È difficile parlare della storia di Konami senza dividere le proprie emozioni tra la gioia e il dolore. La prima legata ad un passato glorioso e fatto di una moltitudine di capolavori; la seconda invece dettata da una gestione recente che ha abbandonato per sempre la produzione videoludica di qualità.
Nonostante questo non è possibile dimenticare quanto lo sviluppatore giapponese abbia segnato il medium e, proprio ora, arriva su GoG una collezione di perle straordinarie. Noi siamo tornati a provarli di nuovo, ad innamorarci come sempre delle loro atmosfere e delle trovate geniali che hanno fatto da capostipite per alcuni dei generi più iconici dell'industria. Questo al netto di porting diretti e senza fronzoli, che richiedono un discreto atto di fede per essere digeriti ancora oggi.
La nascita e l’eredità di Metal Gear
Era il lontano 1987 quando un giovanissimo Hideo Kojima, amante del cinema e intrigato dalla tecnologia videoludica, sforna per Konami un particolare gioco dal nome Metal Gear. Inizialmente disponibile solo su MSX e per diversi anni solo in Giappone, il pargolo dell'esordiente Kojima si rivela un gioco straordinariamente originale, che non inventa in tutto e per tutto il genere stealth, ma che lo caratterizza come nessuno prima d'ora.
Capace di unire la visione autoriale orientale alla grande esperienza di narrazione occidentale e prettamente americana, Metal Gear è ancora oggi un pietra miliare. Probabilmente più chiacchierato che giocato, ma certamente tra i titoli più discussi della storia del medium. La capacità di raccontare una spy story verosimile ma colma di elementi, situazioni e personaggi al limite dell'assurdo resteranno per sempre un marchio di fabbrica di un autore infinito, rubato alla settimana arte e prestato anima e corpo all'ottava.
Su GoG il primissimo Metal Gear si comporta bene, se non per la solita ed irritante questione dei controlli. La situazione con il pad non è strabiliante e il tutto non migliora certo con mouse e tastiera. Resta certamente utilizzabile, ma il coraggio e la determinazione per digerire il suo gameplay ultratrentennale vale anche per la difficoltà nella gestione di menù e comandi. Ci fa davvero strano credere che siano passati trentatrè anni. Che spavento!
Le tre dimensioni di Metal Gear Solid
Undici anni più tardi e un paio di capitoli dopo arriva su PlayStation Metal Gear Solid. Nonostante tutti inizialmente pensino che il cambio di titolo si riferisca al nome del protagonista: Solid Snake, in realtà si tratta delle prima delle cosiddette "kojimate". Il passaggio alla tridimensionalità regala il suffisso "Solid" alla nuova esperienza scaturita dalla mente di Hideo Kojima e, come era lecito aspettarsi, è destinata nuovamente a lasciare il segno.
Tre anni di sviluppo, un cambio di hardware e qualche milione di idee più tardi, ciò che viene alla luce resterà per sempre nel cuore di ogni videogiocatore che si ritenga tale. Insieme e anche più del primo Resident Evil segna il primo vero passo del videogioco nella direzione della narrazione, della cinematograficità, della recitazione ricercata e di qualità. Per la prima volta la psicologia dei personaggi ha un ruolo chiave, l'intreccio ha un suo "regolare" svolgimento e il gameplay comincia a mettersi al servizio della trama. Per alcuni questo segnerà per sempre in negativo la direzione presa dal videogioco, per altri l'esatto opposto, ma ciò non toglie che la sua eredità resterà per sempre.
L'errore più grande che si commette parlando di Metal Gear Solid è proprio quello di credere che sia tutta narrazione e poca interattività. Al contrario Metal Gear Solid è colmo di gameplay, condito dalla giusta dose di follia, da un level design di levatura altissima e da alcune delle boss fight più iconiche di sempre. È un titolo che ha dentro tutto la passione, la regia e l'autorialità del proprio autore, e scusate se è poco.
L'arrivo su GoG è un momento importante per un mercato rimasto orfano di una versione nativa e digitale di questo capolavoro. Manca l'italiano, il tutto è rimasto in 4/3 e i comandi sono da rimappare totalmente, ma se non conoscete a memoria ogni singola battuta il problema è solo vostro!
La ricerca espressiva ed il simbolismo di Metal Gear Solid 2
Passano gli anni e la voglia spasmodica del sequel di Metal Gear Solid si fa insopportabile. A pochi mesi dall'uscita e a qualche settimana dalla caduta delle Torri Gemelle, Kojima fa una scelta pazza: cambia tutto in corsa e sembra quasi prendersi gioco dei sui fedeli appassionati.
Metal Gear Solid 2 esce sul mercato, inebria gli animi di tutti con una sequenza iniziale tecnicamente fuori di testa e poi sorprende e stordisce, cambiando protagonista dopo un'ora scarsa di gioco. In un mondo ancora lontano dalla connessione, dai social, dalla pochezza internettiana attuale, Kojima riesce comunque a far parlare di sé, a farsi odiare, a "deludere".
Quei pochi che comprendono la vera essenza di quella scelta e dell'opera tutta sono coloro un po' più "avanti" come il suo stesso autore. Metal Gear Solid 2 è oggi, ormai vent'anni dopo, universalmente riconosciuto come un capolavoro post moderno, capace di anticipare alcuni dei principali temi del nostro tempo e probabilmente ancora inarrivato per quanto riguarda il livello di simbolismo intrinseco.
Il concetto di meme, declinato nell'ottica dell'universo militarizzato e guerrafondaio di Metal Gear Solid, è stato in grado di insegnare tanto a chiunque abbia avuto la voglia e la capacità di analizzarlo. È un trattato di filosofia e ancor più una riflessione sociologica. Declina Jack, Raiden, il protagonista, in ognuno di noi e ci fa rivivere, come fosse una simulazione, la nascita, la crescita e la consapevolezza dell'eroe. Ne abbiamo parlato un milione di volte e continueremo a farlo. Ben lungi dall'essere un videogioco perfetto nella sua struttura ripetitiva e ciclica, è al contrario un'opera che utilizza tutta la sua costruzione ludica per intortarci e poi prenderci a schiaffi. Un capolavoro d'autore senza mezzi termini. Anche in questo caso averne finalmente una versione nativa su PC, tramite GoG, è una gioia difficilmente replicabile e che tutti i grandi appassionati dovrebbero sfruttare. L'italiano è presente e la versione Substance permette di godere al massimo delle sue qualità. Ad aggiungere un ulteriore grado di soddisfazione ci pensa un livello tecnico che, visto oggi, è ancora difficile da credere possa risalire al 2001.
Konami Classics
A chiudere un cerchio imperfetto, non rimaneggiato ma altrettanto splendido ci pensano alcuni classici straordinari. Castlevania e Contra hanno a modo loro segnato il videogioco. Il primo ha addirittura "donato" il proprio nome ad uno dei generi più datati ed in salute ancora protagonista di tante produzioni: il Metroidvania.
In questa nuova uscita su GoG sarà possibile trovare alcuni dei principali capitoli di entrambe le serie: i primi tre Castlevania, così come Contra e Super C. Cinque titoli a poco più di un euro l'uno che raccontano la storia di questa industria e come si sia evoluta nel tempo. Non nascondiamo che tornare su quei passi sia fattibile solo per i veri nostalgici, o per chi ha una forza d'animo non indifferente nel digerire esperienze tra le più legnose e datate ancora disponibili sul mercato. Nonostante questo si tratta comunque di una mossa dedicata al collezionismo estremo per la quale non possiamo esimerci dal lodare GoG.
Qualunque amante del videogioco dovrebbe sperare di rivedere un giorno la stessa potenza espressiva ed innovatrice che ha avuto Konami nei suoi anni d'oro, prima di diventare l'ombra di sé stessa. Ci manca così tanto.