Versione testata: PlayStation 3
Con più di un milione e mezzo di copie vendute, il primo episodio di Battlefield: Bad Company forse non è stato in grado di rivaleggiare con la popolarità di Call of Duty, ma di certo ha mostrato alla comunità dei videogiocatori che il genere degli FPS a sfondo bellico può ancora raccontare storie differenti.
Come quella della squadra di scalmanati protagonisti di una modalità single player breve ma intensa, accompagnata però da un multiplayer online di grande valore. O come quella di Digital Illusions Creative Entertainment (al secolo DICE), team di sviluppatori svedese che ha debuttato su Amiga 500 con titoli come Pinball Fantasies e ha raggiunto il successo a livello mondiale con la serie Battlefield per PC. Quest'ultimo, sparatutto in soggettiva di grande qualità, vede appunto in Battlefield: Bad Company 2 la sua ultima incarnazione. Da qualche giorno è disponibile la beta multiplayer del gioco, esclusivamente per PlayStation 3, e noi abbiamo avuto l'occasione di provarla.
La classe non è acqua
Avviata la beta, regolate le opzioni e trovata una partita (in modo piuttosto rapido, bisogna riconoscere), Battlefield: Bad Company 2 ci pone di fronte alla scelta della classe fra le quattro disponibili: Assault, Engineer, Medic e Recon. L'Assault è dotato di un fucile d'assalto quale arma principale, può utilizzare un modulo lanciagranate e rappresenta la scelta ideale per i combattimenti ravvicinati. Il mirino di partenza permette un tiro rapido, mentre la buona capacità del caricatore evita situazioni spiacevoli quando abbiamo dei nemici a breve distanza. L'Engineer e il Medic sono classi simili, nel senso che sono dotate di armi relativamente "leggere" che però vengono compensate nel caso dell'Engineer da un lanciamissili (efficace anche contro i mezzi corazzati) e da strumentazioni specifiche come il trapano o il defibrillatore, quest'ultimo in grado di "rianimare" i soldati feriti a morte.
Il Medic può inoltre dispensare kit medici all'occorrenza, ponendosi dunque come il supporto ideale per le squadre d'assalto. Il Recon, infine, è il classico cecchino che ama mimetizzarsi con l'ambiente e osserva il campo di battaglia da lontano, forte di un potente fucile di precisione che nelle condizioni di partenza paga dazio per via del colpo singolo. Ogni classe si presta a un approccio specifico, chiaramente, e il giocatore può cambiare dall'una all'altra prima del successivo respawn, selezionando nel frattempo il punto della mappa da cui vuole ripartire. La scelta degli sviluppatori di mettere a disposizione solo quattro classi (in luogo delle cinque presenti nel primo Bad Company), non deve essere vista come una limitazione. Basta infatti portare a termine qualche partita perché il sistema di potenziamento basato sull'esperienza dia i suoi frutti, rendendo il nostro personaggio più resistente e più preciso. Di pari passo, vengono sbloccati numerosi bonus e accessori in grado di rendere le quaranta armi presenti nel gioco più potenti, più precise e più rapide da ricaricare. La differenza fra utilizzare l'equipaggiamento di partenza o personalizzarlo in base alle nostre esigenze è sostanziale, come ben sapranno anche i fan di Call of Duty.
Mappe, veicoli e controlli
La beta mette a disposizione un'unica mappa, Arica Harbor, giocabile nella sola modalità Rush, con le due fazioni che devono a turno difendere o distruggere determinate postazioni. Lo scenario è enorme e si sviluppa per lo più in lunghezza, partendo da un campo nel deserto per sfociare in una zona urbana ricca di edifici situati su più piani d'altezza. Dunque c'è un po' di tutto: spazi ampi per battaglie a viso aperto, barriere dietro cui ripararsi e palazzi dal cui tetto è possibile osservare le truppe nemiche, magari per colpirle da lontano. I veicoli ricoprono un ruolo molto importante ed è possibile utilizzarli liberamente, anche e soprattutto in due persone.
Nel caso del carro armato, ad esempio, il primo giocatore guida e controlla il cannone, mentre il secondo si occupa della torretta mitragliatrice. Si è scelto di mantenere l'uso dei tasti dorsali per le armi anche quando magari non si può usarle, come nel caso di chi si mette alla guida di una jeep. I veicoli dunque vanno controllati tramite lo stick analogico sinistro, i dorsali primari L1 ed R1 servono rispettivamente per mirare e aprire il fuoco con l'arma equipaggiata, i dorsali secondari permettono di lanciare le granate o effettuare un attacco corpo a corpo, mentre i pulsanti principali del Dual Shock sono deputati alle azioni rimanenti. Per correre basta premere lo stick analogico sinistro sulla sua asse, mentre fare la stessa cosa con lo stick destro si traduce nel cambio dalla posizione normale a quella accovacciata. Vista la dimensione degli scenari, non stupisce il fatto di poter correre all'infinito senza che il personaggio si fermi con il fiato corto. L'impressione è che il sistema di controllo funzioni piuttosto bene, con una pronta risposta agli input e la mancanza della solita zona morta che spesso affligge lo stick analogico sinistro. Di certo, però, la guida dei veicoli appare un po' macchinosa e per il momento non regala grandi soddisfazioni, se non per l'uso delle armi.
Parola d'ordine: distruzione
Il discorso sulla realizzazione tecnica ricopre un ruolo centrale in Battlefield: Bad Company 2, perché il titolo EA vanta un inedito sistema di danneggiamento dello scenario in grado di condizionare in modo sostanziale il gameplay. Sono finiti i tempi delle barriere indistruttibili e dei ripari sicuri: nel gioco tutto può essere fatto a pezzi, a patto di possedere un'arma abbastanza potente. L'uso degli esplosivi apre dunque a una serie di possibilità in precedenza impossibili: possiamo appiccicare del C4 sulle pareti di un palazzo e innescare le cariche perché crolli in una nuvola di polvere, aprire dei varchi laddove necessario e sterminare i nostri avversari anche quando si trovano dietro un muro.
Unitamente all'uso disinvolto dei veicoli, questo elemento potrebbe rendere Bad Company 2 lo sparatutto in prima persona più "realistico" attualmente disponibile (almeno su PS3), benché non sia esattamente il realismo la componente che più spicca dalle partite online. Allo stadio attuale, il motore grafico necessita di una ottimizzazione per poter assicurare un frame rate stabile, nonché di un deciso miglioramento nell'aspetto delle armi. Parlare di questi aspetti quando ancora mancano mesi all'uscita del gioco, comunque, è senz'altro prematuro. Un discorso simile va fatto per la chat vocale, che ha il merito di funzionare di default, senza richiedere la pressione di un tasto, ma che al momento soffre un po' per qualità e puntualità delle trasmissioni. Sarebbe interessante poter espandere il discorso a un demo per la campagna in singolo, magari in tempo per l'inizio del 2010, ma già così il prodotto targato DICE fa davvero ben sperare e non vediamo l'ora di poterne provare una versione definitiva.
CERTEZZE
- Mappe molto vaste
- Si può distruggere tutto
- Multiplayer online di buona qualità
DUBBI
- Grafica ancora non al top
- Chat vocale migliorabile