Già in un paio di occasioni, l'E3 di Los Angeles e la GamesCom di Colonia, abbiamo avuto la possibilità di provare Dragon Ball Z: Kakarot, nuova impresa di CyberConnect2 e Bandai Namco che cerca di mettere insieme il meglio di Dragon Ball in salsa action con una serie di meccaniche RPG. L'idea ha fin da subito suscitato un bel po' di interesse: l'arco narrativo molto vasto permette agli sviluppatori di accedere a un gran numero di personaggi e situazioni iconiche, mentre la libertà di far crescere il nostro eroe come preferiamo è una scusa per darci la libertà di mettere la nostra firma in quelle situazioni così note. Purtroppo al TGS 2019 il publisher non ha portato alcun tipo di nuovo contenuto, limitandosi a farci dare una nuova occhiata al materiale già presentato. In particolare abbiamo rigiocato lo scontro con Radish / Raditz.
Tra battaglie e tecnica
Eviteremo di soffermarci troppo su quanto già detto: vi invitiamo, per farvi un'idea più precisa, a rileggere il nostro primo provato e poi il secondodi meno di un mese or sono. La prima cosa che ci ha colpito è una realizzazione grafica piuttosto sbilanciata sui personaggi. Come spesso accade Goku e soci sono modellati molto bene: animazioni, mosse e relative scene di intermezzo sono una riproduzione perfetta e affascinante, per i fan, di quanto visto nell'anime. Paradossalmente, con tutti gli anni passati oramai da Dragon Ball Z, quella offerta oggi dai videogiochi è la miglior rappresentazione delle tecniche della serie, che nulla ha da invidiare anche ai più recenti film animati dedicati al brand.
E questo vale non solamente per i personaggi controllabili ma anche per i nemici: Radish aveva una bella serie di animazioni e le sue mosse sono state utilizzate per creare una boss fight non certo difficile o indimenticabile, ma comunque divertente. Diverso il discorso per tutto quanto si trova attorno ai personaggi. Gli ambienti si rifanno chiaramente ai colori e ai panorami della serie, riconoscibili in un istante, ma manca un po' di dettaglio. Non si tratta di sicuro dell'aspetto più importante dell'intera produzione, però una cura maggiore avrebbe dato più soddisfazioni nelle fasi d'esplorazione degli enormi livelli: quando si combatte la frenesia della situazione e gli effetti fanno dimenticare altri eventuali problemi, ma quando si svolazza in giro le cose cambiano un po'. Passando al sistema di combattimento, invece, ribadiamo una buona reattività unita a tanta immediatezza. Avremmo gradito provare un combattimento un po' più complesso ma quanto testato conferma un buon bilanciamento tra accessibilità e profondità.
Ovviamente la componente RPG di crescita del personaggio permetterà di scegliere tra una serie di abilità diverse, che si tradurranno in attacchi e poteri magari non coerenti con quelli visti nell'anime in quel punto dell'arco narrativo, ma questo è inevitabile se si vuol dare modo ai giocatori di prendere certe decisioni. E in fondo va bene così. La verità è che per quanto abbiamo visto in Dragon Ball Z: Kakarot ci sono belle animazioni, mosse realizzate benissimo e tante boss fight che gli amanti non vorranno perdersi. Ma sono la progressione della storia, le missioni secondarie, quanto insomma sta attorno agli scontri che ancora non abbiamo visto nel dettaglio e che più ci incuriosisce. Anche perché potrebbe e dovrebbe essere l'elemento distintivo della produzione rispetto ad altri giochi già visti. Da qui al 17 gennaio 2020, data d'uscita, confidiamo di avere altre occasioni per scoprire gli elementi ancora avvolti da un alone di mistero e arrivare alla recensione con un'idea più chiara di tutta l'offerta.
Dragon Ball Z: Kakarot è un titolo con delle ambizioni: un arco narrativo esteso, personaggi e situazioni super famosi e meccaniche più articolate del solito. Il sistema di combattimento non è del tutto inedito ma funziona, mentre aspettiamo con ansia di poter meglio provare e sperimentare con la componente RPG per avere un'idea più chiara della progressione.
CERTEZZE
- Personaggi e situazioni immortali
- Divertente a giocare
- Goku e soci realizzati molto bene
DUBBI
- Gli ambienti sono meno esaltanti
- Dobbiamo ancora provare la componente RPG