Velocità, ma non solo...
La prima cosa che salta all’occhio di un gioco è ovviamente la grafica. In generale essa si presenta molto veloce e fluida in ogni situazione, e sul mio AthlonXP 1900+ con 256Mb di RAM e GeForce Ti4200, anche attivando l’AA a 4x con una risoluzione di 1024*768 al massimo del dettaglio, il frame rate non è mai sceso sotto i 30 fotogrammi al secondo. Credo quindi che rinunciando a qualche effetto qua e la, i requisiti minimi dichiarati dai programmatori si possano ritenere attendibili (ovvero un processore a 700 Mhz con una scheda accelerata da 16Mb). Le librerie usate sono le OpenGL attraverso le directx 7.0 (vecchiotte a dir la verità).
Velocità, ma non solo...
Passando ai menù, li ho trovati estremamente semplici e funzionali, con un aspetto forse un po’ scarno, ma sicuramente di facile utilizzo. La prova su strada è stata traumatica: ho voluto infatti per prima cosa tentare di fare un giro utilizzando la tastiera come metodo di controllo. Ebbene ho avuto una certa difficoltà nel partire ed è stato VERAMENTE molto arduo riuscire a completare un giro. Ho deciso quindi di settare il mio vecchio ma pur sempre valido joistick analogico. Un’altra musica. La macchina risponde come ci si aspetterebbe e in pochi giri si riesce ad avere già una discreta padronanza del mezzo. Questo finchè non ci si accorge di essere in modalità “arcade”! provo la “simulator” ed è un shock: di colpo mi vedo con 5 anni di meno (era il 98 se non sbaglio) mentre scartavo la mia copia di grand prix legend. Esagero? Credetemi, se i programmatori manterranno le promesse, ci troveremo di fronte ad un capolavoro. Ogni curva, ogni staccata è un’emozione, una paura di sbagliare e perdere una posizione conquistata dopo una dura lotta. Certo non sarà un gioco per tutti (non la modalità simulator). Ma finora ho parlato praticamente solo di aspetti positivi…per cui è il momento di cambiare registro.
Pregi e difetti
Ebbene tornando alla grafica, si nota una certa mancanza in quanto a numero di poligoni…gli elementi di contorno sono pochi, gli alberi ricordano le bitmap di giochi che oramai hanno i loro anni alle spalle (qualcuno ha detto GP2?) ed il pubblico sembra “spalmato” sulle gradinate. Inoltre le texture in generale (anche quelle che coprono le monoposto) soffrono di un effetto sfocatura che mi ricorda i giochi che giravano sulle vecchie 3dfx. A condire il tutto c’è la mancanza di una licenza ufficiale (avete mai fatto il pieno alla Agib? E fumato una Marloro? Ma il massimo è M. Lumacher!) ed un sonoro ancora molto ballerino…se le cose rimarranno così GPS verrà certamente assalito da una valanga di critiche circa la bontà simulativa a fronte di una realizzazione tecnica precaria e a tratti grossolana.
Nonostante questi difetti mi sento di sbilanciarmi dando un giudizio positivo al programma che potenzialmente potrebbe salire nell’olimpo dei giochi di guida ma che rischia di essere seriamente minacciato da una chiamiamola “veste” non all’altezza degli standard attuali.
Non è stato assolutamente facile racimolare le idee per scrivere questa preview. Complici di ciò sono stati diversi fattori, tra cui il primo è stato sicuramente la difficoltà nel capire se la beta pervenuta in redazione fosse da considerarsi “in progress” e quindi in uno stato embrionale, oppure già molto vicina a quello che poi sarà il prodotto finale. Come se non bastasse, il CD in questione era buggato, ed ho quindi potuto visionare uno solo dei circuiti messi a disposizione dalla software house (la AlasSoft di Paolo Cattani): quello italiano di Monza.
Iniziamo col dare qualche informazione d’obbligo: GPS si propone come seguito ideale di Virtual Grand Prix per Amiga dal quale probabilmente erediterà il nome con l’aggiunta di un “2”. Nel corso dell’articolo continueremo però a chiamarlo col nome ufficioso di Grand Prix Simulator (GPS). Nei comunicati stampa è stato dato molto risalto all’aspetto simulativo del gioco esaltandone una fisica quanto mai realistica ed un sistema dei danni dinamico, nonché al multiplayer che darà la possibilità di “riempire la griglia di partenza con persone vere”. Ma andiamo con ordine.
È stato difficile dicevo, farmi un’impressione limpida del programma. Partirò quindi col descrivervi le mie sensazioni così come sono venute, a freddo.