Un altro anno di gioco volge al termine. Il 2023 ci ha portato diversi titoli che segneranno la storia dell'industria e, con loro, anche tutta una sequela di tracce, canzoni, album, commenti musicali ai quali, tra diversi anni, torneremo ad ascoltare con sguardo (o meglio, orecchio) sognante. La colonna sonora di quest'anno videoludico è ricca di epica e richiami cinematografici, alla ricerca di un incontro tra la storia dei videogiochi e l'esperienza delle produzioni hollywoodiane di grande calibro.
Molto di quello che abbiamo sentito non sfigurerebbe vicino alle composizioni ideate per film dalle esigenze economiche stellari e, il resto, le farebbe impallidire per ricercatezza, sperimentazione e coerenza fulminante con le immagini che le note si trovano ad accompagnare. Non indugiamo oltre e ripercorriamo quest'anno attraverso le migliori colonne sonore del 2023, senza classifiche, senza posizioni, ma solo attraverso una selezione di tutto il meglio che l'industria ci ha offerto, per celebrare le conquiste e le scoperte del medium che tanto ci emoziona ogni giorno.
Assassin’s Creed Mirage
Alla tredicesima apparizione principale sullo schermo dei videogiocatori, la saga della Confraternita degli Assassini torna al passato, alle dune del Medio Oriente, in cerca delle sue origine e di nuove strade per il futuro. La colonna sonora di Assassin's Creed Mirage, composta da un veterano come Brendan Angelides (già autore di commenti musicali per il grande e piccolo schermo come Tredici, Billions e Naked Singularity), veicola esattamente il contorto legame tra ciò che c'è stato e ciò che la serie diventerà in futuro.
Tradizione e visioni elettroniche si amalgamano per creare uno dei risultati musicali più interessanti degli ultimi capitoli della saga, condensati in un'avventura più ristretta, dal sapore familiare, che, a modo suo, ha saputo sorprendere.
Atomic Heart
Atteso principalmente per il clamore generato durante la campagna pubblicitaria, Atomic Heart è riuscito a sorprendere i giocatori, specialmente per il suo stile iconico (che pesca a piene mani dal mondo cinematografico) e il suo comparto sonoro. Di questo fa parte, per buoni motivi, anche il commento musicale, un miscuglio di tendenze, un dialogo tra tradizione sovietica e sperimentazione elettronica.
Gli anni '50 del gioco sono un retrofuturo che sgorga anche nei brani che accompagnano il giocatore lungo il suo cammino nei meandri più oscuri del Kollektiv. Il big beat di fine secolo scorso incontra i canti popolari slavi e le grandi hit classiche del dopoguerra sovietico, con rivisitazioni e riarrangiamenti che trasformano completamente il volto di un'intera generazione.
Baldur’s Gate III
Il gioco dell'anno per molti, , non è solo un mastodontico universo ruolistico, ma anche una fucina musicale da leggenda cavalleresca. Borslav Slavov è stato in grado di accompagnare ore e ore di dialoghi con un commento musicale sapientemente bilanciato, grazie al quale è facile scordarsi di trovarsi in un mondo virtuale.
Il tema principale, diviso in due parti, ha la grinta dei grandi romanzi fantastici; è figlio dell'idea che ci siamo fatti del Basso Medioevo, tra bardi, singolar tenzoni e miti che vanno oltre il razionale. Un incontro tra intuizioni, accenni e riverberi culturali capace di rapire, senza richiesta di riscatto.
Hi-Fi RUSH
Una delle tante sorprese di questo 2023, Hi-Fi RUSH ci ha fatto riscoprire l'amore per i rhythm game, ibridando combattimenti al cardiopalma a un gusto musicale fuori scala. Dai Nine Inch Nails, ai The Prodigy, fino alla vera e propria colonna sonora ufficiale, composta da una miriade di artisti internazionali (The Glass Pyramids, Shuichi Kobori, Masatoshi Yanagi, solo per citarne alcuni), l'ultima fatica di Tango Gameworks ha l'anima un po' punk, da ribelle dell'industria.
Il suo più grande pregio è stato quello di aver avuto il coraggio di andare controcorrente e di tornare a casa da vincitore. Il rischio, a volte, ripaga, specialmente se suona così bene.
Hogwarts Legacy
Confrontarsi con un nome altisonante come quello di Harry Potter non è facile, specialmente se a capitanare la colonna sonora della saga cinematografica c'era una leggenda come John Williams. Le proprietà musicali attribuite ai film arrivano praticamente tutte dal lavoro svolto dal compositore per i primi tre capitoli della serie, prima di passare il testimone a Patrick Doyle, Nicholas Hopper e Alexandre Desplat. Hogwarts Legacy (come abbiamo ampiamente esplorato in un articolo dedicato) condivide molto più di quanto voglia lasciar intendere con una visione "bambinesca" del mondo magico creato dalla Rowling.
Non a caso, la sua colonna sonora, nata dalla collaborazione di Chuck E. Meyers (in arte Sea), J. Scott Rakozy e Peter Murray, risulta spesso gioviale e leggera, veramente dai toni magici: perché ricerca proprio le origini primordiali della saga cinematografica, quando la cupezza della vita adulta ancora non è arrivata a farsi sentire con troppa forza. Il lavoro svolto è un misto tra l'omaggio e la rielaborazione che, nonostante il più delle volte faccia desiderare di riascoltare quei temi così iconici nella loro completezza, riportano sempre l'attenzione al fatto che il mondo è quello, ma l'avventura è differente, i protagonisti sono altri e le menti dietro a questo lavoro hanno anche loro voglia di lasciare la loro firma su un prodotto che altrimenti sarebbe solo una copia sbiadita di una leggenda della cultura popolare.
Humanity
La follia in realtà virtuale di una valanga umana ha portato con sé una musicalità che rievoca i tempi d'oro di PlayStation 3 e i suoi esperimenti cervellotici. Per Humanity, Jemapur ha realizzato un paesaggio sonoro altamente suggestivo, di un'elettronica sognante, che rievoca a tratti gli ultimi esperimenti musicali del Thom Yorke solista.
Anche senza avere le immagini a fare da corredo, questo album vive di vita propria, forse alimentando esso stesso l'interesse che si prova nell'affrontare questo rompicapo d'altri tempi.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom
Ancora una volta, The Legend of Zelda si è rivelato il traino che smuove l'intera industria e spinge i confini di cosa è possibile proporre ai giocatori odierni, abituati a mondi statici, dove l'interazione sembra più l'eccezione che la regola. Anche a livello musicale, The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom spicca per la sua capacità (già dimostrata nel 2017 con Breath of The Wild) di proporre un accompagnamento sonoro asciutto, quasi accennato e praticamente dicotomico con la portata gargantuesca dell'avventura proposta.
Solo in alcuni, ben mirati casi si assiste a una vera e propria esplosione orchestrale, atta a ricordarci che quanto stiamo vivendo ha il sapore dell'epica. Per il restante tempo, archi, percussioni e fiati si alternano in bucoliche espressioni di una quiete che non può essere spezzata neanche dalla più minacciosa delle calamità.
Marvel's Spider-Man 2
Quando si tratta di supereroi, è difficile sbagliare a livello musicale, ma non impossibile. Sonorità epiche sono fondamentali, ma è sempre meglio non esagerare. Questo John Paesano lo sa molto bene e, alla terza collaborazione con Sony e Insomniac Games per la trasposizione videoludica dell'intramontabile Uomo Ragno, si dimostra ancora una volta la scelta vincente per la creazione di una colonna sonora di grande impatto emotivo.
Torna l'ormai leggendario tema che ha contraddistinto sia il primo capitolo, sia lo spin-off di Miles Morales, ma con la svolta dello sdoppiamento del protagonista omonimo, che ne accentua le divergenze e le congruenze anche sonore. In tutto e per tutto, la colonna sonora di è in grado di far impallidire quelle dei cinecomic d'alto budget, ulteriore prova del fatto che tra videogiochi e cinema il sodalizio può essere molto fruttuoso, se sapientemente calibrato.
Pizza Tower
In un'annata di grandi titoli, è facile lasciarsi sfuggire delle perle. Ma il successo arriva anche quando meno ce lo si aspetta. Questo è stato il caso di Pizza Tower, un'esplosione di sensazioni e ricordi che molti di coloro che hanno vissuto la loro infanzia tra gli anni '90 e i primi 2000 non riesploravano da tempo. Dai colori, allo stile simile all'animazione televisiva di quel periodo, fino, ovviamente, alla colonna sonora.
E quando si viene a conoscenza che un lavoro così rifinito e professionale è stato portato a termine da un liceale, ClascyJitto, e un compositore alla sua prima effettiva pubblicazione, Ronan De Castel (in arte Mr. Sauceman), si rimane un attimo sbigottiti. Un abbraccio affezionato alla cultura underground di fine millennio come non si vedeva da anni (se mai si è vista in questa misura).
Starfield
I videogiochi che portano la firma di Todd Howard tendono sempre ad avere una certa ricorrenza tematica al loro interno. Poi, se ci si aggiunge il fatto che il sodalizio con Inon Zur degli ultimi anni sembra non voler cessare, ecco che si crea una sorta di filo rosso tra due istanze videoludiche come la saga di Fallout e il neonato .
Una delle grandi abilità di Zur è quella di creare dei temi principali esaltanti, in grado di instillare in pochi secondi la voglia di esplorare il mondo di gioco e perdersi al suo interno. E, in questo caso, sembra che il compositore si sia trovato esattamente nel suo elemento. Cupe e gravi tracce si alternano a melodie idilliache, da sogno lucido, in grado di adattarsi a ogni (dis)avventura interstellare della nuova proprietà intellettuale di Bethesda Softworks.
Stray Gods
Un gioco di ruolo che incontra un musical che incontra un videogioco. Un'accoppiata azzardata, ma che è stata in grado di conquistare il pubblico grazie a Stray Gods. Al timone di questo progetto troviamo uno dei maggiori compositori di musica per videogiochi attualmente in circolazione: Austin Wintory.
Il suo stile un po' eclettico, che ha sempre richiamato al musical, in questo caso ha saputo sbizzarrirsi, accompagnato da voci di grande calibro, come quelle di Laura Bailey, Troy Baker, Mary Elizabeth McGlynn, Janina Gavankar, Abubakar Salim, Rahul Kohli e Anthony Rapp, solo per nominarne una manciata. Un esperimento particolare, che potrebbe impallidire se messo a confronto con i giganti qui presenti, ma totalmente meritevole di trovarsi tra di loro.
Tchia
Echi esotici e suoni di terre lontane. Così possiamo definire la colonna sonora di Tchia, piccolo videogioco dal grande cuore che va a pescare un po' dall'estetica disneyana per raccontare la sua avventura fantastica ambientata nella Nuova Caledonia. Anche a livello musicale, il gioco condivide molto con il rinascimento dell'animazione a cavallo del millennio.
I suoi brani speranzosi e allegri, un misto tra tradizione reale e ciò che l'Occidente considera tale, composti da John Robert Matz, sono una gradita alternativa al clamore e alla costruzione ansiogena a cui siamo abituati quando ci troviamo alle prese con un videogioco d'avventura.
Un anno sensazionale!
Queste sono solo alcune delle migliori colonne sonore del 2023, ma fin troppe ce ne sarebbero da elogiare. Come non citare Final Fantasy XVI, Alan Wake II, Diablo IV, Harmony: The Fall of Reverie, Dredge, Dave The Driver. Insomma, almeno a livello musicale, il medium si è difeso molto bene, proponendo non solo produzioni veramente di alto livello, ma anche una varietà sorprendente, qualità che pure il cinema spesso si dimentica di proporre.
Le nostre preferenze dell'anno le avete lette. Ora tocca a voi far sentire la vostra voce nei commenti. Diteci quali melodie hanno rubato il vostro cuore nel 2023.