I videogiochi pubblicati da From Software sono diventati un'icona e un modello al quale guardare soprattutto, ma non solo, per gli sviluppatori emergenti che cercano nel successo di questi giganti una scintilla capace di dare loro il giusto slancio. Abbiamo quindi assistito alla nascita di numerosi soulslike che hanno cercato di essere il prossimo Dark Souls, Bloodborne o Sekiro: Shadows Die Twice, senza però riuscire ad avvicinarsi abbastanza a queste esperienze da raccoglierne fino in fondo l'eredità. Fra gli ultimi titoli a tentare l'impresa troviamo Mortal Shell, che ricalca da vicino le atmosfere decadenti dei Souls in maniera molto marcata ma sembra offrire qualche guizzo interessante, ed Hellpoint che invece opta per un approccio simile ma ambientato in un contesto fantascientifico: ci sono stati diversi tentativi di soulslike sci-fi in passato ma pochi sono riusciti a restituire un gameplay incalzante e un'estetica inquietante allo stesso modo di Hellpoint. Forte di atmosfere che rimandano a Dead Space ma anche all'horror di fine anni '90 Event Horizon, gli sviluppatori canadesi di Cradle Games esordiscono con un gioco dalle atmosfere lugubri e claustrofobiche che nasconde un ottimo potenziale. Hellpoint sarebbe dovuto uscire il 16 aprile ma la data è stata rimandata entro la fine di questo trimestre, ovvero il 30 giugno, per rifinire alcuni aspetti più grezzi con i quali ci siamo scontrati anche noi nel corso di una demo - un capitolo bonus collocato cinquant'anni dopo il gioco base.
Soulslike con una marcia in più
Hellpoint ci mette nei panni dello Spawn, un essere umanoide creato da una misteriosa figura nota come Author i cui ordini sono di verificare cosa sia accaduto sulla stazione spaziale abbandonata di Irid Novo. Similmente all'infezione che in Dead Space ha condotto alla diffusione dei necromorfi sulla USG Ishimura, Irid Novo è invasa da creature ostili e sconosciute che cercheranno in ogni modo di ostacolare il giocatore. Farsi strada richiederà costruire lentamente una build efficace, in base allo stile di gioco preferito, ed è qui che si iniziano a scorgere le somiglianze con Dark Souls: gli Axion sono equivalenti delle anime, rimangono a terra quando il giocatore viene ucciso e possono essere recuperate in un secondo momento a patto di non morire di nuovo; l'indicatore della stamina regola gli attacchi, le parate, la corsa e le schivate, mentre lo Spawn ha a disposizione diverse armi bianche e armature assieme ad armi da fuoco e catalizzatori che fanno le veci della magia; infine, gli Axion si possono utilizzare per salire di livello e migliorare il proprio equipaggiamento, nonché costruire nuovi oggetti a patto di avere i materiali necessari. Fino a qui, ci si muove dentro un terreno conosciuto.
Hellpoint però si distingue dal modello di riferimento e lo fa anzitutto con una meccanica del salto molto fluida rispetto a quella dei Souls - vista la presenza di fasi platform più marcate, oltre a una versione futuristica delle scale cui ci si può aggrappare anche a mezz'aria. La Healing Injection, che fa le veci della Fiaschetta Estus, si riempie attaccando i nemici sollecitando così uno stile di gioco aggressivo, mentre le armi raccolte durante la partita hanno ciascuna il proprio indicatore di esperienza che sbloccano diverse abilità mano a mano che vengono utilizzate in battaglia; inoltre, si possono applicare dei chip che aumentano determinate caratteristiche dell'arma in base alle statistiche dello Spawn. Inoltre, gli sviluppatori hanno introdotto una particolare meccanica legata al buco nero attorno cui orbita Irid Novo: in base alla distanza tra questo e la stazione spaziale, si possono innescare eventi casuali che permettono al giocatore di vivere situazioni diverse non appena torna sui propri passi per esplorare vecchie aree. Nel complesso, il gioco regala un'esperienza familiare e nuova al contempo - in particolare il movimento si percepisce più deliberato rispetto ai Souls: ci si sposta più in fretta, a maggior ragione se si veste un equipaggiamento leggero, schivare, correre e rotolare si dimostra meno pesante di quanto ci si aspetterebbe e alcune animazioni possono persino essere annullate durante l'esecuzione.
The Thespian Feast
Come abbiamo accennato in apertura dell'articolo Cradle Games ha messo a disposizione un capitolo gratuito, Hellpoint: The Thespian Feast, utile a familiarizzare con il gameplay in attesa del lancio. Dura circa un paio d'ore e permette di avere una panoramica generale dell'esperienza tanto nei pregi quanto nei difetti: è ambientato cinquant'anni dopo gli eventi di Hellpoint, sempre su Irid Novo in un contesto che non sembra affatto migliore rispetto alle premesse originali, il che può suggerire un epilogo non particolarmente felice per l'avventura principale oppure essere solo un'esca per invogliare i giocatori a scoprire di più su quanto successo. Il capitolo è stato pubblicato il 20 febbraio e, seguendo anche i feedback dei giocatori, è stato aggiornato nel tempo con delle patch, l'ultima pochi giorni fa: l'abbiamo giocato a più riprese, approfittando degli update per verificare i piccoli ma evidenti passi avanti mossi dagli sviluppatori, e ne è emersa un'esperienza interessante, curata soprattutto sotto il profilo dell'atmosfera che mette in risalto tanto le bellezze quanto gli orrori di Irid Novo - grazie anche a una colonna sonora che accompagna senza strafare il flusso del gioco. Il combattimento è più frenetico rispetto ai Souls e anche meno punitivo, sebbene premere tasti a caso o giocare senza un minimo di strategia significa comunque morire con molta facilità; non sono però mai capitati quei momenti in cui, realizzando di aver sbagliato attacco o tempismo, abbiamo solo potuto assistere a una nostra brutale dipartita. C'è sempre la possibilità di riequilibrare lo scontro.
L'evoluzione delle armi, con annesse abilità, ci ha incoraggiato a esplorare la stazione quanto più a fondo possibile fosse anche solo per testare diverse combinazioni e scoprire quali benefici garantisse la progressione, mentre il salto si è rivelato essenziale non solo nelle fasi platform ma anche in quelle di combattimento, per evitare o raggiungere nemici dotati di armi da fuoco che in caso contrario ci avrebbero eliminato più in fretta di qualunque altra creatura corpo a corpo. Siamo arrivati alla fine con la voglia di sapere di più. Esplorare Irid Novo e sbloccare tutti i percorsi è stato divertente quanto fare a pezzi i nemici, mentre le modifiche alla formula Souls hanno mantenuto le cose abbastanza fresche da evitare di scadere in una familiare ripetitività.
Spigoli grezzi da limare
A dispetto degli evidenti meriti, Hellpoint necessita di essere rifinito in diversi punti, soprattutto in merito al sistema di combattimento: le animazioni sono piuttosto ingessate e il feedback dei colpi non risulta ancora soddisfacente, nonostante si notino i progressi rispetto alla prima build di The Thespian Feast. Ci sentiamo di essere meno indulgenti sulla boss fight: se a livello visivo ha fatto una buona impressione, entranti nel vivo dello scontro ci siamo resi conto della povertà dei suoi pattern, limitati e fin troppo prevedibili nella loro lentezza. Non ha aiutato la gestione della telecamera, storico problema dei soulslike che in questo capitolo ci ha dato del filo da torcere dato l'alto numero di nemici e la loro velocità, che ha reso complicato seguire l'andamento dello scontro. Se sulla carta il gameplay si dimostra interessante, con soluzioni che allontanano Hellpoint dal classico clone soulslike, all'atto pratico è necessario metterci mano ancora un po' per restituire un'esperienza impegnativa senza essere noiosa o fin troppo frustrante. Confidiamo che il tempo in più richiesto dagli sviluppatori porti ai risultati sperati, perché Hellpoint è un gioco con tanto potenziale già in parte espresso: si tratta di stabilizzare i punti più deboli e tirare a lucido le differenze che lo rendono unico, senza che l'essere derivativo (si scorgono anche lontane ispirazioni a DOOM e System Shock) prenda il sopravvento.
Come Mortal Shell, anche Hellpoint tenta la strada dei soulslike proponendo una formula che parte dalle solide basi poste da From Software per poi aggiungere qualche tocco personale. In particolare, la fusione del genere con un'ambientazione fantascientifica sulla falsa riga di Dead Space è uno dei suoi maggiori punti di forza, sorretti da una colonna sonora d'effetto e un'atmosfera che coinvolge sin dai primi minuti grazie alla messa in scena di un mistero oscuro che toccherà a noi svelare, proprio come abbiamo fatto a suo tempo con Isaac Clarke. A soluzioni di gameplay interessanti si affiancano però alcuni spigoli grezzi soprattutto quando si entra nel vivo del combattimento, con particolare focus su boss fight poco incisive e una gestione della telecamera difficoltosa - ma non per questo inaspettata, dobbiamo dirlo. Cradle Games si è presa del tempo in più rispetto all'originale data di lancio, che confidiamo riuscirà a sfruttare al meglio per restituirci una Irid Novo ancora più bella e impegnativa da esplorare.
CERTEZZE
- Atmosfera coinvolgente
- Interessanti le differenze con i Souls
- Evoluzione delle armi ricca di potenziale
DUBBI
- Gestione della telecamera difficoltosa
- Servono diverse rifiniture al combat system