Con i giochi Paradox Interactive non si va tanto per il sottile: con serie come Europa Universalis, Crusader Kings, Hearts of Iron e Victoria la software house scandinava si è fatta portabandiera di una filosofia che antepone la complessità e la profondità del gameplay all'azione frenetica e immediata, preferendo finanche limitare la porzione di pubblico a cui si rivolge pur di mantenere intatti i cardini che ne hanno consacrato il successo. Con Stellaris non sarà diverso: all'ambientazione spaziale sono state affiancate una struttura ludica e soprattutto delle meccaniche di gioco stratificate, che richiederanno una bella manciata di ore prima di essere padroneggiate al meglio. Con l'uscita programmata tra pochi giorni, ne abbiamo approfittato per volare in Inghilterra e partecipare a una corposa partita multiplayer in compagnia di una ventina di giornalisti accorsi da tutto il globo, muovendo i primi passi sulla rotta stellare intrapresa da Paradox. Tra razze aliene sconosciute, sistemi solari e intere galassie da esplorare, le premesse per un titolo mastodontico ci sono tutte.
Stellaris è quasi pronto al lancio, noi abbiamo provato il multiplayer
Una nuova civiltà
Nonostante l'accesso a una build praticamente completa, abbiamo passato quasi quindici ore in una lunga sessione multiplayer che ci ha visto fronteggiare altri ventidue giocatori in una galassia formata da più di 1000 stelle. Prima di buttarsi nella mischia, tra i vari parametri da selezionare il mastro di cerimonia può infatti scegliere la grandezza della mappa di gioco, la sua forma e ovviamente quante fazioni prenderanno parte alla sessione.
Noi abbiamo partecipato a una battaglia con 32 giocatori, il massimo consentito, di cui ventidue umani e i restanti dieci controllati dall'intelligenza artificiale, ma non per questo più arrendevoli e facili da fronteggiare degli strateghi reali. Una battaglia epica dunque, che abbiamo portato avanti per due giorni e che quando siamo stati costretti a riporre le armi, non era neanche lontanamente vicina alla sua naturale conclusione, ed è proprio questo che più ci è piaciuto di Stellaris. Lo strategico spaziale di Paradox si è infatti rivelato una bestia alquanto difficile da domare, ma complessa e affascinante come pochi alti titoli. Le possibilità lasciata in mano ai giocatori sono sterminate, gli esiti di una battaglia pressoché infiniti e non c'è possibilità alcuna che una partita multiplayer possa essere anche solo lontanamente uguale a una delle precedenti, soprattutto se giocata al massimo della capacità offerta dal server. L'inizio è tutto dedicato alla personalizzazione della propria specie scegliendo tra le otto razze disponibili, che però ben presto si sono rivelate una mera linea guida per i più pigri e i giocatori poco navigati, visto che attraverso il menu dell'editor è possibile personalizzarne praticamente ogni aspetto. Possiamo essere naturalmente portati verso l'aggressività e avere uno spirito conquistatore, oppure essere neutrali con spiccate doti diplomatiche, o ancora propensi alla ricerca e meno adatti alla guerra. Questi sono solamente alcuni esempi tra la miriade di possibilità disponibili, con il risultato che una volta entrati in una partita insieme ad altre trentuno popolazioni, la galassia non ci sembrerà mai così sconfinata. Il motivo è presto detto: bisogna muoversi con assoluta cautela cercando di capire quanta distanza c'è tra noi e la popolazione confinante, che tipo di approccio stia utilizzando il giocatore e fare una stima della sua potenza di fuoco.
Esplorazione spaziale
L'aspetto sicuramente più gustoso per gli appassionati di grand strategy nonché per tutti coloro che cercano una soddisfacente riproduzione di un'esperienza spaziale, è che all'inizio della partita ogni popolo viene collocato su un pianeta natale appartenente a un sistema solare casuale, ma non ci è dato di sapere a quale distanza troveremo la prima forma di vita con cui interagire.
Tutto ciò impreziosisce incredibilmente la parte esplorativa, che necessita di essere ponderata a dovere prima di ritrovarsi a perdere preziose risorse e trovarsi prematuramente fuori dai giochi. Le variabili in gioco sono davvero tantissime: nel sistema vicino al nostro possiamo già entrare nel territorio di un altro giocatore, oppure entrare in contatto con una delle tante civiltà aliene create casualmente da Stellaris, o in ultimo ritrovarci di fronte a un inutile ammasso di rocce senza vita che galleggiano nel vuoto siderale. Ci è capitato anche di trovarci di fronte a buchi neri e altre singolarità, ma è proprio il senso della scoperta da vivere con mouse e tastiera che vale completamente il prezzo del biglietto. Seguire le rotte tra i vari sistemi stellari, costruire navette scientifiche per analizzare i corpi celesti scoperti, realizzare un costruttore per estrarne le risorse e se si è così fortunati da trovare un pianeta abitabile, mandare una colonia pronta a prenderne il possesso. Il tutto ovviamente senza tralasciare la formazione di un bell'esercito per difendersi o attaccare nel caso una fazione confinante cominci a fare le bizze. Ci sono poi i reparti di ricerca e sviluppo suddivisi in fisica, società e ingegneria, una corposa sezione di personalizzazione delle navicelle che permette di decidere quali modelli produrre, le bocche da fuoco da utilizzare, il tipo di propulsione e tutta una serie di potenziamenti atti a migliorarne armatura e resistenza. Con lo scorrere degli anni abbiamo constatato che i leader cui avevamo dato incarichi importanti come il governo dei pianeti conquistati, il comando della flotta stellare o la direzione dei vari dipartimenti di ricerca, accumulano esperienza e competenze sbloccando nuove attività sempre più approfondite. Manca però completamente la parte di relazioni interpersonali e quindi la possibilità di creare delle dinastie o di utilizzare i legami affettivi e di sangue per sancire vincoli profondi con esponenti della altre razze: semplicemente, una volta sopraggiunta la morte andremo ad assumere un nuovo personaggio nella posizione lasciata libera e ricomincerà nuovamente il processo di acquisizione di esperienza e capacità del nuovo arrivato.
Diplomazia innanzitutto
Insomma come avrete capito, Paradox con questo nuovo franchise non si è fatta minimamente intimidire e anzi ha trovato il modo di dare libero sfogo alla sua straripante inventiva mettendo in piedi uno strategico spaziale che in quanto a contenuti e libertà d'azione lascia davvero adito a poche critiche.
Per quanto lunga la nostra sessione multiplayer ci ha permesso solamente di scalfire superficialmente la profondità offerta da Stellaris che sonderemo attentamente in sede di recensione, ma dall'altra parte ci ha dato una reale dimostrazione delle potenzialità del multiplayer: un'esperienza ricca e sfaccettata da godersi con il più alto numero di giocatori possibile. Qui tutto l'enorme lavoro fatto dagli sviluppatori nella creazione del sistema di diplomazia esprime tutto il suo potenziale: stringere alleanze fino a dare corpo a vere e proprie federazioni spaziali interplanetarie, dichiarare rivalità e scatenare guerre, offrire accordi di scambio che possono riguardare sia le materie prime che tecnologie e ricerca, aprire nuove rotte commerciali con la possibilità di muovere mezzi civili e militari nei territori delle altre fazioni sono passi fondamentali per non isolarsi dal resto della galassia. A questo vanno ad aggiungersi le missioni del diario di bordo, nel quale figurano le condizioni finali di vittoria ma anche tutta una serie di compiti intermedi, per mantenere il ritmo della partita serrato e invogliare - come se ce ne fosse bisogno - alla continua esplorazione e interazione con gli altri popoli. Tuttavia, la grande mole di contenuti e la struttura strategica vanno a creare un'alta barriera all'ingresso che molto probabilmente finirà per scoraggiare coloro che non sono avvezzi al genere: sia chiaro, sappiamo che Paradox si rivolgere sempre a uno spicchio di pubblico piuttosto limitato ma molto fedele e siamo contenti che non sia andata a snaturare il suo titolo per renderlo più mainstream, tuttavia resta lecito chiedersi se siano riusciti a creare un tutorial adeguato e ben approfondito. Inoltre, tecnicamente non sarà facile gestire una partita multiplayer da trentadue giocatori e resta da vedere come si comporteranno i server in termini di stabilità del netcode, a tutt'oggi ancora claudicante nelle situazioni più concitate nelle quali sono coinvolte molte unità. Siamo poi curiosi di capire come funziona la funzione di hot join che permette a un giocatore entrare in partita in ogni momento, prendendo il posto di una fazione controllata dall'intelligenza artificiale.
CERTEZZE
- Ricche galassie da esplorare
- Multiplayer fino a 32 giocatori
- Struttura rodata e meccaniche di gioco molto profonde
DUBBI
- Stabilità del netcode da verificare
- Potrebbe essere difficile da approcciare per i neofiti