le mani su qualcosa di inedito, e la GamesCom di Colonia non ha disatteso le aspettative: due nuove mappe e un personaggio, il sedicesimo di un roster già molto ricco ma che ci è stato confermato non è ancora completo.
Overwatch si arricchisce ad ogni nuova occasione: il primo sparatutto di Blizzard sarà un successo?
Nord e sud
La prima ambientazione che abbiamo provato in Germania era Volskaya Industries. Come suggerisce il nome, gli Overwatch combattono qui tra le gelide strade di una città russa che ospita anche un'industria specializzata nella costruzione di enormi mech da battaglia.
La modalità di gioco prevede la conquista di due punti di controllo per ottenere la vittoria, il secondo dei quali si trova proprio all'interno del complesso industriale, un dedalo di stanze abbastanza tradizionale all'apparenza, che nasconde però alcuni spunti curiosi. Ci sono ad esempio delle piattaforme semoventi, una caratteristica da arena shooter che si sposa molto bene con le abilità di alcuni eroi. Bastion in particolare può trasformarsi in una torretta che normalmente resta fissa in una sola posizione, quella dove assume questa forma, ma guadagna qui un'inaspettata mobilità. La seconda mappa è Numbani, città africana che nel mondo di Overwatch rappresenta l'apice più alto raggiunto dall'umanità, un capolavoro di simbiosi tra l'uomo e le avanzatissime macchine che questo futuro robotico ha permesso di realizzare.
Lo stile, che richiama alcune architetture tradizionali africane, è molto valido e il design prevede la presenza di numerose aree sopraelevate, posizioni da conquistare per i personaggi più agili e punti da sfruttare per aggirare l'avversario. Tra l'altro è anche la prima del gioco che prevede la possibilità di lanciare gli avversari fuori dalla mappa, giù da alcuni dirupi posizionati in punti strategici, e anche questa è un'aggiunta che apre un certo numero di possibili implicazioni strategiche. La modalità di gioco è invece ibrida: la squadra che attacca deve inizialmente conquistare un punto di controllo, quindi scortarlo attraverso un percorso prestabilito. In entrambi i casi si nota comunque la direzione che Blizzard vuole imprimere ad Overwatch: stile molto curato, colori super saturi, ambienti luminosi e tanti dettagli, senza lasciare a bocca aperta per prodigi tecnici ma inserendo una mole di particolari che faranno, tra l'altro, la gioia di tutti i giocatori che vorranno approfondire la mitologia del franchise anche al di fuori del gioco, attraverso i fumetti e le altre iniziative che verranno sviluppate nei mesi a venire.
Arriva Lucio
L'eroe presentato a Colonia è Lucio: un DJ brasiliano fortemente legato alla sua terra, deciso a utilizzare la tecnologia di cui è entrato in possesso per cacciare dal luogo in cui è cresciuto una potente corporazione che sta sottomettendo la popolazione locale. Il design sembra uscito da Jet Set Radio di SEGA sia per i colori fluo che lo caratterizzano, sia per i pattini che gli permettono di muoversi rapidamente attraverso le aree di gioco, scivolando per qualche istante anche sulle pareti.
Una possibilità, quest'ultima, che apre a una gran quantità di evoluzioni e a una libertà di movimento pressoché totale. In ogni istante Lucio può anche decidere tra due tracce musicali diverse: una conferisce a lui e ai compagni di squadra nelle immediate vicinanze un boost nella velocità di movimento, l'altra cura piccole quantità di danno. Duplice anche il funzionamento della pistola Sonic Amplifier: una breve raffica di quattro colpi e poi un'onda d'urto che sposta l'avversario, magari per mandarlo in direzione di un compagno di squadra capace di grandi danni nel corpo a corpo. La ultimate, Sound Barrier, lo vede infine fiondarsi a terra e regalare a se stesso e ai compagni un incremento temporaneo dell'energia vitale, una soluzione perfetta qualora, ad esempio, ci si debba buttare in mischia o si stia contendendo un obiettivo. L'idea di un personaggio di supporto molto veloce e agile ci ha convinto, non solo perché l'agilità di cui è in possesso gli permette di raggiungere facilmente tutti gli angoli degli schemi, ma anche perché alcuni possibili compagni di squadra, come Tracer e Soldier 76, mancavano finora di qualcuno in grado di stargli dietro adeguatamente. Beh, ora c'è. Purtroppo non si è invece fatta menzione ad altre novità future, non si è parlato di come Overwatch verrà commercializzato e non ci sono date di uscita sicure. Sappiamo solo che la beta si terrà il prossimo autunno e che, a parte alcuni stress test, non dovrebbe essere aperta a un numero enorme di giocatori. Restiamo anche in attesa di capire come verrà commercializzato: lo reputiamo perfetto per un ipotetico free to play ma la reticenza con cui Blizzard si sta esprimendo a riguardo rivela probabilmente una certa indecisione o comunque la volontà focalizzare l'attenzione degli utenti solo sulle qualità ludiche del prodotto. Certo che nel 2016 vendere uno sparatutto unicamente competitivo a prezzo pieno sarebbe una scommessa molto rischiosa, forse anche per Blizzard.
CERTEZZE
- Il design dei personaggi si conferma sempre molto ispirato
- La mano di Blizzard si nota
- Meccaniche solide...
DUBBI
- ...anche se vorremmo modalità più creative
- Modello di business ancora da chiarire