Dopo la recensione di Horizon Forbidden West, proviamo a riflettere sul lavoro fatto da Guerrilla Game a mente fredda, ripercorrendo attraverso i ricordi i momenti salienti che hanno reso l'ultima esclusiva PlayStation una delle più riuscite e preziose. Uno dei meriti di questo Horizon 2 è proprio quello di sopravvivere al suo gran finale, tormentandoti per un'altra partita, un'altra missione. L'epopea di Aloy non si dimentica, soffri quando prendi atto che anche questo mondo prima o poi finirà le sue preziose cartucce, mentre tu ne vorresti ancora e ancora.
Post Horizon
Che bello è stato vivere e perdersi nel mondo Horizon Forbidden West. Settanta ore, tante ne abbiamo passate, ricche di storie, volti, scoperte, davvero incredibili. Qui è dove la mia curiosità è sempre stata premiata, che è quel che dovrebbero fare tutti i videogiochi. Se girovagando nei panni di Aloy qualcosa attira la tua attenzione, molto probabilmente vale la pena investigare, fare una deviazione, ficcanasare per capire a cosa potrebbe portare una traccia, un indizio.
Pur non amando i punti interrogativi sulla mappa a indicarti la posizione di un punto d'interesse, quelli di Horizon Forbidden West rappresentano soltanto l'inizio di un'avventura che potrebbe portarti da tutt'altra parte. Non dimentichiamoci che stiamo comunque parlando di un gioco d'azione, non compatibile con l'approccio più riflessivo di un gioco di ruolo che invece farebbe bene a nascondere il più possibile le sue carte migliori.
Dopo aver giocato a Horizon Forbidden West, è davvero difficile immaginare in che modo potranno crescere ancora questi action game a mondo aperto. Guerrilla ha perfezionato la formula raggiungendo quella che potremmo definire una perfezione concettuale del genere, almeno per come lo abbiamo immaginato fino a oggi. Ogni ulteriore modifica, ogni ulteriore strato di complessità, allontanerebbe Horizon dal suo pubblico di riferimento, senza avere la certezza di riuscire a sostituirlo con altre tipologie di utenti. Horizon quindi deve rimanere così, in parte ne è obbligato, cercando di migliorare ulteriormente quel che è riuscito a compiere con questo secondo gioco della serie.
Passato e futuro di un open world
Alcuni limiti sono voluti, in certi casi sono addirittura essenziali per far funzionare il gioco così come è stato immaginato dai suoi creatori. Per esempio, la costruzione orizzontale del suo open world, a prima vista semplicistica, garantisce il senso di progressione promesso fin dal titolo: nel gioco si avanza lentamente nell'ovest proibito, ed è essenzialmente un viaggio che inizia dall'estrema destra della mappa fino a raggiungere l'estrema sinistra, dove sai che il gioco raggiungerà il suo apice. Provando ad affrontare Horizon Forbidden West come un'avventura lineare, questo si comporterà proprio come un'avventura lineare, cosa che non garantiscono tutti gli open world di questo calibro. Se non vuoi perdere tempo, puoi andare dritto al sodo e ritenerti totalmente soddisfatto.
Ma se vuoi perderti nel mondo di Horizon Forbidden West, oh Guerrilla ha pensato anche a te. A partire dalla mappa, che offre spunti d'avventura in ogni suo angolo, fino ad arrivare a quel luogo chiave (e totalmente inaspettato) che impareremo anche a chiamare casa, Forbidden West t'accoglie con tutto il necessario per fartela prendere comoda, molto comoda. Non solo missioni: il gioco ti insegna che ogni sentiero può nascondere un segreto, che un tuffo nel lago sottostante può svelare una caverna sommersa tanto pericolosa, quanto remunerativa. Forbidden West ti tiene continuamente sull'attenti, non dimenticando però l'essenziale spazio bianco, ovvero zone di nulla che servono a dare peso alla grandezza dell'avventura e dell'opera. Qui è dove puoi perderti, dove ogni direzione in fondo è quella giusta.
Avventure pret-a-porter
Cosa vuoi recriminargli? Le arrampicate sono un punto debole, i bug sono un extra di cui avremmo volentieri fatto a meno, ma sfido a trovare avventure tanto immersive quanto immediate. Sia poi santificato l'SSD e il modo nel quale è utilizzato: ti butti sul divano e in un attimo sei nel pieno di una missione, perfettamente descritta dai menù quindi senza il rischio di non capirci nulla. Il gioco sembra quasi essere tarato su questa velocità d'utilizzo, e dannazione se ho amato accendere la console, fare una missione secondaria, per poi rimettere tutto in standby in attesa dei prossimi venti, trenta, quaranta minuti liberi. Forbidden West è costruito rispettando il nostro tempo, e lo si vede in tante scelte di design.
Horizon Forbidden West non deve nemmeno inseguire la complessità di Monster Hunter, nonostante la presenza di enormi creature da cacciare. Ma questo non ha certo impedito ai designer di svolgere un lavoro a dir poco eccezionale nelle battaglie contro gli animali biomeccanici che ci si pareranno contro. Rispetto al primo gioco è una vera e propria rivoluzione che aggiunge una complessità tanto sorprendente quanto effettivamente essenziale per tenere alto l'interesse del giocatore. Anche in questo caso totalmente personalizzabile attraverso le opzioni. Per chi cerca un'esperienza completa, sfida inclusa, Forbidden West propone combattimenti tutt'altro che scontati, dove imparare l'uso delle trappole e di tutto l'equipaggiamento sul quale Aloy potrà mettere le mani farà una profonda differenza. Anche le battaglie con gli umani, nella loro semplicità, nascondono delle sorprese, come l'emozionante scontro che ci aspetta una volta varcate definitivamente le grandi porte verso occidente.
Spettacolo garantito
Difficile rimanere impassibili quando sei lì, ad arrampicarti tra la tormenta, sulle tracce di quell'enorme creatura alata che ora volteggia e gracchia metallica sul picco più alto; impossibile non stringere i pugni in segno di vittoria quando la pericolosa mandria finisce tra le nostre trappole, e proprio come lo avevamo immaginato. Ma quel che ci ha davvero deliziato è vedere finalmente delle città vive, e alcuni cambiamenti alla mappa in base al nostro operato, con insediamenti che vengono ricostruiti o addobbati per rituali primordiali, zone speciali aperte solo dopo un ciclo di missioni a tema, e tutta una serie di eventi che è bene scopriate da voi.
Con questi espedienti il gioco ti trasmette l'idea di essere al centro di storie credibili e in divenire, invece che in un luogo fermo nel tempo e azionato a comando dalla presenza della protagonista. L'illusione ha dei limiti, ma tiene duro fino alla fine. Lo stupore invece è in crescendo, non si ferma mai perché il gioco alza costantemente il volume, piazzandoti davanti delle scenografie che mozzano il fiato e che in alcuni casi possono addirittura trasformarsi, trasformando a loro volte l'intero paesaggio. Se siete arrivati a Las Vegas, saperete di cosa stiamo parlando...
Nove spaccato
Abbiamo deciso di dare un nove spaccato al gioco perché Horizon Forbidden West è costruito su una straordinaria quantità di ottime intuizioni. Guerrilla ha studiato per bene il percorso fatto da questo tipo di open world negli ultimi anni, ha preso nota dei punti deboli e dei punti di forza di una struttura di gioco che il pubblico ama e odia nella stessa misura. Certamente ha anche copiato, come è giusto che sia: si intravede Breath of The Wild dappertutto, dalla "paravela" che permette ad Aloy di planare in caduta (ma in Horizon funziona prevalentemente come una scorciatoia per scendere a valle), alle sorprese postume di alcune aree particolarmente importanti, passando per un world building in grado silenziosamente di guidare il giocatore inconsapevole.
La differenza sostanziale tra il gioco Sony e quello Nintendo è che il mondo del primo è costruito attorno alle sue dettagliate missioni, quello del secondo è lui stesso una gigantesca main quest. Non serve nemmeno preferire l'uno all'altro: è semplicemente fantastico che esistano entrambi, uno più poetico e sussurrato e l'altro esplosivo e sfacciato, ed è fantastico che si influenzino a vicenda.
Ma quale old-gen!
Nonostante le voci che si rincorrono tra le community, restiamo convinti che il supporto a PlayStation 4 non abbia in nessun modo tarpato le ali al progetto. Horizon Forbidden West< è stato concepito nel pieno della passata generazione, pensando a Ps5 ma senza ancora averla tra le mani, ma non è solo un problema di tempistiche. Un action simile non richiede chissà quale potenza di calcolo: non c'è molto da simulare, la fisica è limitata ad alcuni elementi dello scenario e dal punto di vista del gameplay è praticamente ininfluente. Al netto della grafica, non serve chissà quale hardware per fare girare dignitosamente il Forbidden West gioco che come starete scoprendo da voi non si fa mancare davvero nulla.
Sarà molto interessante scoprire insieme a voi come Horizon Forbidden West influenzerà i prossimi giochi d'azione dall'impostazione simile. La qualità delle quest di questa nuova esclusiva PlatStation deve diventare la norma, se l'open world deve basarsi su di esse. Dopo Forbidden West sarà davvero difficile rimettersi a completare le centinaia d'inutili missioni cotte a metà proposte in altri giochi; sarà difficile anche per la stessa Sony che con i suoi numerosi Open World dovrà ripetere la magia più e più volte, a meno di non reinventare la ruota ogni volta ma è alquanto improbabile che questo accada e in fondo sarebbe anche inutile.
Una protagonista da prima pagina
Le ultime esclusive Sony ci hanno comunque insegnato una cosa: i PlayStation Studios in questo momento sono perfettamente allineati ai gusti del pubblico. Sony non ha semplicemente investito nei videgiochi, negli ultimi anni il vero bene aggiunto sono stati i suoi personaggi. La campagna marketing di Forbidden West è super scontata, stai vendendo una nuova Lara Croft in un momento di grande ricettività del pubblico, quanto super riuscita, grazie all'accoppiata statua e coverage di Vanity Fair (attenzione: solo in versione digitale) che hanno generato un più che discreto buzz mediatico.
Una strategia scontata sì, un 1+1=2 che verrebbe in mente a tutti, ma non di facile attuazione. Puoi allestire un certo tipo di comunicazione socialmente impegnata solo se la materia prima, in questo caso Aloy, te lo permette. I personaggi Nintendo sono troppo legati alla loro fanciullesca bidimensionalità, e va bene così; Microsoft offre giochi più hardcore che spesso non hanno nemmeno un chiaro protagonista, il volto spendibile (Senua è troppo gritty, ma ha delle possibilità). I PlayStation Studios costruiscono i loro giochi attorno a protagonisti forti quanto il gameplay ai quali vengono affidati; ogni gioco prova innanzitutto a creare una star nel quale l'utente può immedesimarsi, e sentirsi figo.
È cinema!
Meccanismi simili a quelli cinematografici che permettono di veicolari (sfruttare) efficacemente messaggi sociali, di arrivare a un pubblico estremamente vasto e non necessariamente interessato ai videogiochi. La popolarità di Sony non è insomma quella variabile casuale che i detrattori vogliono farvi credere; e prima di creare il calco in gesso di un personaggio per parlare di argomenti forti, questo personaggio ce lo devi avere.
Lo scopo per il quale è servita Aloy non poteva essere affidato alla Principessa Peach né a Master Chief.
P.S.
E non dimenticatevi di raccontarci nei commenti come sta andando il vostro viaggio, e cosa vi sta piacendo di più (e di meno)!