I titoli Rockstar più moderni, da GTA IV in poi, sono composti da molteplici strati narrativi che aiutano a costruire la trama principale, immortalano un momento storico, attaccano il mainstream americano spesso ridicolizzandolo. Tutti questi strati insieme donano agli open world della compagnia una profondità che li rende straordinariamente credibili prima, e insospettabilmente preziosi dopo, quando rigiocandoli si rivive una trama ma anche un'epoca. E GTA 6 non sarà diverso.
La decadente New York che cerca di ritrovare sé stessa nel post 11 settembre procede di pari passo all'arco narrativo di Niko Bellic, uomo dell'est che ha semplicemente fatto un viaggio più lungo rispetto ai tanti, simili, che incontravamo in Italia nel 2008. GTA V ci ha mostrato invece una California in piena crisi immobiliare, col suo edonismo appesantito e distorto dal quale rifugge Trevor e che ammalia Franklin.
GTA 6 al momento sembra puntare la sua lente d'ingrandimento sui social network e di come questi abbiano trasformato il mondo in quello che sembra paradossalmente un grande server di GTA Online. Fa riflettere che ci siano riusciti i vari Facebook, Instagram, TikTok, e non lo stesso Grand Theft Auto che viene da sempre demonizzato per la sua sfacciata anarchia e la cattiva influenza che può avere sul suo pubblico.
Lo Specchio
Molte delle scene che compongono il trailer di GTA 6 sono ricostruzioni di video divenuti virali e provenienti non a caso dalla Florida. La ragazza che twerka sul tettuccio della macchina in movimento, l'uomo che innaffia nudo il proprio giardino, la donna minacciosa armata di martelli, la bodycam durante l'irruzione: sono tutte immagini già apparse centinaia di volte nei nostri feed, forse le abbiamo ricondivise noi stessi. C'è persino un richiamo al nostro scintillante Gianluca Vacchi, che a Miami ha casa ed è lì che sono stati girati molti dei sui balletti in punta di yacht.
La coca che ricopriva la Vice City di Tommy Vercetti si è trasformata in una dipendenza da like che spinge a fare cose poi non così diverse, non meno estreme; non c'è neanche più bisogno di nasconderle e nascondersi. Il trailer è quindi un grande specchio: mentre lo guardi pensi quanto sia folle il mondo di GTA, e solo poi ti accorgi che quello oramai è il tuo di mondo, che è fottutamente reale.
LifeInvader
Questa social dipendenza potrebbe anche trasformarsi in una meccanica di gioco, come per esempio è successo con la possibilità di giocare in borsa offerta da GTA V. Dopo una presentazione simile, sarebbe davvero strano non trovare nel gioco completo un social network immaginario, tanto che potremmo quasi spingerci a pensare che Rockstar ne abbia creato uno totalmente funzionante per il nuovo GTA Online e la cosa, dobbiamo ammetterlo, ci stuzzica molto.
Ricordatevi che da poco è entrato a far parte della grande famiglia di GTA il team di FiveM, quelli dei server GTARP, di conseguenza il role playing sarà inevitabilmente una colonna portante di questo nuovo Grand Theft Auto, soprattutto online. E in un contesto simile cosa c'è di meglio, per unire gli utenti e creare una community, di un finto (ma fino a che punto?) social network per stringere amicizia, creare clan come gruppi privati su Facebook, pubblicare le proprie foto e le proprie clip da TikTok per mostrare a tutti quanto in alto si è arrivati? Del resto LifeInvader già esiste in GTA, no?
Abbastanza incredibile
Ipotesi, idee, sogni, ragionamenti, illazioni: chiamatele come volete ma alla fine è anche divertente ingannare l'attesa in questo modo. E comunque, dovete ammetterlo, questa è abbastanza credibile. Anche se forse, visto il gioco di cui si parla, sarebbe il caso di dire abbastanza incredibile da essere credibile, che è poi come dovrebbe essere un nuovo GTA e come ci è sembrato questo primo trailer di GTA 6.
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