I fan di serie storiche di videogiochi hanno dovuto affrontare montagne russe indicibili durante gli anni: nomi apparentemente inattaccabili sono riusciti a distruggere completamente le loro fondamenta nel giro di poche uscite, e quasi tutti i marchi più poderosi soffrono la costante spinta a produrre seguiti, che spesso va a intaccare inevitabilmente la qualità complessiva dei nuovi titoli o non permette realmente alle software house di innovare le formule. Eppure vi sono anche saghe che sono riuscite a sopravvivere senza particolari sbalzi al passaggio del tempo, e ancora oggi possono vantare di non aver mai realmente "tradito" le aspettative della loro community. Gli Ace Attorney fanno parte della lista.
Certo, negli anni anche le avventure di Phoenix Wright e compagnia bella hanno avuto alti e bassi: l'autore originale, Shu Takumi, è tornato alla scrittura dei The Great Ace Attorney, ma in vari capitoli ha ricoperto solo il ruolo di producer, e il periodo in cui la serie è diventata responsabilità del buon Takeshi Yamazaki ha fatto un po' discutere, per via della nuova direzione e di alcuni cambiamenti all'approccio narrativo che non sono andati giù allo stesso modo a tutti i fan. Ciò detto, c'è poco di cui ci si possa davvero lamentare: i giochi di Yamazaki sono comunque tutti considerati di qualità ottima, e molti fan sono grati al director per aver tenuto viva questa curiosa e brillante saga di titoli investigativi per vari anni, prima di andarsene da Capcom nel 2020.
Tra gli Ace Attorney di Yamazaki ci sono peraltro due spin-off con protagonista uno dei personaggi più amati in assoluto della saga, quel Miles Edgeworth che fin dal primissimo capitolo era diventato il fulcro dell'attenzione dei fan pur ricoprendo inizialmente il ruolo di antagonista (già in quel gioco la cosa durava poco, va detto). Ecco, questi due titoli per Nintendo DS sono particolarmente interessanti, perché se il primo è arrivato anche dalle nostre parti e ha ricevuto una buona accoglienza dalla critica, non si può dire lo stesso del secondo capitolo, rimasto in Giappone perché Capcom ai tempi non ritenne furbo investire nella localizzazione viste le proiezioni di vendita. Un peccato perché, pur con alcune debolezze, si trattava di giochi solidi e meritevoli di far parte della serie quanto gli altri... al punto che la fanbase decise ai tempi di prendere la situazione di petto e di diffondere il secondo Ace Attorney Investigations grazie a una patch non ufficiale che lo traduceva in lingua inglese.
Beh, se siete tra coloro che non hanno avuto mai modo di giocare i capitoli dedicati a Miles, o avete solo ricordi sbiaditi di una rom tradotta da un gruppo di fan per quanto riguarda il secondo gioco, sarete felici di sapere che all'alba del 2024 Capcom si è ravveduta con la Ace Attorney Investigations Collection, in pratica una remaster con grafica rinnovata che contiene entrambi gli episodi. Saranno ancora degni del vostro tempo dopo tutti questi anni?
Puntare il dito contro il male
Se avete seguito negli anni gli Ace Attorney le premesse dei due Investigations non dovrebbero sorprendervi più di tanto. Il protagonista, Miles Edgeworth, viene in pratica coinvolto in una serie di casi di omicidio, tutti connessi a una narrativa primaria che gira attorno alla figura del misterioso ladro Yatagarasu e a un oscuro complotto internazionale con coinvolta addirittura l'Interpol.
Nulla di troppo lontano da quanto già visto in passato, in realtà: la gestione della trama non differisce eccessivamente dai capitoli scritti da Shu Takumi e Miles, per puro caso o per inevitabili scherzi del destino, si trova spesso nel posto giusto al momento sbagliato, dove deve usare le sue capacità da "pubblico ministero" per interrogare un colorito cast di personaggi e scoprire cosa è realmente accaduto. In questi due giochi non ci sono però aule di tribunale, e i confronti non solo vengono fatti direttamente con sospetti e accusati sulla scena del crimine, ma richiedono anche oggetti e indizi da cercare attivamente durante delle fasi investigative non dissimili da quelle di un'avventura punta e clicca. Insomma, gli Ace Attorney Investigations hanno una struttura piuttosto unica all'interno della serie, che li distingue discretamente dalle avventure di Phoenix Wright. Queste peculiarità portano a una curiosa diversificazione delle meccaniche nel gioco che nel complesso abbiamo sempre ritenuto un elemento molto positivo; nel complesso, però, le scorribande di Edgeworth non riescono mai realmente a superare i capitoli più riusciti per via di una narrativa meno coesa (legata anche alla pluralità di autori, in assenza di Takumi) e di una struttura che nel primo capitolo cede avvicinandosi alla fase finale. Anche prendendo in considerazione tali fattori, comunque, aspettatevi la classica serie di follie, colpi di scena ed eventi inattesi che si è soliti vedere nelle campagne del marchio: il cast dei personaggi di Investigations e i suoi casi migliori restano uno spasso ancora oggi, e soffrono il confronto solo per via dei picchi raggiunti da certi lavori di Takumi, non certo perché di scarso valore.
Le indagini di Miles
In realtà quando parliamo di differenze meccaniche non stiamo tirando in ballo i confronti principali, che sono comunque ancora estremamente simili a quanto visto nel resto della serie Ace Attorney: proprio come faceva Phoenix Wright, Miles deve in pratica analizzare dettagliatamente quanto detto dai suoi interlocutori, così da trovare falle nella loro logica e metterli all'angolo, presentando al momento giusto le prove e le informazioni raccolte durante le altre fasi. Solo la fase investigativa qui è una vera novità, perché costringe comunque ad aguzzare l'ingegno anche durante l'esplorazione delle location, e alle volte a fare precisi collegamenti legati a indizi visivi presenti sulla scena del crimine, o connessioni logiche tra vari fattori in modo da ottenere solidi ragionamenti poi riutilizzabili durante i confronti appena citati.
Detto così potrebbe non sembrare molto, ma gli Ace Attorney non sono giochi facilissimi: più si avanza nell'avventura, più aumenta la complessità degli indizi da trovare, meno i collegamenti logici si fanno evidenti e più i casi si fanno complicati da scardinare. Certo, c'è sempre un filo logico cristallino che collega il tutto e un giocatore pratico della serie non dovrebbe avere troppi problemi a connettere i puntini, ma non aspettatevi di pulire ogni singolo caso senza dover ragionare... persino quelli iniziali hanno qualche collegamento tutt'altro che scontato, e se si sbaglia troppe volte è possibile finire le "energie mentali" di Edgeworth e andare incontro a un game over con tanto di finale "cattivo" (anche se la possibilità di salvare in qualunque momento dovrebbe evitarvi particolari problemi a progredire). Salvo vogliate avanzare a tentoni e ricaricando costantemente, quindi, è il caso di fare attenzione ai dettagli e di ricordarsi cosa hanno detto i vari testimoni; nel caso non aveste grande memoria, tuttavia, la Collection contiene uno storico di tutti i dialoghi (che non c'era negli originali) che può facilitarvi la vita durante i vari capitoli. Non è certo una aggiunta rivoluzionaria, ma è sicuramente apprezzata.
Pixel legali
Tra i due capitoli, in realtà, è proprio il secondo quello a sperimentare di più. Ace Attorney Investigations 2 infatti introduce il Little Thief e gli scacchi mentali, due ulteriori variazioni sul tema che aggiungono un pizzico di pepe al tutto. Il Little Thief è un macchinario che ricostruisce virtualmente una scena del crimine già "ripulita", interessante perché aggiunge complessità alla semplice fase di ricerca prove permettendo al giocatore di passare da una mappa alla sua ricostruzione virtuale per fare utili confronti diretti. Gli scacchi mentali invece ci piacciono di meno, dato che sono confronti a tempo che richiedono di trarre informazioni dall'interlocutore, di solito capendo quando è il caso di fermarsi e farlo "sfogare" e quando di pressarlo; è in pratica una versione semplificata dei confronti normali che non ci è mai parsa particolarmente necessaria o intuitiva, ma capiamo la volontà degli sviluppatori di sparigliare un po' le carte.
Anche se non tutti i sistemi brillano allo stesso modo, però, tra i due capitoli resta il secondo quello migliore: nel complesso la storia del gioco gira maggiormente attorno alla figura di Miles (che nel primo capitolo era paradossalmente meno centrale e ben caratterizzata nonostante fosse sempre lui il protagonista) e ai suoi conflitti interiori, inoltre la campagna ha un ritmo più serrato, anche per via del caso finale del primo capitolo di cui abbiamo accennato nell'intro di questa recensione. L'ultima fase della prima campagna infatti non è debole narrativamente, ma si prolunga in modo veramente eccessivo nelle battute finali, dopo il colpo di scena migliore e senza reali guizzi in grado di far tornare tutto in carreggiata. Considerando che questa Collection è praticamente invariata in termini contenutistici, queste debolezze tornano anche qui, e rovinano un po' l'esperienza complessiva. Unica cosa che diminuisce un po' la noia? Se siete stanchi di presentare prove durante la parte strutturalmente più ripetitiva, la Collection offre la possibilità di attivare una modalità storia che risolve automaticamente gli enigmi: non vi permette di ottenere achievement ed elimina ogni elemento di gameplay, ma almeno migliora lo scorrere delle fasi meno riuscite del primo gioco. Ah, nel caso abbiate una memoria incredibile e vogliate solo giocare specifiche parti di ogni caso, è possibile giocare ad ogni fase liberamente nella selezione capitoli; le opzioni aggiuntive a questa raccolta non mancano.
E dal punto di vista tecnico? Beh, gli Ace Attorney Investigations erano giochi per Nintendo DS, quindi non aspettatevi miracoli: restano giochi 2D, con artwork dei personaggi limitatamente animati durante i dialoghi e un quantitativo limitato di doppiaggi. Ciò nonostante, Capcom ha fatto un ottimo lavoro su questa collection, non solo riarrangiando la colonna sonora (quella originale è comunque selezionabile dalle opzioni), ma ridisegnando ogni singolo sprite con cura. Il bello è che gli sprite in pixel art dell'originale non sono invecchiati per niente male, dunque se desiderate tornare a quello stile siete liberissimi di farlo prima di cominciare a giocare (non c'è purtroppo un'opzione sostitutiva immediata a partita avviata, ma è comunque un bene che la possibilità esista). Persino l'intervento del team sull'interfaccia risulta estremamente solido, cosa non scontata se si considera che in origine i due giochi facevano uso di uno schermo touch aggiuntivo. In parole povere, un ottimo lavoro generale, ben curato, con un po' di sana quality of life aggiuntiva che non fa mai male. Peccato solo per un'unica, ormai diffusa mancanza: niente lingua italiana. Quello degli Ace Attorney non è un inglese particolarmente difficile, ma si parla comunque di giochi dove è necessario fare molto attenzione al testo scritto per avanzare, quindi se non si è pratici si rischia di trovarsi rapidamente nei guai. Se non altro la qualità della localizzazione in inglese è elevata, e almeno ora il secondo gioco ha una traduzione ufficiale... è pur sempre qualcosa di cui gioire.
Conclusioni
La Ace Attorney Investigations Collection è prevedibilmente un'ottimo lavoro, innalzato dal fatto di portare finalmente da noi una traduzione ufficiale del secondo capitolo delle avventure di Miles Edgeworth. Peccato solo che questa traduzione non sia (altrettanto prevedibilmente purtroppo) in italiano, e che le mancanze strutturali del primo capitolo siano rimaste pressoché invariate, nonostante qualche modifica alla qualità della vita le smorzi. Si tratta comunque di due giochi ancora oggi piacevolissimi ed estremamente brillanti, che meritano di far parte della serie Ace Attorney e di essere giocati.
PRO
- Solida remaster, con aggiunte piacevoli e un buon lavoro di ritocco anche sull'interfaccia
- Narrativa sempre di alto livello, zeppa di personaggi memorabili
- Il secondo gioco finalmente arriva in occidente con una traduzione ufficiale
CONTRO
- Le debolezze strutturali dei due giochi, in particolare del primo, rimangono invariate
- Niente lingua italiana