L'amore del mondo dei videogiochi per Conan il cimmeriano non è storia recente. Il personaggio di Robert E. Howard è un punto di riferimento importante per gli appassionati di fantasy e rappresenta il canone indiscusso della figura del barbaro, impressa nell'immaginario mondiale dal film "Conan: il barbaro" (1982) di John Milius, con protagonista uno statuario Arnold Schwarzenegger, che ritornerà anche nel seguito, "Conan il distruttore" (1984), quest'ultimo girato da un meno incisivo Richard Fleischer.
È proprio nel 1984 che Conan fa il suo debutto videoludico con il platform "Conan: Hall of Volta" di Datasoft per Apple II (poi convertito su moltissimi altri sistemi a 8 bit), che non segue le vicende del film, ma che non rinuncia ad avere in copertina una copia nemmeno troppo velata del barbaro cinematografico con in pugno una spada a due mani. Il gioco in sé era un semplice platform game composto da sette schermate fisse piene di nemici e di puzzle. La difficoltà era molto alta, in linea cioé con quella di altri titoli dell'epoca, mentre la grafica era minimale e ben animata. Detto questo, più che guidare Conan, sembrava di vivere un'avventura di Indiana Jones, tra pozze di lava, salti millimetrici e lame boomerang. Più in linea con il personaggio, ma di qualità non certo eccezionale, fu invece "Conan: The Cimmerian" (1991), un action adventure con elementi da gioco di ruolo di Virgin Games caratterizzato da una fase esplorativa non certo eccezionale e da un sistema di combattimento in tempo reale abbastanza limitato. Purtroppo la mediocrità sembra essere una delle costanti della produzione ufficiale di giochi dedicati a Conan.
Non fa eccezione "Conan: The Mysteries of Time" (1991) di Mindscape per NES, sostanzialmente un brutto e mal riuscito adattamento di Myth: History in the Making di System 3, con Conan come protagonista. Il gioco era lento e molto macchinoso. Oltretutto alcuni scenari del Myth originale mal si adattavano al retroterra di Conan. Insomma, si trattò di un'operazione pigra e svogliata, che merita di essere ricordata solo per motivi storici.
Il primo salto
Sembrerà incredibile, ma dopo Conan: The Mysteries of Time ci vollero circa tredici anni per avere un nuovo titolo con protagonista il muscoloso cimmeriano. Purtroppo "Conan: The Dark Axe" (2004) di Cauldron per GameCube, PlayStation 2 e Xbox si rivelò essere un action appena mediocre, nonostante desse al giocatore la possibilità di visitare moltissimi dei luoghi più iconici descritti nei libri. Conan doveva vendicare la distruzione del suo villaggio superando settanta livelli, che erano più uno strazio che un piacere da giocare.
Andò meglio nel 2007 con "Conan" di Nihilistic Software per PlayStation 3 e Xbox 360, un clone manifesto degli action che all'epoca andavano la maggiore: i vari Devil May Cry, God of War, Ninja Gaiden e compagnia. Per quanto la trama fosse molto blanda (Conan deve recuperare la sua corazza e uccidere un malvagio stregone) il gioco non era orrendo, ma pagava moltissimo la concorrenza, che gli era superiore in tutto. Comunque sia, il titolo di Nihilistic segnò una leggera risalita per il personaggio, che finalmente si era visto dedicare qualcosa di quantomeno dignitoso. Nonostante ciò vendette davvero poco, contribuendo ad allargare enormemente il debito del publisher THQ (fallito nel 2013). Sarà per questo che da allora nessuno ha più dedicato a Conan un'avventura single player degna di questo nome (a parte un'eccezione di cui parleremo tra qualche riga)? Possibile, ma non certo.
Ciò che è sicuro che da allora iniziò l'era Funcom. acquisita la licenza dell'opera letteraria, lo sviluppatore norvegese decise di farne un MMORPG con abbonamento mensile per provare a fare concorrenza a Blizzard e al suo World of Warcraft. Nel 2008 pubblicò quindi "Age of Conan: Hyborian Adventures", in cui i giocatori potevano crearsi un loro personaggio, basato sulla mitologia dell'universo letterario di Howard, per dedicarsi a varie attività in solitaria o di gruppo nel vasto mondo di gioco. Purtroppo, dopo un buon avvio, il gioco perse presto giocatori e divenne sempre più marginale rispetto al concorrente diretto, che in realtà non riuscì mai nemmeno a sfiorare. Nel 2011 è stato rilanciato in versione free-to-play e ribattezzato "Age of Conan: Unchained" tra le proteste di molti per la natura pay-to-win delle sue microtransazioni Attualmente, pur non essendo frequentatissimo, è ancora accessibile. Lo trovate anche su Steam.
Sempre nel 2011, mentre Funcom cercava di far funzionare Age of Conan, Chillingo lanciò quello che probabilmente è il miglior gioco single player dedicato al personaggio: "Conan: Tower of the Elephant". Peccato che sia uscito soltanto per iOS e che i vari aggiornamenti del sistema operativo mobile di Apple lo abbiano reso inutilizzabile. Sì, stiamo parlando di un titolo andato quasi completamente perduto (magari qualcuno potrebbe averlo conservato su qualche vecchio iPhone o iPod), del quale in rete rimangono solo filmati e immagini. Certo, è paradossale pensare che il Conan del 1984 sia ancora perfettamente giocabile, mentre quello del 2011 no, ma questo è uno dei problemi del mercato digitale e dei sistemi chiusi come quello iOS. Peccato, perché si trattava di un gioco di ruolo d'azione dai numeri di tutto rispetto, con un sistema di combattimento abbastanza soddisfacente.
Il secondo salto fino al presente
Dopo Tower of the Elephant, Conan sparì di nuovo sparito dalla scena videoludica, almeno fino al 2016, quando Funcom annunciò e lanciò Conan Exiles, un survival che fa il verso a titoli quali Rust o Ark: Survival Evolved, in cui il giocatore deve vedersela con i pericoli di Hyboria nei panni di un condannato a morte salvato non si sa bene da chi e per quale motivo. Il gameplay è incentrato sulla ricerca e la raccolta di materiali, utili per costruirsi una base con la quale difendersi dai pericoli del mondo esterno e dagli altri giocatori. In verità Conan Exiles non è ancora ufficialmente disponibile, visto che si trova ancora Accesso Anticipato su Steam e nel programma preview di Xbox One.
La versione definitiva sarà lanciata l'8 maggio 2018, quindi per ora non possiamo darvi giudizi secchi sulla qualità del gioco, anche se possiamo dirvi con certezza che dopo l'ultimo aggiornamento molti dei suoi elementi più critici sembrano essere stati finalmente sistemati, in particolare il sistema di combattimento. Comunque staremo a vedere in fase di recensione. Sul futuro del personaggio, invece, è difficile sbilanciarsi. Diamo per scontato che Funcom proverà a monetizzare il più possibile Conan Exiles, di cui crediamo che si parlerà ancora per qualche tempo visto il buon successo che già ha ottenuto. Comunque di nuovi titoli all'orizzonte non se ne vedono, a meno che non si prendano in considerazione alcuni progetti non ufficiali come lo strategico Age of Hyboria. Certo è un po' poco, ma di questi tempi bisogna accontenarsi.
Conan e alcuni dei suoi derivati
Come abbiamo visto, i titoli ufficiali tratti dalle avventure di Conan, letterarie o cinematografiche che siano, non hanno mai brillato sulla scena videoludica. Molto meglio è andata agli epigoni, ossia a tutti quei videogiochi i cui autori si sono ispirati al personaggio di Howard in via ufficiosa ma innegabile. Il 1987 in particolare fu un anno d'oro per gli imitatori di Conan, sia sui sistemi casalinghi, sia nella sala giochi, che vide il lancio del picchiaduro a incontri Barbarian di Palace Software, per sistemi a 8 e 16 bit, di cui si ricorda in particolare la versione per Commodore 64 e la copertina con Maria Whittaker.
Nel gioco si vestivano i panni di un barbaro che aveva un obiettivo semplicissimo: eliminare tutti gli avverarsi. Giocandoci oggi ci si accorge facilmente di quanto fosse legnoso il gameplay, ma allora decapitare i nemici era davvero un piacere. Nel 1988 Palace Software lancerà il seguito, Barbarian II: The Dungeon of Drax, abbandonando però la struttura da picchiaduro per sperimentarne una più canonica da action adventure. Sempre nel 1987 vide la luce il primo Rastan Saga di Taito, un hack 'n slash a scorrimento multidirezionale con diverse fasi platform uscito prima come coin op e poi convertito per una moltitudine di sistemi. Gli sviluppatori giapponesi resero bene il movimento lento ed estremamente fisico della figura del barbaro, in un titolo che ancora oggi è molto valido, nonostante la difficoltà elevatissima. Rastan Saga avrà due seguiti: Rastan Saga II del 1988 e Warrior Blade - Rastan Saga Episode III del 1991, quest'ultimo un picchiaduro a scorrimento alla Golden Axe (1988) di Sega, titolo uscito in sala giochi e su una moltitudine di sistemi casalinghi, che non citiamo a caso perché deve moltissimo a Conan, soprattutto per l'ispirazione di uno dei protagonisti, il barbaro Ax Battler. Va sottolineato che l'epoca di cui stiamo parlando, ossia la seconda metà degli anni 80 e i primi anni 90, fu particolarmente ricca di giochi con protagonisti dei barbari. Il motivo è presto detto: l'eco del film non accennava a diminuire, almeno all'interno di un certo immaginario. Citiamo velocemente qualche altro titolo a tema: Magic Sword (Capcom), Black Tiger (Capcom), Barbarian I e II (Psygnosis), Blades of Vengeance (Beam Software), Actaiser (Quintet), ma anche Ardok the Barbarian, Tomarc the Barbarian, Legend, Blade Master, i Gauntlet e un'infinità di altri titoli. Facile poi che nei giochi di ruolo fantasy fosse consentito di crearsi o di scegliersi un barbaro, ma anche in questo caso citarli tutti sarebbe davvero impossibile.
Comunque, anche avvicinandoci al presente i Conan videoludici non mancano, come ad esempio Kratos, il protagonista della serie God of War, molto più vicino a un barbaro che a uno spartano, sia nell'aspetto che nel comportamento. Volendo però essere più canonici è giusto citare qualche altro titolo dei quali Conan è stato sicuramente il vate: Severance: Blade of Darkness di Codemasters, bellissimo action in terza persona con un sistema di combattimento complesso e appagante; e Volgarr the Viking, sostanzialmente un clone di Rastan davvero ben fatto. Ma volendo potremo citare anche Tiny Barbarian DX, un platform in pixel art di pregevole fattura, o l'italianissimo Age of Barbarian, che riprende per certi versi Barbarian II: The Dungeon of Drax e molti altri. Insomma, come avrete capito di esempi fattibili ce ne sono davvero un'infinità, quindi non ha molto senso continuare a fare nomi. L'importante è che abbiate compreso l'importanza e l'influenza della figura di Conan nell'immaginario videoludico, influenza che, tra alti e bassi, continua a essere fondamentale ancora oggi.