Il termine cyberpunk non fu coniato ex-novo ma ripreso da un testo di Bruce Bethke che se lo inventò mescolando i concetti di cibernetica e punk, un'altra tendenza molto forte dell'epoca. Portato al successo di critica e pubblico da autori come William Gibson (che ha scritto "la bibbia" del genere, il Neuromante), dagli inizi degli anni '80 a oggi ha avuto un successo che non tende ad arrestarsi. Pur essendo nato come movimento d'avanguardia letterario, i suoi influssi fortemente underground conquistarono presto tutti i media esistenti, dai fumetti ai videogiochi, diventando un vero e proprio genere di fantascienza dalle connotazioni sociali e politiche, nonché iconicamente identitario dal punto di vista artistico e visivo.
Il gioco Cyberpunk 2077 affonda le sue radici proprio in quel mondo creato attraverso innumerevoli opere cinematografiche, narrative e ovviamente videoludiche: scopriamo attraverso il nostro speciale quali sono i titoli che appartengono in modo imprescindibile a questo genere e che possono aver indirettamente influenzato molti aspetti dell'ultima fatica di CD Projekt Red.
Blade Runner
L'originale Blade Runner, basato sul capolavoro cinematografico di Ridley Scott, rappresenta una pietra miliare nei videogiochi e uno dei migliori esponenti del genere cyberpunk ancora esistenti. Sviluppato dai celeberrimi Westwood Studios, già autori di Command&Conquer e Dune II, narra le vicissitudini del cacciatore di replicanti Roy McCoy nell'anno 2019 (esatto, oggi siamo un anno avanti a Blade Runner). Dovrebbe entro fine anno arrivare una versione totalmente rimasterizzata con grafica HD su tutte le console e PC denominata "Enhanced Edition", attendiamo con trepidazione. La caratterizzazione estrema della città, che rappresenta una vera e propria protagonista della storia, è stata poi ripresa da tantissimi giochi tra i quali il bellissimo Dreamfall Chapters su PC e PlayStation 4.
Ghost in the Shell: Stand Alone Complex
Non proprio un capolavoro passato alla storia, ma ci tenevamo a citarlo perchè Ghost in the Shell rappresenta per il mondo cyberpunk una vera e propria opera primaria che ne definisce i contorni filosofici e spirituali come raramente altre opere avevano saputo fare. Il gioco è ovviamente costruito attorno al mondo creato da Masamune Shirow e riprende le vicende della serie anime del 2002 che era ambientata in un universo parallelo, pur conservando il cast originale. L'occasione di fondere l'universo di GITS in un videogioco purtroppo fallì miseramente, tramandando ai poster un titolo purtroppo anonimo nel mare dei first person shooter e dei free-to-play, ma volevamo comunque citarlo per ricordare quello che rappresenta il massimo esponente del genere "lato giappone".
System Shock
Torniamo a parlare di videogiochi da un peso specifico di tutt'altra consistenza, ricordando come il "vecchio" System Shock uscito su PC nel 1994 sia ambientato solo cinque anni prima di Cyberpunk 2077. Il titolo fu diretto da Doug Church, vero e proprio pioniere che ha collaborato negli anni con innumerevoli software house come Eidos, EA e attualmente Valve. System Shock, ambientato in una stazione spaziale, ci vedeva nei panni di un hacker in procinto di fermare una pericolosa intelligenza artificiale chiamata SHODAN. Il titolo ebbe un grande impatto nel mondo dei videogiochi introducendo tanti elementi all'epoca poco utilizzati, come lo sviluppo della storia attraverso log registrati da altri personaggi, eliminando di fatto i dialoghi liberi all'interno dell'avventura.
Snatcher
Fortemente ispirato dai "pilastri" dei cyberpunk dell'epoca come Akira e Blade Runner, Hideo Kojima volle sviluppare nel 1988 un'avventura grafica dal taglio fortemente cinematografico (e chi altro lo poteva fare, se non lui?). Uscito inizialmente su MSX2 in Giappone, godette di trasposizioni anche su PlayStation e Sega Saturn. Snatcher funzionava tramite una HUD attraverso il quale il giocatore poteva impartire ordini e comandi come parlare con altri personaggi, cercare oggetti o interagire con l'ambiente circostante. Il retaggio del capolavoro di Ridley Scott si palesava immediatamente: il protagonista del gioco Konami era infatti un investigatore a caccia di umanoidi perfettamente camuffati da umani nella città di Neo Kobe City. Pur con qualche pecca, Snatcher è considerato uno dei migliori giochi di sempre soprattutto grazie alla sua trama.
Katana Zero
Torniamo ai giorni nostri e parliamo di una piccola perla uscita recentemente su Nintendo Switch e Xbox One. Katana Zero è un platform 2D di stampo action dalla forte componente cyberpunk, sia dal punto di vista prettamente estetico che per quanto riguarda i temi trattati. Innanzitutto l'ambientazione, ancora una volta una "Neo" città del futuro (la Mecca) ricca di particolari, neon dai colori vivaci e personaggi dalla morale discutibile. Katana Zero è un gioco indie sviluppato da Justin Stander, giovane di 26 anni inserito dalla prestigiosa Forbes tra le personalità più promettenti dell'anno.
Deus Ex
Se c'è un videogioco dal quale trarre ispirazione per tematiche trattate e stile cyberpunk, questo è sicuramente Deus Ex. L'intera saga ha influenzato decisamente il panorama dei videogiochi moderni grazie a un gameplay misto tra first person shooter, action rpg e furtività simile a quanto già apprezzato in Perfect Dark su Nintendo64 (altro "masterpiece" del genere). Uno dei punti cardine è l'interazione con i personaggi non giocanti che possono reagire in modo differente in base alla fazione di appartenenza e altre scelte personali del giocatore: Deus Ex è una serie dove la libertà di azione è particolarmente agevolata ed è uno dei punti cardine del suo gameplay. In Deus Ex ritroviamo tutti i clichè comuni a Cyberpunk 2077: grandi corporazioni, cospirazioni governative, tecnologie bioniche e un futuro distopico ancora una volta decadente e dalle tante ombre.
Far Cry 3 Blood Dragon
Nato come spin off indipendente di Far Cry 3, Blood Dragon è uno dei migliori esempi di sparatutto cyberpunk, questa volta dalla forte connotazione satirica e parodistica grazie ai suoi stereotipi (soprattutto visivi) basati sugli anni '80 e tutto il genere distopico/futuristico. Il titolo Ubisoft condivide molti aspetti con il recente Cyberpunk 2077 come ad esempio la visuale in soggettiva, l'utilizzo di armi tecnologicamente potenziate e l'uso di veicoli. Non è ovviamente un gdr, ma utilizzava comunque un "albero" semplificato dello sviluppo abilità come già visto in molti altri giochi action.
Syndicate
Pubblichiamo il video dell'ultimo (controverso) capitolo del 2012 che rappresentava un reboot della serie, per molti versi purtroppo fallito sia da un punto di vista commerciale che di qualità generale del gioco, ma Syndicate ha da sempre rappresentato un pilastro nel genere fantascienza cyberpunk grazie al primo capitolo sviluppato da Bullfrog nel lontano 1993. Per chi non lo conoscesse, si trattava di uno strategico in real time con visuale isometrica dall'alto nel quale affrontare missioni dagli obiettivi più disparati: dal salvataggio di ostaggi all'eliminazione di specifici obiettivi attraverso l'uso di armi cibernetiche e potenziate. L'ambientazione futuristica nella quale era ambientato era intrisa di elementi cari al genere: multinazionali senza scrupoli, spie, hacker e killer spietati. Nel 2015 per altro esce un grandissimo titolo che ne prende spiritualmente e virtualmente l'eredità: Satellite Reign.
Beneath a Steel Sky
Al pari di un altro grande classico del genere, DreamWeb, anche Beneath a Steel Sky uscì nel 1994 su Amiga e MS-Dos con la formula del punta e clicca, con profonde influenze da tutto il retaggio della fantascienza cyberpunk degli anni '80. Ovviamente ambientato in un futuro distopico, il gioco nacque dalla fervida mente di Charles Cecil (vi dice niente Broken Sword?) e la collaborazione con il fumettista inglese Dave Gibbons che aveva dato vita alla serie di Watchmen con Alan Moore. Un connubio perfetto e ideale per creare un titolo a metà strada tra la serietà delle avventure Sierra e la comicità tipicamente british apprezzata anche nei giochi LucasArts. Beneath a Steel Sky, insieme a DreamWeb, contribuirono fortemente a creare quel sottobosco di cultura pop tanto cara a molti videogiochi, Cyberpunk 2077 compreso.