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Downward Spiral: Horus Station: naufraghi nello spazio

Abbiamo provato il capitolo introduttivo di Downward Spiral: Horus Station, un'intrigante avventura in prima persona tutta a gravità zero

PROVATO di Mattia Armani   —   26/04/2018
Downward Spiral: Horus Station
Downward Spiral: Horus Station
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Il silenzio è quasi assoluto, se non fosse per l'aria che romba cupa nei condotti di una stazione spaziale abbandonata. Nessuna introduzione, nessuna interfaccia, nessun dialogo. Una porta automatica si apre ed entra un naufrago, un'astronauta sperduto in un'enorme struttura che galleggia nel vuoto del cosmo, fulcro di un'avventura in prima persona che fa del coinvolgimento il suo perno centrale. Così si apre il sipario su Downward Spiral: Horus Station, avventura fantascientifica in prima persona e sequel del modesto ma apprezzatissimo Downward Spiral: Prologue, pluripremiato e disponibile per appena un paio di euro su Steam.

Downward Spiral: Horus Station: naufraghi nello spazio

Galleggiano tutti

Downward Spiral: Horus Station, lo diciamo subito, non punta sulla grafica, modesta sia per numero di poligoni che per effetti, giocandosi le sue carte sul particolare sistema movimento di un'esperienza in assenza di gravità che fa affidamento sull'atmosfera per tenerci incollati allo schermo. Un'atmosfera carica di tensione che ci accompagna costantemente mentre attraversiamo corridoi tutti uguali, laboratori e scorci alienanti che non possono non riportare alla mente 2001: Odissea nello Spazio. L'ispirazione però è quella delle grandi avventure in prima persona, l'evoluzione moderna di un genere che si è spostato dai fondali disegnati alle ambientazioni tridimensionali suggestive, costellate di puzzle ambientali e dettagli pensati per aumentare il coinvolgimento. Tutto condito, come in questo caso, da una potente colonna sonora, una serie di brani elettronici ambient che entrano in gioco nei momenti di maggiore tensione diventando un cardine dell'atmosfera. E questo anche perché la qualità è superiore rispetto alla media dei titoli del genere, e lo è grazie al lavoro di Ville Valo, cantante e fondatore degli Him, che pur affrontando qualcosa di ben diverso rispetto alla musica che lo contraddistingue, ha dato fondo alla sua esperienza per sostenere e potenziare un delirante viaggio a gravità zero. Il risultato colpisce, come è stato per prologue, anche se il solo breve capitolo che abbiamo potuto provare non è sufficiente per misurare le qualità di un gioco che promette puzzle complessi e una lunga cavalcata interamente basata sulla narrazione silente, priva di dialoghi o filmati. A dire il vero qualche combattimento non manca e benché l'azione sia quanto di semplice, esclusa la necessità di muoversi in assenza di gravità, può contare su diverse armi due delle quali, una semplice pistola e una dotata di un caricatore più grande e capace di sparare con una cadenza maggiore, già disponibili nel capitolo di prova. Ma gli scontri non sono obbligatori e possono essere eliminati del tutto scegliendo la modalità esploratore, che punta tutto sul coinvolgimento. Non è un caso che il pieno supporto per i visori in realtà virtuale sia un tassello importante di un'esperienza intensa e questo anche non ci obbliga a indossare un caschetto per poter giocare, a differenza di Downward Spiral: Prologue.

Downward Spiral: Horus Station: naufraghi nello spazio

Un piccolo assaggio

Con il passaggio da Downward Spiral: Prologue a questo Horus Station cambia anche la dimensione del progetto, che prevede la realizzazione di un titolo composto da otto capitoli da più di un'ora ciascuno, mentre non cambiano la grafica, basata sui medesimi asset almeno nel caso del capitolo dimostrativo, e il movimento, pensato per aumentare il coinvolgimento e adatto a potenziare la dimensione VR che non viene a mancare. Inizialmente tutto passa dai tasti direzionali che permettono al protagonista di appoggiarsi a una superficie, ovviamente se questa è a portata di braccia, in modo da sfruttarla per spingersi in avanti o indietro all'interno o all'esterno dell'enorme stazione spaziale in cui ci troviamo. Dapprima il meccanismo risulta ostico e avvicinarsi a un obiettivo o a un oggetto richiede un po' di impegno, ma una volta presa la mano è tutta una questione di valutare l'inerzia, benché la soluzione adottata da 3rd Eye Studios risulti meno intuitiva e riuscita di quella vista in Lone Echo di Ready at Dawn. Le cose, comunque, si fanno più semplici con il ritrovamento di una pistola rampino, che permette di attirare oggetti o di attirare se stessi verso pareti o sostegni. Ed è con l'ausilio di questo prezioso strumento che esploriamo una parte della stazione fino all'incontro con un boss, un enorme robot che rappresenta l'unico vero puzzle ambientale del piccolo capitolo dimostrativo di Horus Station, costringendoci a calcolare bene le tempistiche di movimento per poter procedere oltre. Superato l'ostacolo l'esperienza volge rapidamente al termine, lasciandoci una manciata di informazioni su quello che dovremmo trovare nel titolo completo dal quale ci aspettiamo più armi, più strumenti per aumentare le possibilità di movimento e qualche sorpresa. Quanto visto, comunque, è sufficiente per accendere il nostro interesse nei confronti della creatura di 3rd Eye Studios, anche se l'effettiva profondità dell'esperienza sarà decisiva per determinare la qualità di un gioco che punta a una longevità decisamente superiore a quella di Downward Spiral: Prologue. Non è il caso, comunque, di mettere le mani avanti. Per quanto imperfetto, il sistema di movimento è intrigante e funziona in combinazione con l'intensa atmosfera, rendendo tra l'altro piuttosto divertenti le interazioni nella cooperativa online, anche questa ereditata dal capitolo precedente, e promettendo una dimensione tutta particolare alle annunciate ma non ancora presenti modalità deathmatch, orda e sopravvivenza.

Downward Spiral: Horus Station: naufraghi nello spazio

Sequel diretto del breve ma decisamente apprezzato Downward Spiral: Prologue, Horus Station eredita molto dal capitolo precedente ma punta a diventare un titolo decisamente più articolato e complesso. Le basi perché ne venga qualcosa di decisamente interessante non mancano, anche se il breve capitolo dimostrativo non ci permette di azzardare troppe previsioni. Per questo aspettiamo con ansia qualcosa di più corposo, fiduciosi che le capacità di 3rd Eye Studios ci regalino un'avventura in prima persona memorabile.

CERTEZZE

  • Atmosfera intensa
  • Sistema di movimento particolare
  • Requisiti hardware modesti

DUBBI

  • Grafica spartana
  • L'implementazione del movimento a zero gravità non è delle migliori
  • Il capitolo dimostrativo mostra decisamente poco