Qui alla GamesCom 2015 la componente multiplayer di Call of Duty: Black Ops III ha ribadito quanto visto e giocato all'E3 di Los Angeles. Nulla di nuovo, quindi, anche se c'è stata la possibilità di giocarlo anche in versione PC, direttamente nello stand NVIDIA, per apprezzare quindi di più il lavoro dei grafici di Activision. I nuovi capisaldi del gameplay multiplayer continuano a convincerci. La cosiddetta" guns up philosophy" dona ad un gameplay, da sempre riconoscibilissimo e peculiare, un sapore nuovo, decisamente divertente e ben congegnato. Tutto ruota nel superare gli ostacoli fluidamente, senza animazioni intermedie, nel salto potenziato, ovvero il thrust jump, molto diverso se paragonato all'Exo Jump di Advanced Warfare, nella corsa infinita e nella scivolata potenziata, che ci permette addirittura di "derapare" intorno agli angoli, e nella possibilità di correre sui muri.
Dopo la campagna alla GamesCom 2015 siamo tornati a giocare col multiplayer di Black Ops III
Nuovi movimenti
Gli sviluppatori hanno definito questo sistema "combat loop": in Treyarch vogliono proprio che non ci sia tempo di rifiatare, si è sempre in movimento, una corsa continua attraversando la mappa in lungo e in largo, passando per zone che nelle precedenti edizioni servivano per "colorarla". Tetti, terrazze, ballatoi, fiumi, grotte allagate o enormi baratri: ora possiamo calpestarli e superarli con grande agilità, donando di fatto un livello di complessità ulteriore al level design. Di conseguenza le mappe sono di dimensioni generose, complesse e intricate, dove defilamenti, passaggi secondari e "killing box" a terra hanno un loro controparte anche "in aria", espandendo quelle solide meccaniche che conosciamo bene. Pad alla mano - ma anche tastiera alla mano - le sensazioni sono davvero positive, un sistema di movimento tanto immediato quanto profondo, ma da padroneggiare al meglio solo dopo un bel po' di partite. Questo lo dobbiamo anche alla presenza degli Specialisti, vere e proprie classi che differenziano ancor di più i giocatori, visto che accanto alla personalizzazione del proprio loadout, e cioè arma primaria e secondaria, perk, scorestreak e via discorrendo, troviamo la possibilità di scegliere tra un'arma speciale o un'abilità speciale. Inutile dire che l'una esclude l'altra, ed è altrettanto inutile dire che hanno un generoso tempo di "cooldown" tra un utilizzo ed un altro. Ne abbiamo visti sei, per un totale, al netto di probabili futuri specialisti DLC, di nove.
Scegliere cosa utilizzare prima di entrare in partita diventa quindi fondamentale per il proprio stile di gioco. Basta ricordare gli ultimi due specialisti rivelati, Prophet e Nomad. Prophet è equipaggiato col Tempest, un fucile che spara proiettili elettrificati capaci di passare da un nemico all'altro, ma soprattutto col Glitch può teletrasportarsi indietro di cinque secondi.
Nomad, imbracciando Hive, può scagliare delle trappole che rilasciano sciami di droni insetto che bloccano gli avversari, ma soprattutto Rejack gli permette di rinascere una volta ucciso. Ma oltre a questi possiamo trovare specialisti armati di doppia staffa esplosiva, revolver da "one shot one kill", arco con frecce esplosive, robot dotati di minigun e molto altro. C'è tanto da scegliere, insomma, soprattutto nell'ottica della forte cooperazione in una squadra ben affiatata, con ruoli ben definiti. Anche senza particolari novità in senso stretto, dal comparto multiplayer questo nuovo incontro con Call of Duty: Black Ops III ci ha lasciato di nuovo soddisfatti. Il rinnovato sistema di movimento ci piace, e senza dubbio funziona, aumentando, se possibile, la classica frenesia e velocità delle meccaniche di gioco. È però meglio ribadire che una impostazione del genere potrebbe esacerbare la differenza tra "pro" e giocatori normali. In tal senso, Black Ops III dà l'impressione di essere più punitivo rispetto al passato, ma molto più ricco di possibilità a tutti i livelli.
CERTEZZE
- Le nuove meccaniche di gioco funzionano e divertono
- La varietà degli Specialisti
DUBBI
- Potrebbe esser ancor più punitivo verso i giocatori meno esperti