Tra i lavori di Capcom la serie Ace Attorney è una delle più memorabili e riconoscibili in assoluto, una cosa notevole se si considera che i titoli che ne fanno parte sono quanto di più lontano ci sia dalla stragrande maggioranza di quelli a cui la leggendaria software house giapponese è comunemente appaiata. Circondati da action di qualità altissima e giochi osannati dalla critica per le loro meccaniche, gli Ace Attorney sono infatti a tutti gli effetti delle visual novel, con elementi molto vicini a quelli delle classiche avventure punta e clicca e una complessità non sottovalutabile sulla lunga (sia in termini di narrativa che di difficoltà, peraltro).
Scritta da Shu Takumi, la saga era inizialmente concepita per chiudersi al terzo capitolo, ma la sua popolarità l'ha portata a continuare a lungo, senza però curiosamente mai davvero comprometterne la qualità complessiva. Gli Apollo Justice e i The Great Ace Attorney dopotutto ben poco hanno da invidiare ai capitoli più noti, tanto da esser riusciti a catturare anche molti dei fan più nostalgici del "primo corso". Tra gli spin off della saga originale, però, ci sono due capitoli che hanno fatto meno rumore degli altri, il cui protagonista è nientepopodimeno che Miles Edgeworth, tra i personaggi preferiti in assoluto dai fan. Anche questi giochi avevano parecchio da dire in termini di qualità, eppure dalle nostre parti il primo non fu esattamente un successo, tanto da portare il suo seguito ad essere un'esclusiva giapponese.
A 13 anni dalla pubblicazione, la maggior parte dei fan del marchio aveva ormai perso le speranze di vedere il secondo Miles Edgeworth Investigations comparire anche in occidente... invece Capcom ha sorpreso tutti, presentando di recente la Ace Attorney Investigations Collection, che contiene entrambe le avventure di Edgeworth in forma rimasterizzata e ammodernata. Noi abbiamo potuto provare questa interessante collezione, ed è davvero il caso di darle un'occhiata, perché racconta ancora oggi storie più che mai degne di essere vissute.
La logica di un accusatore
La caratteristica più distintiva dei due Miles Edgeworth Investigations è che in nessuno dei due giochi passerete molto tempo davanti a un giudice e un accusato in un tribunale: sono giochi più vicini alle avventure punta e clicca, dove ogni capitolo è diviso in più fasi e spesso si controlla direttamente il buon Miles alla ricerca di indizi per risolvere i misteri che sistematicamente gli si parano di fronte.
Può sembrare cosa da poco, eppure è un elemento distintivo davvero peculiare, che porta a concentrarsi maggiormente sulle prove e gli avvenimenti di ogni caso e aggiunge varietà al gameplay. A questi segmenti esplorativi si uniscono poi momenti "accusatori" non dissimili da quelli degli Ace Attorney classici, un misto di fasi investigative di ricostruzione, e infine l'uso di interessanti collegamenti logici che nell'insieme, portano il giocatore a dover spremere seriamente le meningi.
Certo, i due giochi della serie vedono Edgeworth comportarsi più da investigatore che da pubblico ministero, ma ciò non vuol dire che i dialoghi e i confronti diretti passino in secondo piano: laddove le fasi legate ai collegamenti logici servono infatti per lo più a fare ordine tra i pensieri e le prove trovate, il fulcro della progressione risiede ancora una volta nell'analisi dei dialoghi, dove risulta fondamentale presentare prove e concetti al momento giusto durante i momenti in cui l'interlocutore si contraddice. Tutto questo, al solito, è piuttosto facile da fare nei primi casi, ma diventa marcatamente più complicato man mano che si avanza, fino alle fasi finali dove gli errori iniziano a costare cari e la "barra mentale" di Miles può ridursi alla velocità della luce per via di connessioni mal calcolate e prove presentate al momento sbagliato (anche se generalmente questi due spin off ci son sempre sembrati meno punitivi degli Ace Attorney originali). Se non altro, sarete felici di sapere che i casi sono di alta qualità, con personaggi sempre magnificamente caratterizzati, colpi di scena notevoli a tratti e il classico umorismo della serie, ulteriormente amplificato dall'approccio più serioso e freddamente logico di Edgeworth alle assurdità che lo circondano.
Strutturalmente, però, il primo gioco soffriva molto sul finale, per via di un caso conclusivo tirato davvero troppo per le lunghe e gestito male in termini di ritmo. Non sappiamo se ci siano state delle modifiche in questa collection - il provato non ci ha permesso di arrivare alla conclusione del primo gioco - ma almeno il secondo capitolo ora è tutto tradotto e corregge molti degli errori del suo predecessore, inserendo peraltro una nuova meccanica sotto forma di "scacchi mentali" (a tutti gli effetti un altro confronto di logica tra due interlocutori, che aggiunge un elemento di tempo consumato alla conversazione). Il fatto che questi difettucci strutturali e che la scrittura rendano i due Investigations leggermente inferiori ai migliori Ace Attorney, come già detto a inizio articolo, non dovrebbe portarvi a snobbare questi giochi: sono esperienze di alto livello, che è bello veder tornare in veste moderna.
Ammodernamento
Parlando proprio di veste moderna, è il caso di capire quali sono le novità in questa Collection, perché sono parecchie e non si limitano alla ormai scontata presenza di comode gallerie interne per godersi gli artwork. No, i due giochi qui presenti vantano personaggi, sfondi e interfaccia completamente rifatti, in parte per necessità - gli originali erano pur sempre per Nintendo DS e prevedevano l'uso di due schermi - e in parte perché le immagini originali sono ancora oggi fantastiche, quindi non è stato difficile per gli artisti di Capcom ridisegnare il tutto mantenendo uno stile adatto alla serie.
In generale, per quanto semplice, abbiamo trovato davvero piacevole il lavoro fatto; per i nostalgici, comunque, è possibile giocare usando la pixel art originale, ed è davvero curioso quanto sia invecchiata bene ancora oggi. L'opzione dà al gioco un look ancor più da avventura grafica vecchio stile una volta attivata, aggiungendo ulteriore fascino al tutto.
Buono anche il lavoro fatto sull'interfaccia: non avrà l'immediatezza del gioco originale, ma i menu sono rapidi e piuttosto chiari, e su PC è possibile interagire con tutto anche utilizzando il mouse, senza particolari problemi di precisione (cosa non sottovalutabile, dato che durante le investigazioni spesso bisogna selezionare zone precise di foto e mappe per trovare le prove). Infine, nel caso vogliate godervi la trama senza scervellarvi particolarmente, è stata aggiunta anche una modalità storia che fa avanzare i casi senza bisogno di risolvere i puzzle; fa perdere ovviamente senso all'esperienza, ma immaginiamo sia comunque un'aggiunta utile per superare le fasi più tediose di alcuni capitoli, tra cui quella finale del primo gioco di cui parlavamo in precedenza.
Piccolo appunto sulla localizzazione, tra le varie lingue purtroppo non c'è l'italiano; molto meglio di vedere il secondo episodio relegato alla lingua giapponese, ma si tratta ugualmente di giochi con un mare di testo, quindi se non siete pratici di altre lingue tenetelo a mente.
Per quanto inaspettata, la Ace Attorney Investigations Collection è davvero una gradita sorpresa. Forse i due Miles Edgeworth Investigations non sono i picchi più alti della serie Ace Attorney, ma rimangono due giochi brillanti, che meritano di essere sviscerati dai fan (specialmente il secondo, dato che non è mai uscito dal Giappone). Affrontarli di nuovo è stato un piacere e le migliorie apportate sono più che sufficienti a rendere la Collection degna di attenzione. Ora resta solo da valutare se ci siano stati cambiamenti nelle fasi più avanzate della campagna, o se i giochi sono praticamente identici al passato.
CERTEZZE
- Ancora oggi due titoli di alta qualità, piacevolissimi da affrontare
- La grafica ammodernata è molto piacevole
DUBBI
- Alcuni dei difetti dei giochi originali nelle fasi finali saranno stati limati?