Nonostante l'assenza di alcuni dei principali attori dell'industria, nonostante sia oggettivamente mancata la sorpresa, la così detta bomba che richiamasse l'attenzione di addetti ai lavori e fan, non possiamo affatto ritenerci insoddisfatti da quanto offerto dalla Gamescom 2023.
Come state constatando voi lettori in prima persona, trovandovi la home page costantemente aggiornata delle nostre prove effettuate sul campo, non sono certo mancati titoli convincenti, divertenti, promettenti, pronti a regalarci gioie e soddisfazioni nei mesi e anni a venire.
Purtroppo, in questa lista di produzioni, non possiamo includere Hellboy: Web of Wyrd, forse la delusione più cocente di questa edizione della manifestazione tedesca. Non che ci aspettassimo un capolavoro del suo genere, non che pretendessimo che uno studio dalle dimensioni ridotte come Upstream Arcade tirasse fuori l'insospettabile tripla A, ma ciò che abbiamo potuto testare in prima persona, nella mezz'ora di demo concessaci, non ci ha per nulla convinto, né divertito. Ma scopriamo insieme i motivi di un tale scetticismo.
Un inferno da giocare
A dire la verità, Hellboy: Web of Wyrd si presenta piuttosto bene soprattutto agli occhi dei fan di lungo corso del personaggio concepito dalla creatività del buon Mike Mignola. L'art design rispetta in tutto e per tutto quello ammirato nei fumetti, le movenze del nostro e la voce del doppiatore del protagonista ricalcano a grandi linee quelle apprezzate nei film diretti da Guillermo del Toro.
Il primissimo impatto è quindi positivo. Sebbene le animazioni non appaiano così fluide e le ambientazioni siano piuttosto avare di dettagli, muoversi all'interno del quartier generale di Hellboy, in procinto di entrare nel vivo dell'azione, suscita buone sensazioni. Le campiture di colore monocrome, i tratti netti e spessi, la presenza di marchingegni a metà strada tra il fantascientifico e il fantasy, calano perfettamente l'utente nelle atmosfere che qualsiasi fumetto dedicato ad Hellboy sa creare.
Parlando con i personaggi che popolano la dimora, apprendiamo che possiamo portare con noi un'arma capace di colpire dalla distanza, selezionabile tra pistola, fucile a pompa e lanciagranate; nonché una sorta di artefatto in grado di potenziare il suo portatore con un'abilità speciale, che nel caso della demo provata si configurava come la possibilità di sbalzare i nemici così da poter prendere fiato e riorganizzarsi per la successiva scazzottata.
Hellboy: Web of Wyrd, difatti, è un action in terza persona con telecamera posta poco sopra la spalla del personaggio, in cui si esplorano ambientazioni, create proceduralmente, in cerca della via d'uscita.
Il gioco è ambientato nel 1982, all'interno della Casa delle Farfalle, una sinistra magione situata in Argentina che funge da base per potenziare e riequipaggiare il protagonista, nonché per raggiungere i livelli veri e propri sfruttando il portale misterioso attorno cui ruota la trama.
Chi ha ben presente Returnal, chi ha speso centinaia di ore con Hades, può ben immaginare come funzionerà questo scenario e in che misura rappresenti una sorta di anticamera per l'azione vera e propria. Come già descritto, dopo esserci equipaggiati di amuleto e pistola, con il cuore colmo di speranza e buone intenzioni ci siamo buttati a capofitto nel primo livello generato casualmente dal software.
Appena atterrati, è proprio il caso di dirlo, ci siamo subito resi conto di quanto questo gioco sia concettualmente debitore nei confronti di Hades. La prima cosa che abbiamo fatto, difatti, raggiunta la prima radura di questa palude circondata da staccionate e cancelli, è stata conversare con una sorta di entità sovrannaturale che ci ha chiesto con quale bonus volessimo essere benedetti tra i tre proposti. Naturalmente non cambierà solo la successione di corridoi e stanze di ogni tentativo, ma anche i potenziamenti proposti, i malus in cui si potrà incappare lungo il percorso, la quantità e disposizione di nemici che dovrete affrontare.
Fatta la nostra scelta, decidendo cioè di rendere un po' più efficace la potenza della nostra pistola, ci siamo diretti verso la successiva area, certi che avremmo incontrato i nostri primi nemici. Questi si dividono a grandi linee in due gruppi. Quelli a cui basta un singolo montante per essere eliminati, gli altri su cui invece è consigliabile agganciare la telecamera e destreggiarsi tra schivate e montanti.
L'idea di base, difatti, non è affatto malvagia e tiene ben in considerazioni le specificità del protagonista dell'avventura. Sulla carta, gli alterchi contro queste mostruosità più massicce richiamano alla lontana gli incontri di boxe. Hellboy può infatti parare i colpi o schivarli muovendo il busto. Allo stesso tempo, il nostro eroe dovrà colpire di conseguenza, stando ben attento alla postura del nemico.
Sembra tutto bellissimo, a suo modo persino originale, peccato che all'atto pratico le cose funzionino un po' diversamente. Tanto per cominciare, orientarsi nello scenario è difficoltoso. I movimenti di Hellboy sono legnosi, la telecamera è posizionata troppo a ridosso del personaggio con il risultato che ingombra una porzione particolarmente generosa dello schermo. L'eliminazione dei nemici più deboli non regala alcun gusto per colpa della totale assenza di feedback, fattore che tra l'altro rende complesso persino capire se si sia andati effettivamente a segno o meno. Gli incontri di boxe, chiamiamoli così, risultano piuttosto ripetitivi. Per quanto i demoni più piazzati cambino aspetto, sono tutti caratterizzati dallo stesso schema di attacchi, con il risultato che, battuto il primo, abbiamo utilizzato la stessa tattica per tutti gli altri. L'arma a distanza, infine, ha tempi di ricarica eccessivamente prolungati per essere utilizzata in modo continuativo. La si utilizza di tanto in tanto per districarsi da alcune situazioni, ma non può considerarsi uno strumento strategico su cui fare affidamento.
Ne viene fuori un gameplay nella migliore delle ipotesi caotico, a causa di una telecamera mal calibrata, il più delle volte semplicemente noioso e ripetitivo. Tra un'arena e l'altra capita di imbattersi in nuovi potenziamenti, in artefatti che ricaricano la vita e poco altro, in ogni caso nulla che non si sia già visto in un qualsiasi altro roguelite.
Incappati in un game over, ci siamo ritrovati nella Casa delle Farfalle, ma al momento non sappiamo dirvi quali statistiche potremo potenziare in modo permanente così da rendere i successivi tentativi relativamente più facili. Lo sviluppatore che ci ha accompagnato lungo la prova, tuttavia, ci ha assicurato che potremo potenziare e personalizzare Hellboy in modo da adattarlo al nostro stile di gioco. Abbiamo voluto credergli sulla parola, anche se, lo ripetiamo, in questo senso non ci è stato mostrato alcunché.
Hellboy: Web of Wyrd dovrebbe debuttare il 4 ottobre, tra pochissimo, su PC e console. Allo stato attuale, considerando ciò che abbiamo testato alla Gamescom, ci chiediamo che razza di gioco potrà mai venirne fuori. Non dubitiamo della buona fede del team di sviluppo, che dalla sua ha quantomeno comprovato di aver carpito lo spirito del brand a cui il gioco si rifà, ma le perplessità e i dubbi intorno a questo action con elementi roguelite sono davvero tantissimi. L'art design, che ricalca il tratto dei fumetti di Mike Mignola, è quello giusto. Anche alcune idee di gameplay, come quella relativa agli scontri in stile boxe, non sono affatto disprezzabili sulla carta. Peccato che da giocare il titolo sia ora confusionario, ora semplicemente noioso. Trattandosi di una demo, resta il beneficio del dubbio, al di là della speranza di aver visto esclusivamente il peggio che il gioco avrà da offrirci. Certo è che vista la release così prossima, è davvero difficile credere che tirate le somme Hellboy: Web of Wyrd possa rivelarsi un bel gioco. Noi teniamo comunque le dita incrociate, anche se raramente siamo stati altrettanto scettici come in questo caso.
CERTEZZE
- Art design simile a quello dei fumetti
DUBBI
- Telecamera mal calibrata
- Combat system legnoso
- Varietà dei nemici eccessivamente contenuta