Dragon Quest compie 35 anni, un traguardo incredibile per una serie che ha esordito nel 1986 e ha plasmato il genere dei giochi di ruolo giapponesi. Praticamente un patrimonio culturale nel Sol Levante, la serie ha fatto proseliti anche da noi, una cosa che ha convinto Square Enix a investire sempre di più sulla localizzazione. Tanto che il recente Livestream dedicato al festeggiamento dell'anniversario è stato sottotitolato in inglese, per la gioia dei fan occidentali che hanno messo la sveglia alle 5 del mattino (o più furbamente, l'hanno recuperato in differita).
Lo storico creatore della serie, Yuji Horii, insieme ad altri producer, ha quindi presentato una sfilza di titoli in arrivo prossimamente, tra cui spicca l'attesissimo Dragon Quest 12. Ecco tutto quello che abbiamo scoperto.
Dragon Quest XII: The Flames of Fate
In realtà sappiamo veramente pochissimo del titolo più atteso tra quelli annunciati, e sul poco che è trapelato possiamo fare solo congetture. Sappiamo che sarà creato con l'Unreal Engine 5, poiché Square Enix sta cercando programmatori per svilupparlo, ma non conosciamo le piattaforme di destinazione, né tanto meno una potenziale data di uscita. Yuji Horii punta a una pubblicazione worldwide, per la prima volta nella serie, e ha dichiarato che la storia è già pronta: Dragon Quest 12 dovrebbe essere il capitolo più maturo della serie, ed è stato concepito pensando a un pubblico più adulto del solito. Se questo significa che sarà più violento non possiamo dirlo, ma l'affermazione del producer fa pensare a un approccio simile a quello che Square Enix sta tentando con Final Fantasy XVI. Horii, inoltre, ha affermato che le decisioni del giocatore avranno un certo peso e che il sistema di combattimento sarà diverso rispetto al passato: senza scendere nel dettaglio, ha parlato di un nuovo sistema di controllo.
Abbiamo dunque pochissimo materiale su cui riflettere. Certo, il logo e il modo in cui è stato presentato nel teaser trailer fanno pensare a un Dragon Quest più "cupo" rispetto al solito, ma è davvero un po' pochino. Horii dovrà affrontare una sfida difficilissima. Come vi abbiamo raccontato in un recente approfondimento su Dragon Questo, la formula della serie è rimasta fondamentalmente la stessa per tantissimo tempo: è proprio una questione di principio, dato che il brand Square Enix rappresenta, soprattutto in patria, il paradigma del JRPG.
Pensate che quando Square Enix tentò di smuovere le acque con Dragon Quest IX: Le sentinelle del cielo, le vendite andarono molto bene perché le novità - la modalità multigiocatore in locale, su tutte - furono pensate per il pubblico giapponese che giocava Monster Hunter e Pokémon. Tornando a una formula più tradizionale con Dragon Quest 11, pubblicato molto tempo dopo in modo del tutto insolito, Square Enix ha invece faticato a raggiungere le stesse vendite in patria proprio per aver scelto un approccio che strizzava l'occhio all'Occidente.
Sfidare le aspettative di un fandom così affezionato, insomma, potrebbe essere rischioso, senza considerare che una trasformazione netta del gameplay - abbandonando, per esempio, i combattimenti a turni a favore di un'impronta action - snaturerebbe un brand iconico proprio per la sua immobilità. Staremo a vedere.
Dragon Quest III HD-2D Remake
Previsto anch'esso con un lancio worldwide a data da destinarsi, Dragon Quest 3 HD-2D Remake è stato probabilmente l'annuncio più affascinante di questo livestream celebrativo. Sviluppato da AMATA K.K. e Team Asano, il titolo è ovviamente un remake del Dragon Quest III originale uscito nel 1988 per NES e nel 1996 per SNES: è quindi il secondo remake dello stesso gioco, se escludiamo le conversioni che si sono susseguite negli anni per le più svariate piattaforme.
La domanda, quindi, è scontata: perché ricominciare proprio dal terzo capitolo piuttosto che dal primissimo Dragon Quest? In realtà, i primi tre episodi della saga costituiscono una sorta di trilogia, ma la storia del terzo Dragon Quest si svolge cronologicamente prima degli altri due. È inoltre un titolo legato a doppio filo proprio con Dragon Quest XI: Echi di un'era perduta, poiché quest'ultimo è, a sua volta, un prequel della suddetta trilogia di Erdrick.
Dal punto di vista del gameplay, il terzo è inoltre uno dei Dragon Quest più importanti, perché ha introdotto meccaniche più sofisticate rispetto ai primi due, come un sistema di classi e promozioni. Il producer Masaki Hayasaki ha sottolineato la scelta del sublime stile grafico usato in Octopath Traveler, al quale ha già lavorato, e Project Triangle Strategy, che mescola pixel art e sfondi 3D per restituire le atmosfere d'antan e rivolgersi sia ai nuovi giocatori, sia ai nostalgici che hanno già giocato Dragon Quest III tanti anni fa e che potranno rivivere l'esperienza con una veste più moderna ma al contempo fedele.
Non sappiamo se Square Enix altererà la storia o il gameplay in qualche modo, magari introducendo vari miglioramenti alla cosiddetta qualità della vita di un titolo comunque parecchio vetusto, ma terremo d'occhio lo sviluppo di quello che potrebbe essere il precursore di tanti altri remake, non solo in seno a Dragon Quest: chi ha pensato a Chrono Trigger e Final Fantasy VI?
Dragon Quest Treasures
Una delle sottotrame più coinvolgenti di Dragon Quest XI: Echi di un'era perduta ruotava intorno al rapporto tra Erik e sua sorella Mia. Erik è il primo compagno d'avventura del Lucente: si unisce a lui nelle primissime ore di gioco e diventa il suo migliore amico. Abile ladro dal cuore buono, Erik è in realtà tormentato dal peso della maledizione che grava su sua sorella, e nel corso dell'avventura ci ritroveremo ad aiutarlo a spezzarla.
Erik e Mia sono due personaggi sfaccettati che conosceremo meglio in Dragon Quest Treasures, uno spin-off di Dragon Quest XI incentrato proprio su loro due, ma ambientato molto prima degli eventi raccontati nell'undicesimo episodio. In questo gioco, infatti, Erik e Mia sono due bambini a caccia di tesori, e dovranno vedersela con comprimari strampalati e una banda di pirati dell'aria. Le atmosfere sembrano molto avventurose, con la possibilità di viaggiare per terra, per mare e per aria in cerca di forzieri e ricchezze.
Il producer Taichi Inuzuka si è sbilanciato pochissimo sulla natura del gioco, affermando che si tratta di un JRPG davvero insolito che affronta i temi dell'infanzia e della caccia al tesoro. Da quello che abbiamo visto nel teaser trailer, potrebbero esserci alcune componenti platform o puzzle che ricordano vagamente titoli come Captain Toad: Treasure Tracker, e non è chiaro se ci sarà da combattere oppure no: certo Erik e Mia brandiscono dei pugnali molto particolari, ma non li abbiamo visti affrontare gli Slime e i Golem che li accerchiano in alcune scene.
Dovremo aspettare, quindi, la release worldwide cui stanno puntando in Square Enix, sebbene non ci sia ancora nessuna data di uscita o indicazione sulle piattaforme di destinazione. Dobbiamo ammettere che il trailer ci ha ricordato un'altra serie di spin-off apparentemente scomparsa, e infatti Yuji Horii ne ha approfittato per sottolineare che il suo team sta lavorando a un nuovo Dragon Quest Monsters, ma lo vedremo solo a tempo debito.
Dragon Quest X Offline
Lanciato per la prima volta nel 2012 su Wii e convertito negli anni a seguire per Wii U, PC Windows, PlayStation 4 e Nintendo Switch, Dragon Quest 10 è uno dei pochi titoli che Square Enix non ha mai voluto localizzare. Il gioco appartiene al genere MMORPG, che andava forte grazie a World of Warcraft e altri titoli in quel periodo, ma è fortemente story driven e per questo motivo è stato molto apprezzato dal fandom nipponico, tanto da convincere lo sviluppatore a supportarlo per tantissimo tempo: il Livestream del trentacinquesimo anniversario è stato l'occasione propizia per annunciare la Versione 6 del gioco, praticamente una nuova espansione ricca di contenuti.
Nonostante la sua popolarità in patria, Dragon Quest X appartiene a un genere complicato da vendere, ma soddisfatti del lavoro svolto finora con la narrativa, i ragazzi di Square Enix hanno deciso di sviluppare una versione che non richiede né l'abbonamento né la connessione a Internet.
Il producer Takumi Shiraishi ha annunciato che il gioco uscirà nel 2022, senza sbilanciarsi sulle piattaforme di destinazione né tanto meno su un'eventuale localizzazione. Questo ci ha condotto a fare svariate ipotesi, ma sinceramente non ci sentiamo di escludere un futuro adattamento occidentale, se non altro perché il gioco sembrerebbe essere stato riprogrammato da zero: i personaggi, per esempio, appaiono super deformed rispetto alla controparte online, e il mondo dà l'impressione di essere stato rimpicciolito.
Shiraishi ha ammesso che il gioco è stato semplificato per raggiungere un pubblico più vasto e far conoscere la sua bellissima storia, ma per esempio non sappiamo se Dragon Quest 10 Online includerà tutti gli archi narrativi implementati di Versione in Versione. Non ci resta che tenere le dita incrociate.
Dragon Quest Keshi Keshi
A essere annunciato per primo, in effetti, è stato il gioco più misterioso e peculiare del Livestream: si chiamerà Dragon Quest Keshi Keshi, uscirà entro l'anno e sarà un puzzle game per dispositivi iOS e Android. A parte questo, non sappiamo assolutamente niente del gameplay, poiché il teaser trailer si è limitato a essere una carrellata in computer grafica dei mostri più famosi della serie Square Enix, trasformati però in coloratissime gomme per cancellare.
A fine teaser, peraltro, l'host del Livestream ha mostrato le stesse gomme dal vivo, fomentando probabilmente ogni collezionista di Dragon Quest. In ogni caso, il teaser in questione ha quantomeno suggerito la natura del gioco, che dovrebbe essere un puzzle match-style in cui le gommine uguali allineate si trasformano in mostri o eroi che possono combattere i nemici.