Deadly Premonition è uno di quei giochi che richiede un enorme atto di fede. Perché a prima vista, senza nemmeno avervi messo mano per contare gli innumerevoli difetti tecnici, sembra risalire alla PlayStation 2 quando invece fa parte della generazione successiva. C'è così tanto di sbagliato in quell'horror che ci si potrebbe domandare perché siamo qui a discuterne: ovviamente la ragione principale è l'annuncio del secondo capitolo, Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise, ma al di là della mancanza di info in merito non si può parlare di questo sequel/prequel senza aver capito cosa sia l'originale Deadly Premonition. Scavando sotto la superficie grezza di un comparto tecnico e grafico dimenticabile per scoprire il diamante che vi si nasconde: la narrazione. Deadly Premonition è forse il gioco che più fa leva sul patto di sospensione dell'incredulità che si viene a stabilire tra autore e fruitore, perché godersi questa esperienza significa accettare qualsiasi cosa succeda sullo schermo, persino la più bizzarra, evitando di soffermarsi su di essa o farsi domande in merito. Accettando questo tacito accordo, si viene quindi travolti da una storia che inizia in maniera bizzarra per poi premere il piede sull'acceleratore senza alcuna intenzione di rallentare nemmeno alla fine, investendoci con un finale agrodolce che a distanza di dieci anni non si scorda così facilmente. Se è vero che un libro non si giudica dalla copertina, Deadly Premonition rientra perfettamente in questi canoni e il seme che ha piantato è il motivo per cui il secondo capitolo merita tutta la nostra fiducia.
Tra passato e presente
Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise è ancora avvolto dal mistero ma il trailer di annuncio ci ha offerto alcune informazioni di base almeno in merito all'ambientazione. Ci troviamo nella Boston odierna, dove l'agente dell'FBI Aaliyah Davis sta lavorando a dei vecchi casi di omicidio: questo la spingerà ad aprire porte sull'ignoto che sarebbero dovute rimanere chiuse. Porte che ci catapulteranno quattordici anni indietro, a New Orleans, dove seguiremo le indagini di Francis York Morgan. Esatto, il bizzarro ma a suo modo carismatico protagonista dell'originale Deadly Premonition. Perché i cammini di Aaliyah e York s'intrecceranno non è dato sapere, mentre quello che li aspetta alla fine può essere tanto la verità quanto un'impietosa follia.
Per quanto l'idea di una nuova protagonista sia intrigante, la sola presenza di York finisce per catturare l'attenzione. Chiunque abbia giocato a Deadly Premonition e l'abbia apprezzato per la gemma nascosta che sa essere non faticherà a ricordare York come la punta di questo diamante: non solo per il suo forte coinvolgimento nella trama ma anche, se non soprattutto, per una caratterizzazione come rare se ne sono viste. Un personaggio stravagante, difficile da leggere, dai modi che risulterebbero incomprensibili a chiunque eppure in grado di esercitare un certo fascino, fosse anche giusto per capire dove voglia andare a parare. Come dimenticare poi la sua profonda cultura cinematografica che lo portava a menzionare pellicole storiche del calibro di Guerre Stellari, Arancia Meccanica, Ladyhawke, Ritorno al futuro e molte altre, tessendo uno spesso filo rosso con chi questa passione la condivide.
Nonostante Deadly Premonition abbia svolto davvero un ottimo lavoro in generale con i personaggi, portando il giocatore a empatizzare bene o male con tutti, nessuno riesce ovviamente a raggiungere il livello di York - perché è il protagonista, sì, ma non è raro trovare comprimari tratteggiati meglio di chi stiamo utilizzando. Non è questo il caso, complice il fatto che il gioco ha concorso a stabilire una connessione con il giocatore costruita attorno alla cura dello stesso York: se Red Dead Redemption 2 ha scavato in profondità nella gestione di Arthur Morgan, focalizzandosi su quei dettagli che alla fine rendono il quadro ancor più bello a vedersi, Deadly Premonition è stato nel suo piccolo un precursore. Di York si poteva decidere praticamente tutto, da cosa fargli mangiare e bere, alle ore di sonno necessarie, al fargli o meno la barba e cambiargli i vestiti fino a scegliere se pranzare con i colleghi (così da avere dialoghi aggiuntivi) e a quali attività secondarie prendere parte. Tutto in una cittadina che seguiva i suoi ritmi e le proprie regole, dove gli abitanti andavano avanti con le rispettive vite a prescindere da noi. La presenza di York nel trailer di Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise ha riportato alla mente questi ricordi, che da soli basterebbero a spiegare perché non ci sono dubbi sul fatto che SWERY saprà di nuovo coinvolgerci e sorprenderci.
Cosa vorremmo dal sequel
Le poche informazioni riguardo a Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise, e questa parziale introspezione del capitolo originale, ci portano al punto cruciale: cosa ci aspettiamo dal sequel. Anzitutto, ed è scontato, una presentazione migliore sotto il profilo grafico e tecnico. L'oiginale era legnoso nei comandi, visivamente molto arretrato per essere un gioco del 2010, con evidenti cali nel frame rate e paesaggi molto bucolici, nonostante Greenvale fosse di fatto piuttosto isolata come cittadina. Lo stesso discorso per l'audio, perché non era rara una improvvisa impennata della musica di sottofondo che andava a coprire i dialoghi dei personaggi rendendo difficile ascoltarli (nonostante i sottotitoli). Fortunatamente già a un primo sguardo possiamo sentirci rassicurati dal secondo capitolo, con ambienti più curati e ricchi di particolari, valorizzati dalla grafica cel shading. Certo, una stanza non basta a comprovare i passi avanti rispetto al primo ma senza dubbio fa ben sperare. Subito a seguire il comparto tecnico e grafico ecco il gameplay e il sistema di combattimento, in particolare il secondo: ripetitivo, legnoso tanto da risultare frustrante, di come verrà gestito in Deadly Premonition 2 abbiamo un vaghissimo accenno grazie soprattutto al trailer giapponese. Non c'è molto da dire ma non abbiamo potuto fare a meno di notare come, al posto della pistola, York sfrutti il suo stesso braccio, mutato quasi in una sorta di fusione con l'oltremondo che si trova a fronteggiare. Non possiamo nemmeno ipotizzare cosa sia ma SWERY pare ben deciso a offrirci qualcosa di più "idoneo" per combattere gli incubi che ci daranno del filo da torcere.
Tutto si può dire dell'originale Deadly Premonition meno che non tentasse un approccio ambizioso all'open world: come abbiamo scritto, Greenvale era una cittadina che seguiva i suoi ritmi spingendo il giocatore ad adattarsi a essi e non il contrario. A causa dei problemi grafici e tecnici di cui abbiamo parlato, l'esplorazione risultava noiosa, complice anche l'essere un posto non particolarmente ricco di vita o meritevole da esplorare - collezionabili a parte. Deadly Premonition 2 sembra dare una migliore gestione dell'open world, come possiamo notare sempre dal trailer giapponese, soprattutto in termini di varietà dei luoghi ma anche di vitalità. Come al solito, pochi scatti non sono sufficienti a farci un'opinione precisa ma i passi avanti sono chiari. Assieme all'open world nel complesso, ci piacerebbe anche poter esplorare almeno i tratti urbani in modi diversi: lo skateboard introdotto nel secondo capitolo sembra una soluzione interessante ma non sarebbe male utilizzare anche alcuni sistemi di spostamento rapido già dalle prime fasi del gioco. Nulla da dire invece sulle originali meccaniche di gestione del personaggio, che semplicemente in Deadly Premonition 2 vorremmo vedere più espanse in qualche modo. Le fasi investigative dell'originale erano buone, avevano spunti interessanti ed essendo Deadly Premonition un gioco basato in larga parte su questo aspetto, aspettiamo di vedere se e come verrà migliorato. Per concludere, vorremmo che venga mantenuta la rottura della quarta parete esattamente come nell'originale dove il confidente di York, Zach, era interpretato nientemeno che dal giocatore - nel trailer inglese si vede bene il detective portare un dito alla tempia, gesto che nel titolo originale serve a indicare il suo dialogare con Zach, quindi siamo piuttosto sicuri che tornerà. Da ultimo, Deadly Premonition non sarebbe se stesso senza quelle bizzarrie che l'hanno reso così indimenticabile: nei giusti limiti, vorremmo rivederne alcune. Qualsiasi riferimento alla misteriosa pentola di Sigourney è voluto.