Capita spesso, prima della Gamescom, di venir trascinati in giro per l'Europa a vedere in anteprima alcuni dei giochi presenti a Colonia, in parte perché alcuni publisher vogliono assicurarsi di avere un po' di sana copertura durante lo tsunami di informazioni della fiera, e in parte per evitare ai giornalisti una schedule eccessivamente fitta in quei giorni. Premier in particolare ha in arrivo un progetto piuttosto delicato, dunque ha pensato bene di mandarci a Londra per testarlo con calma qualche settimana prima del reveal ufficiale. Parliamo di Blair Witch, un titolo affidato a quei Bloober Team che già avevano dimostrato del talento in campo horror con il valido Layers of Fear (e anche con Observer, nonostante le tematiche fossero profondamente diverse). Oggi questa squadra di ottimi sviluppatori polacchi però ha a che fare con un nome storico scomparso da tempo dall'immaginario collettivo, e quando un marchio rimane in stasi così a lungo non è una passeggiata riportarlo in auge, specie in un genere così inflazionato come gli horror game. Il piano dei Bloober quindi? Puntare sul "nuovo" anche quando il nemico con cui si ha a che fare nella loro creatura è tutto fuorché una novità.
Pet that Dog
Per chi non avesse idea di cosa sia Blair Witch (e non vi biasimiamo, il primo film risale al '99), si tratta di uno dei più grandi successi cinematografici della storia dell'horror: praticamente un lungometraggio girato con una telecamerina in modo da sembrare un misto tra un documentario e un filmato amatoriale, che seguiva le avventure di un gruppo di sfortunati ragazzi alle prese con lo spirito di una antica strega uccisa nella cittadina di Burkittsville. Gli autori del film costruirono un mythos piuttosto strutturato e semi realistico sulla fattucchiera, e riuscirono a guadagnare milioni di dollari al botteghino con un prodotto costato una cifra irrisoria. Negli anni tuttavia la strega di Blair ha perso popolarità, e l'ultimo film del 2016 - comunque capace di chiudere ampiamente in verde - è stato considerato un mezzo flop se paragonato agli antichi fasti del suo nome. Questa premessa, in tutta sincerità, non sembra aver preoccupato in alcun modo i Bloober, che anzi ci han detto di ritenere galvanizzante la chance di metter mano a una saga del genere, e di voler portare alla luce tutte le forze dell'idea inizialmente avuta da Sanchez e Myrick.
Come accennato sopra, il team ha voluto mettere in campo meccaniche non comuni per un horror, unendo una formula facilmente riconoscibile per un appassionato a una serie di trovate in grado di dare al loro prodotto una marcia in più rispetto alla concorrenza. L'elemento più significativo, ad esempio, è un cane: in questo titolo non sarete da soli, bensì costantemente accompagnati da un simpatico amico a quattro zampe dal cui benestare dipenderà la vostra sopravvivenza. Finiti nei boschi della strega di Blair alla ricerca di un ragazzino scomparso (il protagonista è un investigatore dal burrascoso passato), infatti, avrete costantemente a che fare con mostruosità indicibili e illusioni di vario tipo, a cui il vostro cane sarà parzialmente immune. Seguirlo, dargli ordini precisi e sfruttare gli oggetti da lui trovati sarà fondamentale per portare avanti le indagini e non soccombere ai poteri oscuri che circondano il luogo dove si svolge il tutto.
bad ending o bad ending?
Durante la nostra prova abbiamo testato con mano l'importanza del nostro partner peloso, specie nel bel mezzo di un attacco da parte di strane ombre eliminabili solo usando la torcia (niente batterie qui, ma non aspettatevi comunque che il fascio di luce sia sempre affidabile durante i vari capitoli) che il suo abbaiare riusciva a identificare prima dell'effettivo assalto. In una fase successiva, invece, seguirlo ci ha tirati fuori da un momento a dir poco inquietante in cui l'intera vegetazione si è rivoltata contro il nostro alter ego. La presenza del vostro fido partner è, insomma, un'interessante variazione sul tema, anche se per tutta la demo abbiamo trovato abbastanza confusionario l'indicatore del suo abbaiare, ed è capitato spesso che lo perdessimo di vista (ciò, comunque, potrebbe esser voluto per aumentare sensibilmente la tensione e la sensazione di pericolo).
L'altra chicca del titolo Bloober risiede nella strutturazione della narrativa, perché avanzando nei boschi non sentirete solo la voce della strega che cerca di traviarvi, ma avrete anche varie conversazioni radiofoniche con un'altra agente, e in base alle risposte date l'intera trama muterà, portandovi a finali alternativi (anche il comportamento che avrete col cane andrà a impattare sulla storia, quindi accarezzate quel musino peloso quando possibile). Certo, questi due elementi possono non sembrare particolarmente innovativi così a occhio, ma pare che la ramificazione di eventi capace di mutare l'avventura sia molto più complessa del normale, e all'interno di un gameplay fin troppo rodato da horror in prima persona - con puzzle legati alla vostra videocamera, sezioni lineari di fuga, e spaventi legati più all'atmosfera che ai jumpscare - potrebbero bastare a rendere Blair Witch un titolo da tenere d'occhio per gli appassionati.
I Bloober sono un team abile, ed è evidente come abbiano messo tutto il loro talento al servizio della strega di Blair con il loro ultimo nato. La nostra è stata una prova breve, che però ha sottolineato la volontà del gioco di innovare il genere, pur restando molto vicino alla sua formula tipica. Siamo, insomma, davanti a un horror capace di trasmettere sensazioni ben note, reso fresco da alcune aggiunte che, ora della fine, potrebbero mutare pesantemente in meglio o in peggio l'intera esperienza. La solidità sul lungo periodo e la validità della narrativa saranno i due punti focali. Dovessero reggere... buone notizie per gli appassionati di horror.
CERTEZZE
- Formula classica e piuttosto solida
- La gestione della narrativa e la presenza del cane sono elementi interessanti
DUBBI
- La strega di Blair ad oggi non fa molto effetto
- Una gestione intelligente della storia sarà fondamentale per rendere il titolo valido