Rivolta in città
Parte prima.
Si parte in città, più precisamente in canonica. Nei panni del reverendo.
Oh, non aspettatevi che sia un uomo pacifico, solo perchè uomo di fede. Il nostro alter ego è infatti un ex pistolero a riposo che dovrà riallacciare il cinturone e tornare a fare il suo vecchio, sporco, lavoro.
Non appena ci saremo armati non faremo in tempo ad aprire le porte della parrocchia per lanciarci all'inseguimento di Billy, che assisteremo allo scoppio di una rivolta cittadina, in cui lo sceriffo sarà il primo a rimetterci le penne. Come recuperare il gregge impazzito, allora, se non con i sani vecchi metodi da pistolero? Ecco dunque che ci troviamo lanciati da subito nel vivo dell'azione, con l'obiettivo di ripulire la città dai rivoltosi armati.
Il level design si fa notare subito per buona fattura e gli oggetti, le casse, gli edifici, sono tutti funzionali ad un tipo di combattimento del tipo spara e nasconditi. L'atmosfera è quella classica dei western ed il nostro reverendo non mancherà di recitare, mentre spara, versetti dalla bibbia, che reggerà con la mano che non regge la pistola.
Come ogni pistolero, il reverendo Ray non va per il sottile e può raccogliere tutte le armi che gli capitano sotto mano, utilizzando con semplicità anche due pistole contemporaneamente. Il sistema di fuoco è facile: col tasto destro del mouse si spara con la pistola destra, col sinistro si spara con la pistola sinistra. Occorre un po' di coordinazione all'inizio, ma niente di difficile, si acquisisce il meccanismo in pochi secondi.
Il gioco di per sè, in questa parte, è uno shooter lineare pieno di eventi scriptati, che in fin dei conti potrebbe confondersi nel mare magnum di giochi simili, quello che lo rende interessante, invece, è la cura che è stata riposta nei dettagli presenti e l'aggiunta di alcune novità particolari.
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[/C] Innanzitutto il motore fisico svolge un suo ruolo, piccolo ma funzionale. Alcuni oggetti possono essere raccolti e spostati ed ogni tanto ci troveremo a costruire la nostra via di fuga proprio ammucchiando casse per raggiungere i soliti posti irraggiungibili. Questo non vale per tutti gli oggetti, poichè quelli che fanno parte dello scenario non possono essere raccolti e spostati, quindi non aspettatevi di giocare al lego con le casse di legno, questo non è Half-Life 2.
L'esperienza di un pistolero si misura dal grado di dimestichezza che ha con le armi ed in effetti il nostro protagonista ci stupirà utilizzando non solo una ma due pistole contemporaneamente e, per fare il vero maranza, persino il famoso sparo a palmo aperto, come si vede in ogni film western che si rispetti.
Giocando abbiamo subito provato la sensazione di essere immersi in un film, guidati dalla mano sapiente di una regia che non è mai stata troppo invadente. I banditi apparivano da sopra i tetti, dai balconi, da dietro gli angoli, e le pistole crepitavano ed il suono dei proiettili riempiva l'aria, mentre alcuni degli oggetti che si trovavano in mezzo venivano colpiti al posto nostro. Mirare alla testa e vedere il cappello saltare via è uno di quei dettagli di cui parlavo prima, poter raccogliere da terra le pistole dei banditi per evitare di ricaricare quelle in mano dà una buona spinta all'azione e ci fa sentire davvero la determinazione da pistolero del protagonista.
Essendo presenti tanti spigoli, casse e nascondigli, non poteva mancare la possibilità di sporgersi da dietro gli angoli, ma il nostro reverendo non si accontenta di trovare riparo, ed ecco che sfoggia una mira invidiabile che gli permette di colpire anche i bersagli più lontani. Di per sè non è altro che il solito zoom, visto e rivisto anche altrove, che permette di avvicinare leggermente la visuale dei nemici, però implementato, stavolta, con un tocco di classe che gli dona la giusta naturalezza, senza eccessive forzature. La funzione di mira, infatti, non fa altro che simulare la concentrazione del pistolero su di una ristretta area visiva, con un bell'effetto di messa a fuoco dinamico che sfoca gli oggetti lontani dal centro della visuale e dà realmente la sensazione che il giocatore stia stringendo gli occhi per vedere meglio.
Come s'è visto, l'obiettivo primario degli sviluppatori è stato quello di creare un'esperienza di stampo cinematografico, quindi non stupiamoci se è stato inserito persino una specie di bullet time ed anche una minisezione dedicata ai duelli, in cui contano velocità e prontezza di riflessi: estrarre, mirare e sparare!
Lo spirito libero dell'aquila
Parte seconda.
Risveglio. Nei panni di Billy.
Siamo in una tenda, c'è un vecchio indiano che siede vicino ad un fuoco. Le armi sono andate, il medaglione pure, non ci resta niente a parte tentare un contatto con l'altro uomo. In poche parole, Billy viene a sapere che per riavere le sue cose dovrà superare due prove.
La prima prova: caccia alla lepre.
Dopo averci armati di un arco ed un pugno di frecce, il misterioso indiano vuole che gli portiamo tre conigli. Bene, siamo in una specie di valle, dove scorre un fiume, ci sono delle montagne imponenti ed un paesaggio verde e rigoglioso, e così andiamo in esplorazione. La prima cosa che salta all'occhio è che ci troviamo in uno scenario veramente ENORME! C'è da impazzire a farselo tutto a piedi, per fortuna che più avanti ci viene dato il cavallo dell'indiano, così da poter attraversare rapidamente (è un fulmine) le varie parti della mappa.
Torniamo al primo compito, andiamo a caccia di conigli. Devo dire che la cosa si è rivelata da subito niente affatto semplice, poichè per trovare le benedette prede abbiamo dovuto ricorrere alla bussola nell'angolo in alto a destra dello schermo, dove sono segnate le posizioni in cui appaiono gli animali. Questi sono veloci, ma quando si incocca la freccia e si tende l'arco, si entra in modalità rallentata, così da rendere più semplice la mira. Molto comoda, fra l'altro, la possibilità di recuperare le frecce da terra.
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[/C] Prese le tre prede, ritorniamo al campo. Qui troviamo una situazione d'emergenza, con un principio di incendio ed il vecchio che cerca disperatamente di domare le fiamme. Lì c'è un secchio vuoto, poco più avanti c'è un'ansa del fiume, la soluzione è lampante! Ci immergiamo fino alla cintola nelll'acqua, riempiamo il secchio, torniamo indietro e lo svuotiamo sulle fiamme. Facciamo questo per un po' di volte, prima dello scadere del conto alla rovescia, comunque piuttosto generoso, ed abbiamo salvato l'accampamento. E' il turno della seconda prova.
Il povero Billy dovrà raccogliere una piuma d'aquila, da un nido in cima ad una montagna.
Ci viene tolto l'arco e ci viene data una frusta... wow, come Indiana Jones (e non scherzo, vedrete più avanti).
Montiamo in sella al cavallo e sfrecciamo nella prateria fino a trovarci di fronte ad una montagna. Sulle prime sembrava una bitmap disegnata sullo sfondo. Non è possibile che in questo immenso paesaggio ci sia persino una montagna così alta. E in effetti la montagna c'è, eccome, e dovremo scalarla tutta!
Pareti a picco, lisce e senza apparenti appigli, la roccia si erge per un'altezza spaventosa e Billy deve arrivare lì, proprio in cima. Dopo poco cercare escono i primi appigli, qualche scalino e si comincia l'arrampicata. Ed è ben presto che ci tornerà utile la frusta dell'indiano, quando dovremo afferrare rami sporgenti e dondolarci per poi saltare dall'altro lato! Visto che Indiana Jones in qualche modo c'entrava?
Arrampica, afferra, dondola, salta... purtroppo il percorso è molto lungo e presto diventa noioso, senza contare la presenza di un'aquila che di tanto in tanto viene ad acarezzarci con i suoi artigli ed il suo becco affilato, oltre ad alcuni serpenti a sonagli messi in posizioni strategiche giusto per essere calpestati.
Dopo parecchio tribolare, arriviamo in cima, raccogliamo la piuma e, per fortuna, ci tocca una discesa molto più rapida.
Il resto è un ritorno a rotta di collo al campo ed un filmato. Termina così la versione di Call of Juarez che abbiamo provato.
Aspettative e primi commenti
Eccoci a tirare le somme su questa versione di prova di Call of Juarez che, alla fine, ci ha positivamente impressionati per parecchie cose.
I combattimenti sono appassionanti, il reverendo è un peso massimo, col suo stile da pistolero rapido e letale e il gameplay non diventa mai monotono per la presenza di situazioni che spezzano l'azione per introdurre altri tipi di azione diversi, vuoi che sia il bullet time, vuoi che sia l'accatastare casse e travi per raggiungere piani troppo alti, voi che sia l'attivarsi di qualche sequenza precalcolata, insomma nei panni del reverendo non ci siamo mai annoiati a ripulire la città dai tanti banditi che la infestavano.
Discorso diverso va fatto per la parte dedicata a Billy. Qui ci siamo trovati di fronte all'inaspettato, cioè un FPS dotato di un motore grafico in grado di gestire spazi aperti enormi e che, dunque, lascia aperte enormi possibilità, mentre - purtroppo - l'esperienza di gioco vera e propria si è rivelata complessivamente deludente.
Girare a vuoto, per minuti interi, in quel paesaggio sconfinato solo per trovare dei dannati conigli da ammazzare e, poi, arrampicarsi in una estenuante e lunghissima scalata che strizza un po' troppo l'occhio agli stereotipi dei platform tridimensionali, con salti al millimetro, pedane che crollano e dondolamenti vari, si è rivelata un'esperienza purtroppo noiosa. Se ci fosse stato da fare di più, se ci fossero state più cose in quello sterminato paesaggio, con qualche combattimento magari, allora avremmo avuto meno dubbi sulla qualità finale. Il giudizio purtroppo è duale, le premesse per un ottimo gioco, non buono badate bene, ci sono perchè la fase più prettamente shooter si è rivelata decisamente vincente e la parte più esplorativa ha rivelato una grande sorpresa del motore grafico a cui, però, non è corrisposto un adeguato design di gioco. Ci sono delle potenzialità, ci sono dei dati di fatto che sono discordanti e c'è una versione del gioco che non è affatto completa, dunque non possiamo fare altro che attendere, come al solito, di avere qualcosa di più concreto tra le mani. E sperare.
Stay tuned.
C'era una volta il west...
...e c'era una volta un pastore di Dio che andava a trovare il proprio fratello, Thomas. Proprio quel giorno, purtroppo, qualcosa successe ed il reverendo fece la triste scoperta del cadavere di Thomas. Accanto al corpo del fratello c'era il nipote, Billy, ragazzo turbolento e piantagrane che, non appena vistosi scoperto, fuggì a gambe levate.
Così inizia la trama di Call of Juarez e noi saremo chiamati a far luce sull'intera vicenda, e non senza gli inevitabili colpi di scena. Tutto ruota intorno ad un misterioso medaglione. I protagonisti della storia sono il reverendo Ray e suo nipote Billy che, nella versione da noi provata, possiamo controllare alternativamente, in differenti parti del gioco.
Ciò che abbiamo potuto vedere è costituito di appena due scenari, ma che ben fanno capire di che pasta è fatto questo gioco, che prende un po' di elementi da altri titoli ma li mescola in maniera egregia.